da Casa Madre - Missionari della Consolata
Transcrição
da Casa Madre - Missionari della Consolata
da Casa Madre Anno 90 - N. 1 - Gennaio 2010 Istituto Missioni Consolata Perstiterunt in Amore Fraternitatis 2010 Felice Anno Nuovo! (In Cinese) Editoriale P. Giuseppe Ronco Buon Anno Editoriale Jovanotti (Album: Capo Horn) 2 Buon anno fratello, buon anno davvero e spero sia bello sia bello e leggero... che voli sul filo dei tuoi desideri ti porti momenti profondi, i misteri rimangano dolci misteri che niente modifichi i fatti di ieri. Ti auguro pace, risate e fatica trovare dei fiori nei campi d’ortica . Ti auguro viaggi in paesi lontani, lavori da compiere con le tue mani e figli che crescono e poi vanno via attratti dal volto della fantasia. Buon anno fratello, buon anno ai tuoi occhi, alle mani, alle braccia, ai polpacci, ai ginocchi, buon anno ai tuoi piedi e alla spina dorsale, alla pelle, alle spalle e al tuo grande ideale. da Casa Madre - 1/2010 Buon anno fratello buon anno davvero e spero sia bello sia bello e leggero. Che ti porti scompiglio e progetti sballati, la frutta e i panini ai tuoi sogni affamati, ti porti chilometri e guance arrossate, albe azzurre e tramonti di belle giornate e semafori verdi, prudenza e coraggio e un pesce d’aprile alla festa di maggio. Buon anno alla tua luna, buon anno al tuo sole, buon anno alle tue orecchie e alle mie parole, buon anno a tutto il sangue che ti scorre nelle vene e quando batte a tempo dice:”Andrà tutto bene..”. Buon anno fratello e non fare stupidaggini le pene van via così come son nate. Ti auguro amore, quintali d’amore, palazzi quartieri paesi d’amore, pianeti d’amore, universi d’amore, istanti, minuti giornate, ti auguro un anno d’amore, fratello mio l’amore del mondo e quello di Dio. Settimana di Preghiere per l’Unita’ dei Cristiani O Cristo risorto, che hai camminato con i due pellegrini di Emmaus, accompagna anche noi nel nostro percorso di fede. Donaci la compassione di ascoltare le storie di quanti incontriamo nel nostro cammino; donaci la pazienza di spiegare anche ciò che potrebbe sembrare ovvio, e il coraggio di renderci anche vulnerabili, affinché gli altri possano incontrare te in noi, e noi possiamo riscoprire te in loro. Amen. (Lindsey Sanderson) ”Il contenuto dell’idea d’Istituto che pervade la mente dell’Allamano è l’evangelizzazione dei non Cristiani. Esso viene ribadito infinite volte dal Fondatore fino a tradursi nella plastica espressione: “Noi siamo per i pagani”. Non si può certo negare l’evoluzione percorsa a livello teologico ed operativo della dimensione missionaria dell’essere cristiani, né escludere che le formulazioni usate dall’Allamano per esprimerla contengano elementi restrittivi, culturalmente condizionati e teologicamente sorpassati. Ma l’Istituto che egli concepisce, riceve da lui l’identificazione del concetto di evangelizzazione con quello dell’amore per coloro che non conoscono il Vangelo. Tutto il resto viene dopo sia cronologicamente che teologicamente. Nell’Istituto si può entrare e rimanervi soltanto per questo, in modo esclusivo e per sempre, tanto che, se ipoteticamente si potesse concludere il ciclo della missione, essa avrà sempre un nuovo inizio, un punto da cui ripartire perché il compito di annunciare il Vangelo non finirà mai. Il suo è un Istituto che nasce per la missione, si identifica con essa e non da parametri per collocarsi al di fuori di essa. Ma si è missionari nella testa nella bocca e nel cuore, come Egli diceva, nella misura in cui si è capaci di provare qualcosa di profondamente coinvolgente per coloro ai quali si vuole annunciare il Vangelo. Già nel 1903 scriveva: “dovete avere viscere di carità”. (A.Trevisiol, Profilo d’identità dell’Istituto Missioni Consolata a cent’anni dalla sua fondazione, in Documentazione IMC, n.59, maggio 2001) da Casa Madre - 1/2010 Editoriale Ricordando il 29 Gennaio 1901: Giorno della Fondazione IMC 3 Cristo, l’eterno Sommo Sacerdote Anno Sacerdotale P. Afonso Osorio Citora 4 Nella Lettera agli Ebrei (Eb) Cristo viene presentato allo stesso tempo come il “Figlio di Dio” (Eb 1,5) che è oggetto di adorazione da parte degli angeli suoi ministri (Eb 1,6) e come “fratello degli uomini”, che per mezzo del sacrificio personale ed esistenziale della sua vita (sua passione) è diventato “perfetto mediatore e sommo sacerdote” della Nuova Alleanza perciò, capace di comprendere gli uomini suoi fratelli, di aiutarli (Eb 2,18) e di portarli alla sua stessa gloria di figli di Dio. Se può notare dunque che la filiazione divina di Gesù e la sua condizione sacerdotale, in questo scritto (Eb), sono strettamente uniti: perché Figlio di Dio, fu reso sommo sacerdote (archieréus) misericordioso e degno di fede -fedele – (pistós) (Eb 2,18; 3,1). Qui – Figlio di Dio e sommo sacerdote - si concentra tutta la cristologia della Lettera agli Ebrei e di conseguenza le linee fondamentali di questa serie di sei articoli sul sacerdozio di Cristo nella lettera agli Ebrei che presenteremo durante questi sei mesi. Oltre la Lettere agli Ebrei utilizzeremo fondamentalmente il libro di Vanhoye A., Gesù Cristo il mediatore nella lettera agli Ebrei, Assisi 2007. La nostra prima meditazione è sul “Cristo – l’eterno sommo sacerdote”. Cristo – l’eterno sommo sacerdote : questo titoli di “Sacerdote” (ieréus) o “Sommo Sacerdote” (archieréus) è applicato a Gesù soltanto nella lettera agli Ebrei (Cfr. 2,17;3,1; 4,14; 4,15; 5,5;5,6; 5,10, 6,20;...): gli evangelisti e san Paolo, ad esempio, non parlano mai di Gesù come di un sacerdote perché avevano l’idea del sacerdozio levitico. Per potere attribuire al Cristo il titolo di ‘Sommo Sacerdote’, l’autore della lettera agli Ebrei, dovette agire in due direzioni: (a) prima e anzitutto criticò il concetto di sacerdozio che, così com’era da Casa Madre - 1/2010 concepito nelle tradizioni veterotestamentaria, non poteva essere applicato a Cristo; e (b) in secondo luogo, il nostro autore, meditando sul mistero della passione di Cristo, presentò il Figlio di Dio - Cristo - come sacerdote anzi sommo sacerdote della Nuova Alleanza promessa dai profeti (8,613). Per lui, Cristo col suo sacrificio personale (1) fu reso perfetto (teleiotheis); (2) divenne causa di salvezza eterna per coloro che gli obbediscono (3) e fu proclamato da Dio Sommo Sacerdote secondo l’ordine di Melchisedec (5,6-10;7,21). Cristo è sacerdote della Nuova Alleanza e non dell’Antica alleanza: contrariamente al sacerdozio levitico, abramitico o aronnitico presente nella tradizione veterotestamentaria (7,1-10), il nostro autore presenta il sacerdozio di Cristo, quello della Nuova Alleanza, come un sacerdozio diverso e più eccellente cioè alla maniera di Melchisedec. Un sacerdozio che dura in eterno ed è perciò senza inizio e senza fine (7,3), un sacerdozio veramente perfetto, a differenza di quello precedente ebraico, che si rinnovava continuamente e che quindi era imperfetto... al posto del sacerdozio imperfetto abbiamo avuto un sommo sacerdote che non muore mai cioè “un sacerdozio che non tramonta” (7,24. Con il sacerdozio di Cristo viene abrogato il sacerdozio dell’Antica Alleanza e viene introdotto nella storia dell’umanità un nuovo sacerdozio (7,18) centrato nella mediazione, santificazione e oblazione. Novità sulla mediazione: se l’Antico Testamento presentava una visione unilaterale del sacerdozio (“Tu fa’ avvicinare tuo fratello Aronne e i suoi figli con lui dal mezzo dei figli d’Israele, perché sia sacerdote per me” (Es 28,1) ove il sacerdozio era centrato nelle relazione tra il sacerdote e Dio, il nostro autore invece presenta una visione bilaterale del sacerdozio ove “ogni sommo sacerdote viene preso fra gli uomini e costituito Novità sull’oblazione sacerdotale di Cristo: Secondo il nostro autore, Gesù ha raggiunto la perfezione o consacrazione a sacerdote presso Dio mediante un sacrificio di genere nuovo. Infatti sottolinea Vanhoye “I sacrifici giudaici erano inefficaci per l’inadeguatezza delle offerte e per l’inadeguatezza dei sacerdoti. Il sacrificio del Cristo invece fu unico.. offrì se stesso, avvicinando così a Dio non animali ma l’umanità.” Anno Sacerdotale di accettare la sofferenza e la morte. Gesù si rese “in tutto simile ai fratelli”: in questo consistette la sua consacrazione sacerdotale. Notiamo alcuni elementi principali di questa riflessione che potrebbero aiutarci a pensare su nostro essere sacerdote e della nostra partecipazione al sacerdozio di Cristo: a favore degli uomini per le relazioni con Dio” (Eb 5,1). Definendo Cristo come sacerdote, Lui lo è essenzialmente come mediatore tra Dio e gli uomini: (a) Nei confronti con Dio, egli deve avere accesso presso di lui; deve essergli gradito per potere intervenire presso di lui e stabilire comunione con lui; (b) Nei confronti con gli uomini, deve avere con essi una reale solidarietà per poterli rappresentare presso Dio. Novità sulla santificazione: Cristo “doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio”. Cristo, in questo caso, rendesi simile ai suoi fratelli, per renderli santi. Vediamo qui la dimensione santificatrice del sacerdozio di Cristo che sta, secondo Vanhoye, in diametrale contrapposizione con il concetto antico: invece di una separazione rituale, troviamo una solidarietà esistenziale; invece di un innalzamento al di sopra degli altri, troviamo un estremo abbassamento; invece di una proibizione di ogni contatto con la morte, troviamo l’esigenza a) Innanzitutto Cristo che non si costituisce da sé stesso sacerdote ma è costituito tale da Dio (cfr. 5,1-4.5-6): confrontiamo l’origine divina della nostra vocazione sacerdotale; b) In secondo luogo vediamo Gesù che affronta il peso doloroso della sofferenza nella sua passione passando cosi dai sacrifici rituali ed esterni ad un sacrificio personale ed esistenziale: confrontiamo il nostro essere sacerdote come un’oblazione incondizionate di noi stessi, della nostra vita cioè del nostro essere; c) Infine, con la sua passione, Cristo ha dimostrato la propria fiduciosa “sottomissione” (eulábeia: 5,7, letteralmente, “profondo rispetto”; cfr. 12,28) alla volontà divina e la sua solidarietà con gli uomini suoi fratelli un sacerdote che condivide pienamente la debolezza umana per renderli perfetti, per venirli in aiuto (2,18). 5 da Casa Madre - 1/2010 G. Allamano Modello Allamano: Sacerdote della Nuova Alleanza P. Francesco Pavese imc 6 Durante l’anno 2010 il Fondatore è il nostro speciale “Protettore”. Sulle pagine “on line” del “Da Casa Madre”, con maggior ragione, continuerà la rubrica tutta riservata a lui. Ogni mese, presenterò un aspetto della personalità dell’Allamano, con l’obiettivo di sottolineare la sua funzione di “modello” che è sempre attuale. Lo è stato per i nostri primi confratelli e consorelle, che si specchiavano in lui e, prima ancora delle sue parole, imparavano dalla sua vita. Perché non possiamo anche noi vivere la stessa esperienza? Essendo questo anche “l’Anno sacerdotale”, ha pensato di scegliere degli aspetti del Fondatore che siano più strettamente collegati con la sua personalità sacerdotale. Più che la sua dottrina sul sacerdozio, cercherò di presentare come lui lo viveva. Non dubito che ci farà piacere rivedere il nostro Padre sotto questa luce. Incominciamo dall’inizio. GIUSEPPE ALLAMANO CHIERICO IN SEMINARIO «Il Signore mi chiama oggi». Sappiamo che questo parole del Fondatore hanno dato il via alla sua decisione di entrare in seminario. Fece la vestizione chiericale a Castelnuovo l’11 ottobre 1866 e subito dopo diede inizio al suo percorso formativo nel seminario arcivescovile di Torino. la disposizione di «osservare esattamente tutte le regole saggiamente stabilite per la sua santificazione, per il bene generale della comunità e quindi della Chiesa», come spiegava un apposito manuale in dotazione dei seminaristi e che anche l’Allamano possedeva. Al tempo dell’Allamano, i seminari risentivano di un’impostazione piuttosto rigida. Tuttavia non se ne possono sottovalutare i pregi. Dal seminario di Torino, infatti, uscì una schiera di santi sacerdoti, dal Cafasso, a don Bosco, al Murialdo, ai fratelli Boccardo, ecc. Il sistema educativo, salvo poche varianti, poggiava su tre cardini: pietà, studio, disciplina; e rimase immutato per lungo tempo. Per progredire positivamente verso il sacerdozio in un tale clima educativo, che lasciava poco spazio alla spontaneità, si richiedeva nei giovani non solo una volontà decisa, ma anche molto equilibrio. L’Allamano si adattò al suo seminario, così com’era; anzi lo amò e, fatto sacerdote, accettò di rientrarvi, prima come assistente e poi come direttore spirituale. Alla fine ammise candidamente: «Io dopo 14 anni di seminario, ho pianto [nel lasciarlo], ma certo non tutti pensavano così». «Io sarò sempre riconoscente ai miei superiori, perché non mi hanno lasciato fare come volevo io, mi hanno sempre mutilato». Alla base dell’organizzazione dei seminari e della vita degli allievi c’erano le “Regole”, piuttosto minuziose, che garantivano la disciplina e ordinavano tutte le attività dal mattino alla sera. A chi entrava in seminario era richiesta da Casa Madre - 1/2010 In preparazione all’ordinazione sacerdotale. Sappiamo che il Fondatore aveva l’abitudine di annotare su quaderni o taccuini i pensieri che maggiormente lo avevano colpito, dopo avere ascoltato le prediche o le conferenze dei suoi educatori. Sono particolarmente interessanti due paginette scritte al termine degli esercizi spirituali, fatti durante il mese di settembre del 1873 (è stato ordinato il giorno 20 di quel mese), in preparazione all’ordinazione sacerdotale. Le riporto alla lettera dall’originale manoscritto in un suo taccuino, con le sottolineature, la punteggiatura e le parole tronche come le ha redatte il Fondatore stesso. Trascrivo pure le parole riprese dall’omelia che l’arcivescovo mons. Lorenzo Gastaldi aveva rivolto durante il rito dell’ordinazione e che lui ha avuto la cura di annotare subito dopo i pensieri degli esercizi spirituali. Occorre, però, premettere una precisazione. Per capire lo spirito del Fondatore, come emerge da questi suoi pensieri, è indispensabile tenere presente la spiritualità di quel periodo, altrimenti alcuni passaggi appaiono duri e riescono difficilmente comprensibili. Egli era figlio del suo tempo e si esprimeva con le categorie teologiche, la cultura ascetica e lo stile di quel periodo. Questo vale tanto più per capire queste pagine nelle quali trascriveva fedelmente idee sentite dal predicatore. In più, l’Allamano allora non aveva ancora 23 anni. Con il tempo, certe idee le ha maturate con la serenità e confidenza in Dio che lo contraddistingueva. Se lo leggiamo tenendo presente questa premessa, il nostro Fondatore diventa sicuramente un modello speciale soprattutto per i giovani dei nostri seminari che si preparano al sacerdozio, ma anche per noi che vogliamo conservare l’entusiasmo della nostra ordinazione. «Esercizi in preparaz. alla S. Ord. del Sacerdozio (anno 1873. Settembre) Sentimenti tratti dalle prediche 1.° Gran mezzo di conservare ed accrescere lo Spirito Eccles. si è il far ogni opera del ministero, come fosse quella la prima (voglio dir questa Messa come fosse la 1a...) e l’ultima (dovessi dopo morire); quanto bene si farebbero! 2° Istruz. Sulla Santità Sacerd.: Essa è richiesta: 1) dalla D. Vocazione, che ne è il carattere suo specifico (Santità e sacerdozio sono la stessa cosa); 2) dalla Consecrazione dell’ordinazione, che lo deputò a celeste ministero. 3) Dalle virtù proprie e necessarie del Sacerdote 4) Dagli offizii di Legato di Cristo, vir Dei e mediatore tra Dio e il popolo – 5) dal buon esempio che deve dar al popolo. 3.° Non sarà mai un buon Confessore, chi non fu già un buon penitente. 4.° Non oserei comparire avanti al Vescovo od al Papa con la faccia macchiata d’inchiostro o carbone; ed oserò comparire avanti all’Altissimo all’altare ogni giorno lorda molto più bruttamente la faccia dai peccati veniali? 5° Andando all’altare per celebrare figurati preceduto da G. C. che porta la Croce al calvario; non lasciar il ringr. per confessare la gente, poiché daresti scandalo, sta lì chiedendo i lumi ed aiuti per ben confessarla. 6° Non ti basta ben cominciare il Ministero Sacerdotale, ma bisogna proseguirlo e finirlo bene; Es. Giuda che cominciò e camminò bene per qualche tempo, obbedendo prontamente alla D. chiamata..., ma poscia la passione lo prese, crebbe... e finì! 7. Voglio desiderar la comunione con Dio e slanciarmi nel Cuore del Buon Gesù con aspirazioni e comunioni spirituali per non esser poi dopo morto respinto da Lui, dicendomi quando io voleva pel mio amore unirmi a te, fuggisti, almeno poco [?] lo bramasti, ora che tu l’aneli per necessità dell’anima tua, io te ne castigo e ti respingo al purgatorio od inferno... Allamano: Sacerdote della Nuova Alleanza Specialmente due fattori contribuirono a rendere positivi gli anni del seminario per l’Allamano: la chiarezza della meta e la serietà degli studi. Se c’era qualche venatura di rigorismo, egli seppe superarla con l’equilibrio del suo carattere e la bontà di spirito che gli erano caratteristici. Il suo seminario gli andava bene così. 8. All’altare va con umiltà, amore e timore. 9. Nell’orazione caccia come distrazione, ogni pensiero anche buono, ma non appartenente alla preghiera “alienis cogit.” 10.° Ho fatto la Conf. generale da Marzo ad oggi Settembre 79). Parole di Mons. nella S. Ordinaz. Del Sacerd. da Casa Madre - 1/2010 7 Da Forestiero - Biennio di Interculturalità Cari miei, pensate seriamente a ciò che avete or ora compiuto. Vi siete interamente dedicati a Dio, per lavorare e soffrire per la sua gloria e la salute dei prossimi. Sacrifici grandi vi aspettano, ma colla grazia di Dio li supererete, e quante consolazioni non vi aspetteranno! I mondani non credono che tanto sia dolce l’amar Dio e soffrire per lui, come neppure il Sacerdote che non corrisponde alla sua vocazione; egli non ha che spini, senza rose; animo dunque e generosità col Signore; ora solo date principio a faticare; né credetevi tempo di riposo; il riposo l’avrete in Paradiso». Dobbiamo riconoscere che il Fondatore ha innestato una marcia veloce fin dall’inizio del suo sacerdozio. Durante l’omelia per il suo 50° di ordinazione, mons. G.B. Ressia, Vescovo di Mondovì e suo condiscepolo e amico, ebbe a dire: «[L’Allamano] era il nostro modello per il fervore nella preghiera, per le comunioni frequenti, per l’attenzione ai professori, per l’applicazione allo studio, per la pazienza e amabilità, per lo splendore dell’angelica virtù. Non lo vidi mai turbato o irrequieto, sempre in pace, amato da tutti. Si sapeva da tutti che il più vicino al Cuore di Gesù, il più amico suo era l’Allamano, cui nessuno avrebbe osato paragonarsi» L’esperienza di tutta la sua vita ha poi ampiamente confermato che quella partenza giovanile piena di entusiasmo era giusta. Lui era così e voleva che anche i suoi figli sacerdoti lo imitassero. Il Fondatore è indubbiamente, ancora oggi e soprattutto per noi, modello di “entusiasmo sacerdotale”! L’Istituto si riunisce per discutere di interculturalità P. Antonio Rovelli e Chiara Giovetti 8 da Casa Madre - 1/2010 La struttura del Convegno prevedeva un’esposizione mattutina sul tema del giorno, tenuta da un relatore qualificato, alla quale facevano seguito più brevi comunicazioni di altri relatori sullo stesso argomento. Il pomeriggio, invece, vedeva il tema ulteriormente dibattuto da un panel mediante numerosi interventi dalla platea. Il Convegno si è poi concluso con una sintesi qualificata di Fratel Kipoy Pombo, preside dell’Istituto di catechesi e spiritualità missionaria dell’Università Urbaniana, e con il discorso del Superiore Generale P. Aquileo Fiorentini. Un clima di serenità e fraternità ha accompagnato il Convegno grazie anche alle occasioni di convivialità, che hanno permesso ai partecipanti di approfondire ulteriormente e in gruppi più ristretti il dibattito cominciato in sala, di scambiarsi idee e opinioni o semplicemente di ritrovare dopo anni alcuni confratelli e consorelle che la missione aveva portato in luoghi diversi del mondo. I temi Il Convegno si è articolato intono a quattro possibili declinazioni del concetto e della pratica dell’interculturalità. La prima sessione, dedicata a “interculturalità e fede”, si è aperto con la relazione di P. Giuseppe Frizzi, insignito nei giorni precedenti del Dottorato Honoris Causa all’Università Urbaniana. L’esposizione di P. Frizzi si è concentrata principalmente sulla sua più che trentennale esperienza con il popolo Macua del Mozambico, che lo ha portato a vedere nella conoscenza di una spiritualità e religiosità altre una premessa imprescindibile dell’evangelizzazione. Oltre all’originale contributo di Suor Simona Brambilla riguardante una prospettiva “al femminile” della missione, la comunicazione di P. Giorgio Marengo ha fornito ulteriori elementi innovativi al dibattito, illustrando come la presenza delle Missionarie e dei Missionari della Consolata in Mongolia sia stimolata e arricchita dal dialogo con la tradizione religiosa buddhista. Nella sessione “Interculturalità nelle nostre comunità”, forse la più animata del convegno, P. Piero Trabucco ha esposto gli atteggiamenti fondamentali per vivere l’interculturalità all’interno delle comunità IMC. L’esperienza diretta di P. Trabucco in Sudafrica si è poi tradotta in un ulteriore elemento di riflessione grazie al riferimento all’attuale realtà sudafricana, caratterizzata dagli sforzi di riconciliazione post – apartheid. Tale sforzo di riconciliazione offre, infatti, validi spunti per analizzare i momenti conflittuali che a volte caratterizzano anche le comunità IMC: a questo proposito, il relatore ha ricordato l’importanza di scegliere lo strumento adatto per risolvere tali situazioni: “Non si entra in un tribunale con un coltello”, ha detto P. Trabucco, “ma con un ago da cucire”. Le comunicazioni successive alla relazione di padre Trabucco hanno poi fatto emergere l’esigenza, sottolineata da P. Josaphat Wanyonyi di adottare un atteggiamento di ascolto dell’altro che assuma la forma di un “a priori” favorevole, che parta cioè dal presupposto che dall’incontro con l’altro possa venire prima di tutto un arricchimento e mai una minaccia. Padre Erasto Mgalama ha infine sottolineato la necessità di sentirci dei “pellegrini che insieme ricercano la verità”. Nella terza giornata di lavori, che si è concentrata su “Interculturalità e modernità”, P. Ugo Pozzoli, relatore principale e attuale direttore della rivista Missioni Consolata, ha fornito le linee guida per la riflessione facendo anche riferimento ai testi del filosofo franco – bulgaro Tzvetan Todorov, che analizzano la scoperta dell’altro avvenuta con l’arrivo degli europei nel Nuovo Mondo, e esplorando le potenzialità e i rischi dell’utilizzo dei mezzi attualmente a disposizione nell’ambito della comunicazione, completamente stravolti e ripensati dopo l’avvento dell’internet. A completare l’esposizione di P. Pozzoli, le comunicazioni di P. Francesco Bernardi, che ha proposto un’attualizzazione e contestualizzazione da Casa Madre - 1/2010 Da Forestiero - Biennio di Interculturalità Si è tenuto presso la Casa Generalizia di Roma, dal 4 al 7 dicembre 2009, il Convegno IMC sul tema “Interculturalità: nuovo paradigma della missione”. Il Convegno, che si inserisce nel biennio dedicato all’interculturalità, è stato organizzato dalla Direzione Generale insieme al Segretariato Generale per la Missione e ha registrato la presenza di un nutrito gruppo di missionari dalla Consolata provenienti dalle diverse Circoscrizioni. A i missionari si sono affiancati gli studenti del seminario di Bravetta, una buona delegazione delle suore missionarie della Consolata, un laico missionario della Consolata del Portogallo e diversi rappresentanti di altre congregazioni, per un totale di oltre novanta partecipanti. 9 Da Forestiero - Biennio di Interculturalità del tema anche rispetto alla politica e alla società contemporanee, e di P. Stephen Okello, il quale ha evidenziato la necessità di assumere un atteggiamento di grande umiltà che permetta di imparare dal mondo d’oggi e di gestire in modo equilibrato il senso di smarrimento che la modernità rischia di indurre. L’ultima parte del convegno ha analizzato le relazioni tra interculturalità e carisma, introdotte da P. Salvador Medina e arricchite dalle comunicazioni di P. Francesco Pavese e P. Gottardo Pasqualetti. Tra gli aspetti emersi, quelli dell’attualità del carisma consolatino e della sua comunicabilità a culture differenti. L’interesse sul tema, suscitato dalla triplice presentazione, ha aperto un interessante dibattito nell’assemblea sul come fare emergere le potenzialità insite nel rapporto tra fedeltà dinamica e inculturazione del carisma e su quali elementi fondamentali del carisma siano da ritenersi “inculturabili”, così da interagire in modo significativo con le sfide della modernità, e aiutare tutti i missionari ad avere una chiara identità e un forte senso di appartenenza all’Istituto. Le sfide per il futuro Fra tutti gli elementi emersi, il mandato fondamentale che il convegno ha posto nelle 10 da Casa Madre - 1/2010 nostre mani è quello di rispondere alla domanda: “Come interagire con i cambiamenti epocali che sono in corso?”. Nello specifico, si sono affermati in modo particolarmente urgente la necessità di approfondire il dialogo interreligioso, la possibilità di ripensare alla teologia come molteplicità di teologie aventi pari dignità, la differenza tra metacultura (cioè una cultura che nasce dalla mescolanza delle culture esistenti) e intercultura (che parte invece dall’accettazione della totale diversità dell’altro e dal riconoscerla come parte di sé) e l’esigenza di fare dello spirito dell’interculturalità il “carattere” dell’agire missionario IMC e non solo un suo aspetto più o meno intensamente vissuto. Pur facendo tesoro di questi spunti, tuttavia, siamo coscienti che si tratta solo dell’inizio di un lungo percorso da continuare, la cui meta è quella di trasformare l’interculturalità nel nutrimento quotidiano della vita di ogni missionario della Consolata. In quest’ottica, ha sottolineato il Padre Superiore Generale nel discorso conclusivo, resta fondamentale pensare all’interculturalità, al biennio di riflessione che l’ha vista protagonista e a questo convegno che, in sintesi, ne ha evidenziato gli ambiti di azione, come a un cammino che vada oltre le scadenze e gli eventi sporadici e diventi una pratica quotidiana che coinvolga ogni Circoscrizione e ogni comunità locale. P. Aquiléo Fiorentini Convegno sull’Interculturalità In questi giorni (4 – 7 Dicembre) si sta svolgendo in Casa Generalizia il Convegno IMC sull’Interculturalità, voluto dalla Direzione Generale. Questo evento ha le sue motivazioni nel contesto del Biennio di riflessione sull’Interculturalità e in occasione del conferimento della Laurea honoris causa, da parte della Pontificia Università Urbaniana, al nostro confratello P. Giuseppe Frizzi. Il nostro confratello ha meritato questo riconoscimento accademico per l’immane lavoro da lui svolto nel Centro di Studi Scirima presso i Macua del Mozambico. La sua attività scientifica, oltre che pastorale egli l’ha svolta lavorando intensamente per l’inculturazione della fede, con le pubblicazioni scientifiche e le traduzioni della Bibbia. A lui va il nostro plauso e la nostra riconoscenza. Verso il XII Capitolo Generale: II momento Il cammino verso il XII Capitolo Generale, nelle prossime settimane, entra nel Secondo Momento, quello “continentale” che va da Natale 2009 a Pasqua 2010. I vostri contributi stanno arrivando ai rispettivi Consiglieri continentali e ci auguriamo di ricevere da parte di tutti il proprio contributo a questo importante evento che interessa tutto l’Istituto. Le vostre risposte, analizzate e sintetizzate in ciascun continente, diventeranno oggetto di attenta analisi da parte di una commissione che verrà costituita nel prossimo mese di Marzo per elaborare i ‘Lineamenta’. Il Beato Giuseppe Allamano: Protettore speciale dell’Istituto per l’anno 2010 Con piacere vi annuncio che il “protettore” speciale dell’Istituto, per l’anno 2010, sarà il Beato Giuseppe Allamano, nostro Padre Fondatore. Le ragioni di questa scelta sono legate ai particolari eventi che la nostra Famiglia sarà chiamata a vivere nel prossimo anno. Il 7 Ottobre 2010, infatti, ricorrerà il 20° anniversario della beatificazione del Fondatore, che noi intendiamo rivivere con rinnovata intensità, perché la santità del Padre continui nei figli. Sempre nel 2010, primo centenario della fondazione delle nostre Sorelle, siamo invitati a condividere la riconoscenza e la gioia della comune origine e missione. Attività della Direzione Generale Notizie per noi Pontificia Universita’ Urbaniana Conferimento della Laura Honoris Causa Al Dott. P. Giuseppe Frizzi Joseph Mwaniki Era una gioia, ringraziamento e celebrazione nell’Aula Magna del Pontificio Università Urbaniana che ha visto un missionario della Consolata Padre Giuseppe Frizzi ricevere un Dottorato Honoris in riconoscimento dei suoi studi missiologici. La cerimonia del conferimento è venuta alla fine di un convegno di due giorni organizzato dalla Facoltà di Missiologia. Il convegno intitolato, ‘Il Cammino di un Secolo’ segnava 100 anni da quel famoso convegno missionario del 1910 a Edimburgo. Si è aperto ufficialmente il 2 dicembre da Sua Eminenza Cardinale Ivan Dias, il Prefetto di Propaganda Fide e Gran Cancelliere del Pontificio Università Urbaniana. da Casa Madre - 1/2010 11 Attività della Direzione Generale Alla fine si è arrivati all’Atto accademico per il conferimento della Laurea Honoris Causa in Missiologia nell’Aula Magna di fronte a tanti missionari e missionarie della Consolata, i parenti, i docenti e studenti dell’Università missionaria fondata nel secolo diciassette da un certo papa Urbano. Dopo il saluto del Prof. Benedict Kanakappally, il decano di Missiologia, Padre Alberto Trevisiol, imc, ha presentato la persona, il lavoro, lo spirito e la lunga esperienza di Padre Frizzi, dopo di che il Rettore Magnifico Prof. Cataldo Zuccaro, vestito in mantello ufficiale ha letto il certificato con l’autorità del papa regnante Benedetto XVI. 12 Il convegno ha trattato diversi temi missiologici e alla fine Padre Frizzi, prima del conferimento della Laurea Honoris, ha tenuto una conferenza basata sulla sua esperienza in Mozambico. Nato nel 1943, Padre Frizzi arrivò in Mozambico nel 1975 e per 34 anni, ha dato tutta la sua persona nello studio e ricerche antropologhe dei Makua. Egli ha scritto più di dieci libri, tutti con una contribuzione originale, attinta dalla stessa cultura. L’originalità del suo lavoro sta nel fatto che l’ha fatto con la gente e si identifica con loro sia con la lingua che la cultura che apprezza non di meno. Fra questi libri c’è una traduzione della Bibbia in lingua Makua, un dizionario, raccolta dei proverbi, etc. In una relazione che è durata non meno di un ora, Padre Frizzi ha esposto i tesori nascosti dei Makua che gli hanno dato la vita nella sua esperienza fra questa gente con cui e per cui lavora. Dopo 100 anni di un cammino da Edimburgo, Padre Frizzi propone che l’approccio di un missionario oggi dovrà essere quello di mietitura e non di seminatore. Il missionario d’oggi è raccoglitore delle ricchezze culturali nascoste fra i popoli e così egli deve scoprire questa ricchezza nella stessa cultura locale e nella lingua materna. Non si può annunciare il vangelo con le lingue europee internazionali. C’è bisogno di un’inculturazione dialogica rese possibile dalle lingue indigene che diventano una chiave per attingere la cultura materna. da Casa Madre - 1/2010 L’occasione del conferimento di questo ‘Dottorato Honoris’ è un momento di gioia non soltanto per Padre Frizzi, ma anche per tutto l’Istituto e tutta la Chiesa. Questo è una contribuzione del lavoro missionario nella crescita della gente. Per questo, l’istituto missionario della Consolata ha organizzato un convegno di quattro giorni in Casa Generalizia dal 4 al 7 dicembre, in cui diversi missionari provenienti da diverse parte delle nostre missioni nel mondo svilupperanno una riflessione dell’interculturalità. Siamo ancora dentro il Biennio di Interculturalità e per questo, l’Honoris Causa a Padre Frizzi che ha vissuto la sua esperienza missionaria evangelizzando la cultura Makua diventa un’opportunità per farci anche riflettere di più e in modo ampio su questo tema così importante sia nell’evangelizzazione, sia nella vita comune nell’Istituto. Dicembre 2009 P. Michelangelo Piovano Inizio del mese: giorni di movimento e arrivi in casa per il Convegno IMC sulla “Interculturalità nuovo paradigma della missione”. 3 dicembre: la Pontificia Università Urbaniana, a conclusione di un Convegno di studi Missiologici, conferisce al nostro confratello P. Giuseppe Frizzi la Laurea Honoris Causa in Missiologia. Vari confratelli della comunità e altri pervenuti per il Convegno IMC partecipano a questo atto accademico del conferimento della Laurea che viene come riconoscimento per tutto il lavoro missionario fatto presso i Macua del Mozambico. Roma per la visita ad Limina. In questi giorni abbiamo anche con noi un altro vescovo IMC, Mons. Josè Luis Ponce de Leon, che condivide con noi la nostra vita comunitaria di ogni giorno e ci viene ancora in aiuto per alcuni problemi tecnici del nostro sito e dei vari computer della casa. 10-11 dicembre: accogliamo in casa due gruppi di seminaristi del seminario del Vaticano delle medie e del liceo. Padre William e P. Samuel di Bravetta li accompagnano in una mezza giornata di ritiro sull’Avvento. Casa Generalizia Diario della Casa Generalizia Dopo questo momento ufficiale ci troviamo tutti nella casa generalizia per un momento di convivio e festa per Padre Frizzi che viene accompagnato da un bel gruppo dei suoi parenti venuti a Roma per l’occasione. 4-7 dicembre: nella Sala Capitolare si realizza il Convegno IMC al quale partecipano una novantina di persone (missionari della casa, altri convenuti appositamente, Teologi di Bravetta, Suore Missionarie della Consolata e alcuni Superiori generali di istituti missionari. Sono giorni di movimento in casa, ma soprattutto di condivisione e arricchimento sia nei momenti di incontro del convegno che negli altri della giornata come i pasti e i momenti liberi. Sempre più ci scopriamo come famiglia interculturale con tante ricchezze da condividere e con altrettanti passi da fare per vivere sempre meglio in questa realtà che ormai fa parte del nostro modo di essere come Istituto. 8 dicembre: nella Solennità dell’Immacolata presiede per noi l’Eucarestia Mons. Walmir Valle IMC, vescovo di Joaçaba (Brasile) venuto a 13 da Casa Madre - 1/2010 Durante ogni martedì di questo tempo di Avvento la comunità si riunisce per la Lectio Divina sulla Parola di Dio della domenica seguente. E’ sempre un bel momento di condivisione e preghiera che ci aiuta a vivere meglio la nostra preparazione al Natale. 11 dicembre: nel refettorio della casa viene allestito un nuovo presepio preparato con vari mesi di paziente lavoro da parte di Padre Trevisiol a altri suoi collaboratori e collaboratrici soprattutto nella confezione dei vestiti dei vari personaggi che lo compongono. Rimaniamo ammirati per la bellezza artistica di questo presepio caratteristico nella cultura napoletana. A metà mese il Superiore generale ed i consiglieri partono per raduni e incontri in Africa e in America Latina. Rimane in casa il vicesuperiore generale. P. Camerlengo, che si reca per una settimana nella sua parrocchia (Corridonia) per alcuni giorni di Animazione Missionaria e Vocazionale. Natale: Con l’arrivo del Natale ed il periodo delle vacanze vari confratelli partono per altre parrocchie per aiutare nel ministero pastorale o per visitare i propri familiari. Casa Generalizia In casa rimane un “piccolo gregge” che vive e celebra con intensità il Mistero del Natale. Lo celebriamo anche in comunione con il Santo Padre e con tanti pellegrini che in questi giorni visitano la città. Ascoltiamo la sua parola il giorno di Natale in Piazza San Pietro ed ammiriamo in bel presepio allestito al suo centro come ogni anno. In casa ospitiamo varie persone tra parenti, amici e conoscenti dell’Istituto. Con il Canto del Te Deum, nell’ora dei Primi Vespri della Solennità di Maria SS. Madre di Dio, concludiamo il 2009 ringraziando per tutto ciò che abbiamo ricevuto dalla sua bontà ed implorando la sua misericordia per i nostri limiti e mancanze della natura umana. 14 da Casa Madre - 1/2010 Rocha P. Fernando Vitorino Moreira No mês de Outubro aconteceu no México, em Guadalajara, o encontro de todos os Superiores do Continente, animado pelo Vice Superior Pe. Stéfano e pelo Conselheiro Continental, Pe. António. Foi um encontro marcado pela fraternidade e reflexão, para conhecer os passos dados até agora nesta nova abertura no México, refletir o caminho da Continentalidade e os temas do Capítulo. Podemos conhecer , escutar e falar com todos os membros das duas comunidades (Guadalajara e Tuxtla), percebendo o bom inserimento na realidade local, o bom entrosamento com o povo das comunidades que nos rodeiam, o quanto já são conhecidos e queridos os missionários da Consolata e também a beleza de comunidades que nascem com a presença de leigos missionários da Consolata. Depois de um ano de caminhada para conhecer a realidade local, nasce o desafio de consolidar um projeto comunitário de vida e trabalho. Na comunidade de Guadalajara acreditamos na opção pela juventude, através do trabalho de Animação Missionária e Vocacional. A presença nos meios de comunicação, com a Rádio Maria que tem uma cobertura para todo o México. Assim como um desafio missionário no campo das ESPERE (Escolas de Perdão e Reconciliação), sobretudo no mundo da família e do trabalho onde existem muitas feridas. Percebemos que já são muitos os jovens que nos procuram para iniciar uma caminhada vocacional connosco. Permanece o desafio de conhecer ainda melhor a realidade, antes de iniciar a acolher jovens vocacionados. Outro desafio é a necessidade da nossa Região colaborar com um missionário, que embora continuando a pertencer à Região, trabalharia no México. Todos somos convidados a acompanhar de modo particular na oração estes nossos irmãos do México. Lembramos a todos os missionários nosso encontro de Conselho ampliado com todos os Superiores de comunidade, nos dias 09 e 10 de Dezembro. Neste encontro, tendo presente a destinação do Pe. Laurindo para outra Região, deveremos escolher um novo Conselheiro Regional, pensando de convidar todos a participar desta votação. Tendo presente o próximo Capítulo Geral, aproveito para lembrar a importância e a necessidade de todos os missionários responder ao Questionário do Capítulo que foi entregue para todos, isto deve ser feito até Dezembro, depois serão recolhidos todos os contributos dos missionários no Lineamenta, que sairá pela Páscoa. Mais tarde todos seremos convidados a participar novamente da reflexão Capitular, que desembocará no Instrumentum Laboris. Lembro que deveremos também agora escolher dois animadores do Capítulo, para ajudar a da Casa Madre - 1/2010 Amazzonia Na comunidade de Tuxtla, acredita-se na opção pela juventude através da AMV e de um desafio missionário entre os povos indígenas. Recordamos que na Diocese de Tuxtla cerca de 30 a 40 por cento da população é indígena e fica ao lado, de São Cristobal de las Casas, cuja população é de quase 80 por cento de povos indígenas. Vita nelle Circoscrizioni A Palavra do Superior 15 Kenya nível Continental neste serviço, pensando já que um destes será depois escolhido como nosso representante da Região ao Capítulo. Recordo ainda que tivemos entre nós a presença do Administrador Geral que veio para visitar e conhecer nossa Administração, e teve a oportunidade de visitar a Comunidade de Camarã na AIRASOL, tendo assim a oportunidade de conhecer nosso trabalho com os povos indígenas e as dificuldades de acesso às comunidades. Teve um encontro também na Casa Regional e com todos os missionários de Boa Vista onde nos alertou para a necessidade de cada comunidade buscar sua auto-sustentação tendo presente que o subsídio da Direção Geral este ano será menos da metade do ano passado. já o queremos acolher com alegria e desejamos um bom trabalho missionário em nossa Região. Termino com os votos de bom trabalho missionário para todos e as bênçãos da Consolata e do Fundador. Comunico a chegada do Pe. Bento Eugénio Muhita a nossa Região, no próximo dia 20 de Novembro, a quem damos as boas vindas, e desde Quénia em Natal permanente Vita nelle Comunità P. Tobias Oliveira 16 Os sinais exteriores do Natal europeu, numa longa e fria noite de Invenno, pouco dizem ao Quénia, país equatorial com temperatura amena. A celebração natalícia é vivida acima de tudo como um acontecimento cristão. Quando aqui cheguei, nos primeiros anos, trabalhei em Nairobi, onde celebrávamos o Natal como a grande festa das crianças. Através delas tentamos catequizar os adultos. Mais tarde, transferi-me para junto das tribos de pastares do deserto, no interior do país. Aí, as crianças achavam natural que Jesus - que um dia disse: “Eu sou o bom pastor” - tivesse nascido entre animais. A criança queniana aprecia a beleza humana e sentimental do Natal. Não Ihe é dificil compreender Jesus pobre, nascido num curral. Facilmente cria amizade e afinidade com esse menino. Olhando para a pobreza do presépio, as nossas crianças sentem-se parte do cenário. Não da Casa Madre - 1/2010 Ihes peçam para ter pena do pobre Jesus recém-nascido. Elas apreciam a sua pobreza e a precariedade do seu nascimento. Perconrendo este país de contrastes, tenho encontrado com frequência crianças tão pobres que o seu união desejo é ter o pão de cada dia. Numa viagem recente pelo norte, pediam- me «maji», ou seja água. Veio-me à memória a promessa do Senhor feita a quem der um copo de água a um dos mais pequeninos. No meio destas crianças, vivo, por assim dizer, em constante celebração natalicia. Qual podera portanto ser o meu voto nesta quadra festiva? Que a família africana seja estável, amorosa e sã como a fainilia de Jesus, Maria e Jose. Que o Principe da Paz, nascido na insegurança, abençoe estas suas imagens vivas, as crianças e as famílias do continente africano, onde Ele viveu como exilado os primeiros anos da sua infancia. Jorge Cardona Alzate Las Escuelas de Perdón y Reconciliación, en práctica en 14 países, apuntan a que la sociedad transforme sus odios. El misionero de La Consolata, sacerdote Leonel Narváez, editor del libro ‘Cultura política de perdón y reconciliación’. “El perdón no es un asunto exclusivamente religioso, también es una virtud política”. Con esta visión sociológica y 30 años de experiencia con comunidades marginadas en zonas de conflicto, el misionero de La Consolata, sacerdote Leonel Narváez, desarrolla una valiosa obra que ya tiene eco en 14 países del mundo y públicos reconocimientos en Colombia y la comunidad internacional: la Fundación para la Reconciliación, que además de desplegar tareas específicas de mediación, conciliación y arbitraje, concreta sus labores en un escenario propicio: las Escuelas de Perdón y Reconciliación. El padre Leonel Narváez sabe que es posible. Lo asumió desde que se ordenó sacerdote en los años 70, lo ratificó en sus posteriores estudios de sociología, con posgrados en las universidades de Cambridge y Harvard, y después lo constató en la práctica cuando su comunidad lo envió al África a trabajar con las comunidades nómadas en el desierto del Sahara y pueblos vecinos. Durante 10 años, en Etiopía, Sudán o Kenia, adelantando procesos de solución de conflictos evidenció que Óscar Pérez-El Espectador la fuerza de un Estado no está en las armas sino en la capacidad de reconciliación de su gente. En 1989 regresó a Colombia y la comunidad de La Consolata lo envió a la región de El Caguán (Caquetá), donde las Farc se movían a sus anchas. No sólo conoció a jefes guerrilleros como Iván Márquez, Joaquín Gómez o Raúl Reyes, sino que muchas veces conversó con Manuel Marulanda Vélez. “Da la casualidad de que ambos éramos oriundos del municipio de Génova (Quindío) y cumplíamos años el mismo día, el 13 de mayo. Pero como era el día de la Virgen María, a él no le gustaba reconocer la fecha de su nacimiento”, comenta mientras recuerda cómo constató también el florecimiento de la coca. De esa época concluyó que si bien existen causas objetivas del conflicto, como la pobreza o la ausencia de Estado, son mayores las causas subjetivas como las rabias acumuladas o los deseos de venganza que se guardan en el inconsciente y se expresan en una agresividad sostenida. La experiencia de 10 años comprobando las secuelas de la guerra, pero también asistiendo a la ejemplar obra pastoral de monseñor Luis Augusto Castro, dejaron la semilla de las Escuelas de Perdón y Reconciliación que empezaron a cobrar forma en Bogotá, después de que el padre Leonel Narváez, amenazado, dejó El Caguán. da Casa Madre - 1/2010 Bogotà La idea surgió en 2002 en Bogotá, con el propósito de difundir en 60 barrios de la ciudad las experiencias internacionales en pedagogías de perdón utilizadas en la década de los años 90, y ese mismo año se llevó a la práctica con 200 líderes barriales de las Juntas de Acción Comunal, que se encargaron de multiplicar el aprendizaje. Hoy, a través de talleres de 80 horas de duración, las Escuelas de Perdón y Reconciliación están ayudando a que muchas personas, familias, comunidades o instituciones transformen para su beneficio las secuelas del odio, la rabia, el rencor o los deseos de tomar venganza. Vita nelle Comunità El desafío de saber perdonar 17 Cali Vita nelle Comunità 18 Desde entonces, su obra crece silenciosamente, no sólo en sectores críticos sino como terapia familiar o apoyo a los adolescentes. Ya la fundación ha tenido el respaldo de la Unesco y hace presencia en Colombia, Perú, Brasil, Venezuela, Bolivia, Chile, República Dominicana, Estados Unidos, Canadá o Sudáfrica, entre otras naciones. No propiamente como acción experimental sino como trabajo sustentado en bases teóricas, pues el padre Leonel Narváez tiene claro que “cuando una persona o un colectivo humano aprenden a perdonar, se producen procesos de liberación que modifican el diario vivir”. El modelo de Robert Enright, que enseña a descubrir el peso de la rabia, para tomar la decisión de perdonar, trabajar en este camino y lograr la liberación de la prisión emocional. O el sistema de Everett Worthington que induce a reconocer las heridas del pasado, para después identificarse con los héroes del perdón, a fin de ir reduciendo los rasgos negativos y los agobios del pasado, y lograr el giro lingüístico que conduzca a la práctica cotidiana del perdón. Son conceptos teóricos, dirían los más escépticos, pero también palabras sanadoras que van creando una conciencia fuerte para enfrentar a los violentos. Y para no dejar dudas, recogiendo textos de consumados promotores de estas tesis, como el experto inglés Soussan Abadian, la reconocida psicóloga Donna Hicks o el ministro presbiteriano Rodney Petersen, el sacerdote Leonel Narváez acaba de publicar un valioso libro: Cultura política de perdón y reconciliación. Pero no sólo incluye sesudas reflexiones sobre el poder de la memoria, el perdón y las religiones o las sociedades que crecen con justicia, compasión y dignidad, sino que por primera vez explica cuáles son los pilares conceptuales de sus Escuelas de Perdón y Reconciliación. “Yo sé que es posible”, recalca el padre Leonel Narváez, quien a través de sus talleres insiste en que se dé “una catarsis donde se saquen afuera los sapos y las culebras que contaminan la conciencia”. Y agrega convencido: “No se trata de abrirle paso al olvido, ni negar el derecho a la justicia ni mucho menos pasar por ingenuos, es un ejercicio de transformación de la memoria que exige una actitud distinta a la inutilidad de la guerra”. Ya lo dijo y lo probó el Premio Nobel de Paz, Desmond Tutu: “Sin perdón no hay futuro”. El padre Leonel Narváez busca que algún día se ensaye este camino para Colombia. Cali: Quedó abierta la primera biblioteca de la Pastoral Afro La Pastoral Afrocaleña anuncia con orgullo que están abiertas las puertas de la primera biblioteca de la Pastoral Afro en la Arquidiócesis de Cali, ubicada en la parroquia Nuestra Señora de Aguablanca al oriente de la ciudad. Esta iniciativa responde a la línea de promoción humana y con ella se espera responder en parte las necesidades escolares del semillero afroinfantil, igual que al resto de la niñez en los barrios aledaños. Éste logro ha sido posible gracias a los Misioneros de la Consolata da Casa Madre - 1/2010 y el bachillerato. La segunda fase del proyecto consistirá en dotar el salón con material afro; libros, multimedia (video, sonido, software interactivo), pinturas, artesanías, etc. Todos están invitados a acercarse a conocer esta iniciativa, colaborar donando material, ó dar a conocer la biblioteca para que otros puedan beneficiarse y/ó apoyar el proyecto Formación de Catequistas en Puerto Leguízamo - Putumayo p. Salvador Medina Nuestro Objetivo fue: Lograr introducir a los animadores de la fe católica en un proceso formativo que los lleve a mejorar su vida y su fe cristiana, dándole bases sólidas para poder acompañar mejor a sus comunidades. Soñamos: La intensión no es llenar de contenidos a las personas, sino ayudarles a ver con más claridad el seguimiento de Jesús, entender el porqué de la Iglesia y la necesidad de ser multiplicadores de esa verdad proclamada por Jesús en este contexto amazónico. Como evangelizadores deseamos llevar una continuidad en nuestra evangelización, contribuyendo así al progreso espiritual de nuestras comunidades cristianas. Esto implica llevar una formación de catequistas a través de un curso extendido a lo largo de unos años, donde se prepare y se organice una formación sólida para catequistas de esta región. Propuesta del encuentro de Catequistas. Aunque conocemos que algunos de los catequistas antiguos habían visto la introducción a muchos temas que se desarrollaron, nos pareció necesario por este año 2009, hacer una introducción general de cada área que más adelante trataremos en particularidad. Esto ayudó a los catequistas a tener una visión global y poder entender mejor los diferentes contenidos que van a recibir más adelante. Como evangelizadores organizamos los contenidos y preparamos mejor cada temática durante el transcurso del año. Este proceso de introducción dio espacio a la gran espera del Nuevo Vicariato y a la llegada de nuevos evangelizadores que nos ayudaran en este proyecto. Como evangelizadores nos comprometemos a organizar nuestras ideas y contenidos, ayudando a profundizar en los temas propuestos, y elaborando algunos textos escritos que le puedan servir Puerto Leguízamo Tener una continuidad en la formación de los animadores de la fe católica. Logrando hacer con ellos un proceso donde tengan ideas claras sobre la religión que profesan y así fortalecer sus bases cristianas. al catequista para repasar y utilizar en sus comunidades. Vita nelle Comunità y a la comunidad parroquial María Madre de las Misiones, del barrio Modelia en Bogotá, quienes por sus donaciones se ha podido dotar esta biblioteca con libros, estantes, útiles escolares, juguetes y un computador. Así mismo se ha podido comprar camisetas para los niños y subsidiar la movilidad de las misioneras que prestan su servicio a esta causa. El contenido de los libros responden a conocimientos de educación básica general que cubren la primaria 19 da Casa Madre - 1/2010 Cali Áreas desarrolladas: Fundamentos Doctrinales, Fundamentos Bíblicos, Liturgia, Sacramentos, Espiritualidad, Dimensión Cultural (antropología), Metodología y didáctica. Distribuyendo la formación en estas áreas llevamos un proceso de formación donde el eje transversal fue la cultura amazónica, para que estos contenidos se puedan concretar allí en el lugar donde el catequista vive y realiza su labor apostólica. La introducción que quisimos dar en este año 2009, partió teniendo como centro a JESÚS. Importante que el catequista comience a entender desde Jesús la revelación de Dios Padre y su tarea como multiplicador de ese mensaje de amor. Como equipo de evangelizadores debemos concretar mejor este proyecto para el 2010. Queda por definir por cuánto tiempo llevaremos adelante esta formación. Marialabaja Vita nelle Comunità P. Pepe Svanera 20 Come discepoli e missionari proponiamo Gesù’ di Nazareth, nel rispetto della religiosità del nostro popolo, tentando insieme alcune risposte concrete a bisogni spesso elementari del territorio senza la pretesa di risolvere problemi che esigono principalmente un cambio di mentalità mentre si aspetta pazientemente l’interesse dei governanti di turno. Queste circostanze hanno portato la missione a proporre e realizzare alcune iniziative di tipo sociale con gli animatori delle diverse piccole comunità cristiane per rispondere ai bisogni della nostra gente. Le vogliamo ricordare perché abbiamo potuto portarle avanti solamente grazie a voi. 1. La prima iniziativa è stata quella delle “SCUOLETTE” o asili per i bambini più poveri del paese con età compresa tra i due e i cinque anni. Abbiamo iniziato nel 2000 con un primo gruppetto e quest’anno abbiamo raggiunto la cifra di trecentoventicinque bimbi distribuiti in quattro “scuolette”. A questi bambini si offre la possibilità di trascorrere la giornata con una maestra e di usufruire di un pasto caldo oltre l’assistenza medica periodica. da Casa Madre - 1/2010 Nel 2008 le persone che sempre hanno accompagnato l’iniziativa hanno dato vita a una Fondazione per assicurare la continuità e il futuro delle “Scuolette” anche se la parrocchia continua a seguire l’iniziativa e a cercare risorse con amici e padrini. 2. Con i giovani e i rispettivi gruppi giovanili, dopo aver ristrutturato alcuni saloni vicino al tempio parrocchiale, stiamo adeguando due aree (“Alto Prado” e “Montecarlo”) nel settore urbano per la formazione, lo sport e la ricreazione. 3. Con i contadini, gli sfollati e la popolazione in generale abbiamo dato vita, fuori paese, al “CENTRO DI FORMAZIONE LA CONSOLATA” dove in questi tre anni abbiamo realizzato continuamente incontri di formazione nei più diversi campi per creare coscienza, partecipazione, organizzazione e sviluppo. Attenzione particolare è stata data al fenomeno degli “SFOLLATI” (“desplazados”) a causa della violenza. Li abbiamo seguiti nell’organizzazione e legalizzazione e abbiamo potuto conseguire dei terreni per 4. Per decentralizzare sempre piu’ il progetto e’ nato nella comunità di Nueva Esperanza il “CENTRO AFRO-ALLAMANO” punto strategico nel territorio che favorisce l’accesso della maggioranza delle comunità contadine. In questo spazio realizziamo attività ricreative e formative con bambini, giovani, adulti e donne in particolare, in spazi ampi e ben distribuiti con la possibilità di coltivazioni di ogni tipo e allevamento di animali da cortile, pesci, maiali... 5. Ultima nata, a cinquecento metri del Centro afro-Allamano, e’ la “FATTORIA GENTE DEL CAMPO” di sette ettari che vuole essere modello di agricoltura e allevamento del bestiame soprattutto per i giovani contadini della regione interessati alle coltivazioni tradizionali e allo stesso tempo dovrebbe aiutare a finanziare le diverse iniziative portate avanti dalla parrocchia in vista di una progressiva e completa autonomia dei progetti. “appoggiare” concretamente i nostri contadini che ancora producono cibo. 1. Assistenza tecnica con alcuni giovani contadini che stanno imparando nei nostri Centri nuove tecniche. 2. Produzione e distribuzione di semi propri del nostro territorio e che si possono riprodurre. 3. Animali in comproprietà con il progetto per favorire l’economia domestica e un allevamento adeguato. 4. Trasformazione di alcuni prodotti basici dell’alimentazione locale con i mulini della “Consolata” per il riso e il mais e la trasformazione del latte e della frutta. Sogniamo adesso con uno o più trattori per: 1. Appoggiare i contadini che ancora producono cibo e non possono permettersi di arare la terra se non a costi impossibili. 2. Trasportare i prodotti della campagna fino alla strada principale. 3. Raccogliere gruppi di bambini e giovani per le attività ricreative e formative nei nostri Centri soprattutto nei fini settimana. Per alcuni e’ molto quello che tentiamo di fare, per altri e’ troppo poco, altri ancora non sono per niente d’accordo e parlano di “missione superata”, “colonialismo”, “eurocentrismo” e prospettano “missione nuova”, “nuovi areopaghi”, “missione virtuale”... Rispetto dell’ambiente, sicurezza e sovranità alimentare sono per noi valori inalienabili anche se purtroppo e’ sempre più difficile resistere all’aggressione delle coltivazioni di palma africana per biodiesel sempre più diffuse nella regione. La verità e’ che noi ci sentiamo bene, contenti e felici con la nostra gente condividendo timori e speranze facendo quel poco che si può e senza rumore, aspettando con estrema serenità, come un dono, il Regno di Dio che il Bimbo di Betlemme ha inaugurato e assicurato. Marialabaja Con queste iniziative crediamo di avere adesso il minimo necessario per realizzare, anche con l’aiuto dello Stato e di altre organizzazioni, ogni tipo di programma formativo per accompagnare la nostra gente e migliorare la qualità della vita convinti che questo territorio e’ un grande dono di Dio. Con piccole iniziative da qualche tempo vogliamo inoltre non solamente “educare” ma anche Vita nelle Comunità la costruzione delle loro case e realizzare con loro un progetto di autocostruzione di ottantadue “inizio di casa” con stanza e cucina in muratura. 21 da Casa Madre - 1/2010 Casa Madre Curiosità in Casa Madre P. Antonio Giordano In Casa Madre abbiamo la fortuna di cogliere le osservazioni dei confratelli che passano o si fermano per un tempo in vacanza dalle missioni. La loro curiosità sui cambiamenti che notano è più che legittima. Qualcuno ha tentato di andare direttamente nell’ufficio di amministrazione regionale o legale, e … non vi è più riuscito; si è trovato bloccato da una porta di sicurezza sbarrata. Un altro ha tentato di entrare negli uffici della Redazione delle nostre riviste… ha trovato i locali semisgombri. Entrando in refettorio c’è chi esclama, “Dov’è andato il tavolone del centro!” Un altro sentendo parlare della Biblioteca o del Museo esclama, “Ma ci sono ancora!?”. Vita nelle Comunità Il Museo etnologico. C’è ancora, e viene trasportato in un altro locale che sta prendendo forma a norma di legge, in modo che possa, in un prossimo futuro, essere aperto al pubblico. Il locale è nel seminterrato che fa angolo tra C. Ferrucci e Via Cialdini. L’adattamento dei locali e il trasporto del materiale richiede non poca fatica e forse non poco tempo. È previsto un anno per la totale ristrutturazione dell’ambente e la susseguente sistemazione dei locali. 22 da Casa Madre - 1/2010 L’incaricato del Museo è P. Giuseppe Quattrocchio che ha preso con coraggiosa passione la grande eredità lasciata da P. Bartolomeo Malaspina, a cui vanno i più sentiti ringraziamenti. Ordinare in vetrine omogenee il ricco assortimento del materiale etnografico e antropologico, tenendo presente il piano generale di quello che sarà il museo visitabile dal pubblico, è un’impresa gigantesca. L’incaricato ha certamente bisogno di aiuto e di incoraggiamento e la sana curiosità dei missionari in vacanza può fornire l’uno e l’altro. La Redazione delle nostre riviste. Presto occuperà la nuova sede in cui, presentemente, i muratori, i decoratori, gli elettricisti e i “internet men” stanno lavorando con grande briosa alacrità. Il locale è situato sopra gli uffici dell’amministrazione pubblica, messi a nuovo lo scorso anno, e funzionanti a pieno ritmo. Da questa stessa entrata si potrà salire al piano ammezzato dove sono gli uffici della Redazione. Tutte e due i locali, uniti da uno scalone, sono così a norma di legge per impiegati e visitatori. Responsabile della Redazione è P. Anataloni Gigi, che da qualche mese lavora in redazione. Vita nelle Comunità La pubblicazione delle nostre riviste: Missioni Consolata, Amico e Famiglia IMC, forma un campo in continua agitazione, cambiamenti, nuove intuizioni, nuove forme e nuove sostanze, nuove apparenze e nuovo contenuto… insomma tutto quello che è necessario per interessare la nostra società italiana e per dare ai volonterosi, che ancora ci sono, ma con gusti molto diversi dai nostri, qualcosa di fraternamente missionario. La Biblioteca. È ancora situata nel vecchio locale che occupò dopo l’ultima guerra quando venne ricostruita la parte bombardata della Casa Madre. Per ora ha semplicemente riempito di scaffali e di libri gli spazi vuoti, ma si è anche estesa ai due piccoli saloni, uno accanto e l’altro sopra l’aula magna. Uno funziona come sala di ricevimento del pubblico, piuttosto contenuto, perché i locali non sono a norma di legge, e l’altro contiene le riviste missionarie di utilità nostra, di cui un cinquantina enumerano la raccolta completa, e sono rilegate in volumi annuali. La biblioteca conta 100 mila e cinquecento volumi catalogati. L’ultima donazione del Prof. Vittorio Maconi, l’ha arricchita di oltre 500 volumi di etnologia e antropologia in lingua italiana, francese, tedesca e inglese e di un buon numerosi riviste antropologiche. Diversi nostri missionari in vacanza hanno avuto la possibilità di usufruire delle facilità che la biblioteca offre, anzi qualcuno ha posto il suo studio in biblioteca, con nostro grande piacere, tanto che, abbiamo concluso, che anche nell’era del computer i libri cartacei hanno ancora il loro valore ed il loro appiglio. Casa Madre Vi lavorano Fr. Zanchettin Roberto e il Sig. Baralis Luciano, volontario, appassionato della biblioteca. Con la sua signora Marilena hanno computerizzato, negli anni passati, e sistematicamente collocati sugli scaffali gli oltre cento mila libri. Coopero anch’io nel limite del possibile. Il lavoro non solo di catalogazione delle sempre nuove, anche se modeste, donazioni, ma di manutenzione degli ambienti e di controllo dei libri che si concedono in prestito al pubblico, non è indifferente. Si vorrebbe avere un locale più ampio, e più appropriato ad una biblioteca, ma per il momento le cose rimarranno così come sono. 23 da Casa Madre - 1/2010 Lisboa Lisboa: Casa Regional P. Herculano e P. Norberto O mês de Novembro é sempre dos mais fartos em acontecimentos celebrativos e associativos do ano. Com a saída a 29 de Outubro do P. Herculano, superior da casa, para Albufeira onde foi aliviar o Pároco, nosso amigo de longa data, e também completar as magras férias que tinha encaixado em Outubro, foi precisa uma certa ginástica para responder aos apelos do costume e outros suplementares. Valeu a “juventude” operante do P. Zintu, e a generosidade ‘sofrida’ do irmão Albino, Vita nelle Comunità devido a irritante agravamento das suas artroses. É que Novembro parece ser ‘o mês de todas as reuniões’ a nível de Igreja e de Conferência dos Religiosos e outras. Assim, logo depois de comemorar os Santos declarados e os muitos santos anónimos ou defuntos que nos precederam o P. Norberto começou as suas correrias para Fátima ‘lugar de todos os encontros’. Primeiro foi o do Conselho Nacional de Missões a 9 e, de 16 a 18, a Assembleia Geral da Conferência dos religiosos (CIRP) , logo seguida da do IMAG, Institutos Missionários Ad Gentes. A do CEF, (Centro de Estudos de Fátima) que o ano passado foi a sexagésima quarta melhor escola do país e a melhor em absoluto em História, teve que ser adiada por falta de tempo e intromissão da gripe num dos membros da direcção. Antes de 24 da Casa Madre - 1/2010 partir para todas estas reuniões celebrámos, a 16, a memória de todos os nossos defuntos. O verão de S. Martinho decidiu adiar para mais tarde o seu sorriso. E foi por isso que o magusto em que participámos, no Cacém foi um pouco molhado. Mas isso não arrefeceu o fervor dos AMC que tiveram neste dia 15 a sua assembleia nem apagou o fogo de assar castanhas. Teve que se acrescentar mais um adjectivo à alusiva frase a elas «quentinhas-húmidas-e boas». Não faltou a boa disposição que acabou numa perseguição geral à procura de caras para mascarar com a cinza negra da fogueira. 20: O P. Herculano regressa de Albufeira, onde esteve três semanas a substituir o pároco, P. Rosa, nos serviços paroquiais. 21: O Superior regional vai a Fátima para a habitual reunião de Secretariado da Missão. Regressa à tarde para a missa em Santo Eugénio. Ligamos o aquecimento devido ao frio repentino e à humidade na casa. 22: P. Zintu celebra em Santo Eugénio a festa de Cristo Rei. O P. Herculano preside no Externato à festa da Luz que reúne umas 60 crianças mais os pais e padrinhos. Festa bonita. O Superior Regional vai ao Zambujal presidir à profissão religiosa do clérigo brasileiro João Batista Amâncio dos Santos a residir no Cacém. 23: Passa de corrida o administrador regional para recolha de mais umas assinaturas para os bancos. Segue logo de manhã para o banco e daí para o Cacém. 25: Realiza-se o funeral do Sr. Fernando Bonifácio, pai do nosso P. Helder Bonifácio falecido ontem no hospital militar. Participam da casa regional o P. Superior Regional e o P. Zintu, além de outros padres de Fátima e do Cacém na missa em Algueirão- Mem Martins. O P. Herculano vai ao Porto para a habitual consulta médica. 26: Desta vez é o cunhado do P. Tavares que vai a sepultar em Cardigos. Mais uma vez o P. Superior Regional participa e mais uma vez é adiada o reunião da direcção regional para amanhã em Fátima. 30: Retiro Regional em Fátima. Orienta superiormente o P. Ramón Cazzallas com dois temas oportunos: “Os ventos do Advento” e “Santidade do Santo Cura de Ars». À tarde realizouse uma mini assembleia desta vez dedicada à projecção e apreciação dum estudo prévio feito em vista da reestruturação do complexo Fátima, estudo que suscitou abundantes esclarecimentos e farta partilha. Seminarista da Consolata renova os votos em clima de festa no Zambujal Vita nelle Comunità Ao fim da tarde chega o P. Jaime Marques para mais uma sessão no tribunal amanhã por causa do processo com o BPN. A comunidade do Cacém João Batista, seminarista da Consolata, brasileiro, que está a fazer o ano pastoral no bairro do Zambujal, renovou os votos no último domingo, 22, com uma bonita celebração preparada e organizada pelos moradores da comunidade. Cacém Ele diz que ficou muito emocionado porque descobriu o carinho e a atenção das pessoas pelo seu trabalho no bairro, apesar de estar há apenas dois meses na comunidade. A Celebração Eucarística foi presidida pelo Pe Norberto Louro, Superior Provincial do Missionários da Consolata, juntamente com os concelebrantes Pe Maurício e Pe Elísio. «Foi muito gratificante para mim, saber que a comunidade preparou e organizou a celebração de maneira viva e alegre que me fez sentir em casa» comenta o seminarista. A festa girou em torno de três importantes motivos: primeiro por ser a festa de Cristo Rei do Universo; segundo, a renovação dos votos temporais do João e, terceiro, a comunidade aproveitou para publicamente dar as boas vindas ao Padre Maurício, que já trabalha no bairro há alguns meses. Pedro Claver, do padre Barros, dos Leigos e Jovens Missionários da Consolata, do seminarista Nuno, que está no seminário em Braga e, ainda com a equipa da Revista Fátima Missionaria. Logo após a celebração, a comunidade organizou um almoço partilhado, onde os participantes tiveram a possibilidade de saborear variados pratos típicos, preparados pelos moradores do bairro. Na parte da tarde a comunidade reuniu-se para ver o vídeo da missa de despedida do padre Matias, um missionário incansável que tanto fez pelo bairro nos anos em que trabalhou lá. A festa contou ainda com a presença das Irmãs Missionarias da Consolata, das Irmãs de São 25 da Casa Madre - 1/2010 Jardim Peri Renovação dos votos e instituição aos ministérios Julio César Caldeira Comunidade Nossa Sra. da Penha acolhe Seminaristas do Instituto Missões Consolata e testemunha a renovação dos votos e instituição de ministérios... Vita nelle Comunità “A profissão religiosa é o ato com o qual, publicamente, perante a Igreja, respondemos ao chamado de Cristo; somos consagrados por Deus como religiosos para a missão “ad gentes”; comprometemo-nos a viver o estilo de vida do Instituto, no qual fomos acolhidos. Tornamo-nos servos do Evangelho.” (Constituições IMC, nº 50) 26 Durante a celebração eucarística do dia 15 de novembro na matriz de N.Sra. da Penha (Jardim Peri – São Paulo), tivemos a alegria de renovar os votos religiosos por mais 13 meses, segundo o carisma do Instituto Missões Consolata. Os conselhos evangélicos (pobreza, castidade e obediência) na Igreja são emitidos por aqueles que assumem a vocação à vida consagrada são meios, caminhos para responder, de forma concreta ao chamado de Deus para o apostolado e a missão. A celebração foi presidida pelo Pe. Lírio Girardi, superior regional e concelebrada por sete missionários da Consolata. Fomos dezoito estudantes renovando os votos, nove sendo instituídos ao ministério do leitorado e três sendo instituídos ao ministério do acolitado. “O Leitor é instituído para a função que lhe é própria: de ler a palavra de Deus nas assembléias litúrgicas. (...) preparar os fiéis para a recepção digna dos Sacramentos. Poderá, além disso, na medida em que for necessário, ocupar-se da preparação de outros fiéis que, por encargo temporário, devam ler a Sagrada Escritura nas ações litúrgicas. (...) O Leitor, consciente da importância do ofício recebido, há de ter o cuidado de aplicar-se e de lançar mão de todos os meios oportunos para alcançar mais plenamente e cada dia desenvolver o conhecimento e o suave e vivo amor da Sagrada Escritura, de modo a tornar-se um discípulo mais perfeito do Senhor.” da Casa Madre - 1/2010 “O Acólito é instituído para ajudar o Diácono e para servir o Sacerdote. É sua função, portanto, cuidar do serviço do altar; auxiliar o Diácono e o Sacerdote nas ações litúrgicas, sobretudo na celebração da Missa; distribuir, como ministro extraordinário, a Sagrada Comunhão (...). Pode ainda ser-lhe mandado, em circunstâncias extraordinárias, que exponha publicamente o Santíssimo Sacramento à adoração dos fiéis, e depois o reponha (...). Destinado de modo particular para o serviço do altar, o Acólito há de procurar conhecer o que diz respeito ao culto divino e compreender o seu significado íntimo e espiritual, de modo que, em cada dia, se ofereça a si próprio totalmente a Deus e, por sua atitude grave e respeitosa, seja para todos exemplo no templo sagrado, amando sinceramente o corpo místico de Cristo ou povo de Deus, sobretudo os fracos e os doentes”. No dia anterior, em preparação a este momento, estivemos recolhidos num retiro espiritual assessorado pelo Pe. Patrick Silva, imc, no Centro de Animação Missionária José Allamano (Castelinho). Meditamos sobre o chamado de Jesus a sermos pescadores da humanidade (Lc 5,1-11), revendo nossa própria história de vida e do chamado de Jesus e, por fim, ver a verdadeira riqueza (a partir de Mc 10,17-30). Queremos agradecer pelo acompanhamento dos nossos formadores Pe. Luiz Emer e Pe. Francis 1º ano: Dani, Stephen, Sylvester, Innocent e Philip (renovaram os votos) Njoroge, pela acolhida e preparação por parte de todos da paróquia de N.Sra. da Penha e pela participação dos missionários da Consolata, das noviças, junioras e irmãs missionárias da Consolata, dos(as) leigos(as) missionários(as) da Consolata, dos membros de outros institutos e dos(as) 2º ano: Adrien, Dieudonné, Henri, Gerald, José Rafael, Joseph, Júlio, Robério e Tekele (renovaram os votos e instituídos ao leitorato); 3º ano: Denis, James e Michael (renovaram os votos e instituídos ao acolitato); 4º ano: Jacques (renovou os votos). Comunidade de Maturuca Vita nelle Comunità amigos(as) presentes neste momento marcante de nossas vidas. “O auxílio de Deus, a materna assistência de Maria Santíssima Consolata e a paterna proteção do Bem-aventurado José Allamano nos ajudem a perseverar nesta sublime vocação e a ser fervorosos apóstolos. Amém!” Pe. Mario Campos Temos certeza de que nos dias que seguiram ao 15 de outubro, a comunidade de Maturuca esteve na boca de quase todos os missionários da região e de muitas outras pessoas. Mas lamentavelmente não foi porque de lá estavam chegando boas noticias. Maturuca Nesse dia, por volta das 10.30 horas, um helicóptero militar sobrevôo varias vezes a comunidade e a missão. Logo em seguida a comunidade indígena foi invadida por um contingente de militares e alguns policiais federais. O segundo tuxaua da comunidade, veio nos chamar, pois os militares e polícia federal queriam falar conosco e ver nossos documentos. Dirigimos-nos imediatamente ao malocão, no centro da comunidade, onde os referidos militares e policiais, rodeados por um forte esquema de segurança armada, conversavam com algumas lideranças e nos esperavam. Fomos recebidos pelo coronel ao mando e logo depois um policial federal começou a pedir nossa documentação. Primeiro colocaram problema pelo fato de sermos estrangeiros e não termos o passaporte, embora com nossa documentação brasileira em regra. Depois solicitaram autorização para estarmos em área. Mostramos a autorização por escrito das lideranças da região e do CIR, mas disseram que não era suficiente, que precisava ser da FUNAI. Explicamos que há meses que foi pedido esse documento, mesmo pelos próprios indígenas (mas quando a vontade de facilitar não é muita as coisas não rolam). Não teve jeito, sem esse documento não podíamos ficar em área, insistindo sempre no fato de sermos estrangeiros. Primeiro queriam levar-nos para o quartel do Uiramuta, mas concordaram com que viajássemos por nossos meios para Boa Vista, sendo acompanhados pela PF parte do caminho. 27 da Casa Madre - 1/2010 Maturuca Em todo momento as lideranças estiveram conosco, e nos acompanharam até a cidade para resolver o problema. Reunião com Dom Roque, a advogada, as lideranças, o coordenador do CIR... Conversa deles com o administrador da Funai, e no dia seguinte estamos de volta em Maturuca com uma autorização até final do ano. Agora fica pendente uma luta a um nível superior. Continuamos acreditando o mesmo que o CIMI, que a FUNAI não é quem deve autorizar nada, é a vontade dos indígenas o que serve. Mas as 19 condicionantes do STF só vieram a atrapalhar a vida deles e são um retrocesso na conquista dos seus direitos. Preocupante o abuso de poder, as mostras desnecessárias de força, o desrespeito ás lideranças da comunidade,... Não foi por acaso Maturuca, considerada pelos setores antiindígenas o “quartel geral” da resistência indígena (os militares já foram lá anos atrás na procura de armas). Não foi por acaso que, segundo contou o tuxaua para nós, a primeira pergunta foi “onde estão os estrangeiros, onde estão os padres”. Vita nelle Comunità De outra parte foi bonito sentir o apoio da gente em forma de preocupação, indignação, incredulidade, até alguma lagrima saiu... Isso nos da mais força para acreditar e continuar na nossa missão. Missão, que como o próprio Jesus alertou, não é isenta de perseguição. Bom, mas alem desse acontecimento, nas ultimas semanas, na comunidade de Maturuca aconteceram mais coisas importantes e significativas. No mês de setembro o presidente da FUNAI, manteve um encontro com lideranças em Maturuca e garantiu a presença do presidente Lula na festa de comemoração da Homologação a ser celebrada em abril de 2010. Nós missionários continuamos nossas visitas às comunidades da região, cursos de catequistas, reuniões e assembléias sobre saúde, educação etc. Destacamos o encontro da equipe de missionários da Raposa Serra do Sol junto com os coordenadores das quatro regiões que aconteceu em Camará. Tanto lideranças como missionários percebemos que, com a questão da terra já resolvida, entramos numa nova etapa na historia dos povos da RSS. Manter forte e viva a união e a organização das comunidades, a participação na política partidária, continuar o combate ao alcoolismo, o controle de programas e projetos públicos como a bolsa família que em nada estão ajudando as comunidades, o melhoramento da produção, a juventude e as escolas nas que estão estudando... são algumas das muitas preocupações e desafios a enfrentar. A enfrentarmos juntos, alias, por que eles continuam querendo (e cobrando) a presença e apoio dos missionários. E para finalizar, falar da despedida brindada ao Paolo, que já está retornando para Itália o dia 1 de novembro. Foi um momento bonito e emocionante. Poemas, cantos, discursos das lideranças e palavras de agradecimento não faltaram, assim como uma gostosa janta... O carinho e reconhecimento do trabalho feito após estes seis anos é muito e deu para perceber. As pessoas de Maturuca, o mesmo que nós missionários, não perdemos a esperança de contar com ele de novo. E assim o fizemos saber. Obrigado Paolo e bom retorno para sua terra. Sua missão não acabou, só mudou de aqui para lá. 28 da Casa Madre - 1/2010 José Antônio Araújo da Luz – Postulante IMC “É preciso que o Espírito Santo seja a vida de teu coração”. Na espiritualidade missionária é o Espírito Santo de Deus que nos faz missionários de Jesus e na vivência mística da fé é o mesmo Espírito que orienta o coração para a presença constante de Deus. É o Espírito que torna sensível a alma e o coração humano na relação íntima com Deus. O Espírito Santo sabe, sonda e revela todas as coisas. O apóstolo Paulo ensina que o Espírito Santo sonda as profundidades de Deus (cf. 1 Cor 2, 10), desta forma, Ele pode nos revelar o ser de Deus e em Deus podemos viver sem medo de sermos felizes. O mês de outubro se inicia com a memória de uma das maiores santas da história da Igreja que sonhava em ser missionária, mas a doença não lhe permitiu. Ela conseguiu ser uma missionária no espírito, pois se entregou à oração pela conversão dos pecadores e pelos missionários da Igreja. Por isso foi proclamada padroeira das missões. Santa Teresinha tinha uma profunda visão de Igreja e a consciência clara de sua vocação missionária. Suas orações não eram alienadas, mas eram feitas em plena união com a realidade sofrida da Igreja de seu tempo. O missionário, ao levar a Boa Nova a um mundo angustiado e sem esperança , não pode se apresentar triste e desconsolado, impaciente ou ansioso, mas deve manifestar uma vida irradiante de fervor e da alegria de Cristo. Neste espírito missionário, queremos partilhar com as comunidades da Região Amazônica, sobre a nossa caminhada e as motivações vividas com tanto ardor neste mês de rosto missionário. Dia 02 de outubro, foi um dia muito especial, memorável para aqueles Missionários da Consolata que neste dia recordam sua primeira profissão religiosa. A alegria foi engrandecida pelo fato de a família Consolata em Manaus ter se reunido para celebrar o jubileu de 50 anos de profissão religiosa do Irmão Tarcisio, que com grande alegria e testemunho afirma viver em si mesmo aquele amor de Deus que, segundo Paulo Apóstolo, é tudo em todos. A missa de abertura desta festividade foi celebrada na área missionária Santa Maria Goretti, na Comunidade N. Sra de Nazaré, padroeira e rainha da Amazônia, que Vita nelle Comunità Santa Luzia Santa Luzia 29 da Casa Madre - 1/2010 Santa Luzia Vita nelle Comunità estava em festa, mãe que como lírios mimosos do mais suave perfume, dá a benção a tão dedicada vida consagrada. Mas não parou por ai. No dia 9 de outubro, foi a vez da comunidade formativa reunida em Santa Etelvina, formandos, irmão Tarcício e padres, para que juntos pudéssemos também demonstrar toda nossa alegria ao dedicado amor ele sempre teve para conosco, nós jovens formandos. Assim, tivemos uma bonita celebração e depois um ótimo comes e bebes de confraternização. A festa maior aconteceu dia 11 de outubro, quando toda a área missionária de Santa Maria Goretti preparou uma bonita festa, com a celebração, com grande participação dos jovens que, animados pelo irmão Tarcisio, quiseram alegrar-se nesse momento tão especial. Foi tão bem preparada essa celebração que seria difícil descrever tudo o que foi feito. O momento mais marcante foi a apresentação das crianças da Infância Missionária, que conseguiu arrancar dos rostos um sorriso ou até mesmo lagrimas de tão bonito que foi. Foram muitas as homenagens de pastorais e movimentos e tivemos a oportunidade de ver fotos do irmão Tarcisio quando jovem. Nos dias 10, 11 e 12 de outubro, nós jovens formandos de Santa Etelvina e de Santa Luzia, realizamos nosso retiro anual, fora do barulho e agitação da cidade, num espaço ideal para este momento. Trata-se de um sítito que fica num ramal da BR 174 com espaço onde há uma capela, espaço para encontros, muito verde e descanso. Foi um momento favorável para todos nós que nestes três dias pudemos desfrutar de tão bom espaço e de um bom orientador espiritual, que foi o padre Ricardo, que nos ajudou muito na partilha com uma variada programação sempre encerrada com a Santa Missa. Dia 15 de outubro, estando reunidos todos os missionários da Consolata de 30 da Casa Madre - 1/2010 Manaus, aproveitamos para desejar boas férias ao padre José Maria que iria viajar para sua terra natal. Um momento especial neste mês missionário foi também, depois de tantas festas e alegrias em nossa comunidade, um momento ainda mais especial no qual entram as Irmãs da Consolata. Como sabemos, as Irmãs da Consolata, estando no período de preparação para a celebração dos seus 100 anos de fundação, carregam um Ícone da Consolata em peregrinação em todas as comunidades onde trabalharam ou trabalham. No sábado, dia 24 outubro, as irmãs que residem no Bairro Morro da Liberdade trouxeram à paróquia de Santa Luzia, o ícone da Mãe peregrina. Além das missas seguiram-se orações, cantos de louvor e agradecimento pela sua chegada durante 4 dias. Na terça feira, também com a presença das irmãs, formandos e o pároco, padre Gianni Basso, tivemos a Santa Missa, presidida pelo padre Fernando e animada pelo Colégio Consolata. Depois de todas as homenagens na paróquia de Santa Luzia, e dos agradecimentos das Irmãs pela acolhida, o ícone da Mãe Consolata continuou sua peregrinação pelas comunidades onde estão as irmãs, ficando o desejo de todos para que a Mãe Consolata fecunde as sementes lançadas. E ainda temos muito mais a comemorar nos dias 31 de outubro e dia 1° de Novembro, quando toda a comunidade formativa de Santa Etelvina, com o envolvimento das lideranças da Area Missionária local, realiza a Festa Missionária da Consolata, com grande alegria e muito entusiasmo, fechando com chave de ouro este mês tão importante para todos os que, com desejo e amor, vivem a missão de Cristo e assim poder dizer como Santa Terezinha: “Posso, apesar de minha pequenez, aspirar à santidade”. P. Gianni Treglia Alcuni giorni fa stavo andando in città per alcune commissioni. Come al solito, andavo di fretta, tante sono le cose che bisogna fare. E invece...! Arrivati, aiuto a trasportarla al pronto soccorso. Con mia sorpresa mi accorgo che “l’ammalata” era legata come un salame, mani e piedi ben stretti. Mi arrabbio. Mi dicono che è pericolosa, morde. Mi arrabbio lo stesso. Mentre chiamano l’infermiera per un calmante la slego. È vero, morde! Ma non mordeva me che la tenevo abbracciata per tentare di calmarla e tranquillizzarla. Mordeva chiunque altro tentasse di avvicinarsi Arriva intanto la suora che le fa una puntura e piano piano, la nostra paziente si calma, non grida più, non si dimena più. Mi assicuro che le vengano fatte le analisi dovute, mi danno il numero della madre della donna e la chiamo che venga velocemente. A questo punto, sicuro che è in buone mani, proseguo per la città, a fare le commissioni. Ovviamente metà di quelle che mi ero proposto di fare! Mentre sono in giro, l’accaduto mi è sempre in mente, e le solite riflessioni non mancano. Sarebbe bastato fare una telefonata al pronto soccorso per chiamare un’ambulanza! Telefonare? E con che cosa? Con il tamburo forse? E già! Molti oggi hanno il telefonino, ma spesso è solo finto. Oppure lo si riceve in dotazione sul lavoro perché tu possa essere rintracciato... rintracciato sì, ma difficilmente puoi chiamare se non ci metti almeno qualche spicciolo. Ambulanza? Quale ambulanza? È vero! Le ambulanze sono una rarità, riservate a chi possa permettersele, ...e si trova nei posti giusti! Semplici considerazioni, difficili soluzioni! Un paio di giorni dopo l’accaduto è domenica. Vado al villaggio per celebrare la Messa. Al termine della celebrazione una signora con la figlia mi attendono all’uscita: mi vogliono ringraziare. Ringraziare? Non le conosco neanche! E invece...! Invece è proprio lei, Semeni, la donna aiutata alcuni giorni prima. Donna? Ma è solo una bellissima ragazzina di quattordici anni! Non avrei potuto riconoscerla tanto era mal messa quel da Casa Madre - 1/2010 Dar es Salam Avevo lasciato casa e attraversavo il villaggio per avviarmi alla strada asfaltata. Poche centinaia di metri, neppure un chilometro. Proprio in questo tragitto mi imbatto in due persone, sudate, affannate, non saprei descrivere... Trasportano una donna che continua a urlare all’inverosimile. Vista la situazione non esito a fermarmi e a chiedere cosa succede. Mi dicono che la donna ha le convulsioni per la malaria e che la stanno trasportando all’ospedale. All’ospedale? Trasportata a mano? Il più vicino che possa fare il minimo per questa poverina è distante almeno una decina di chilometri. Li faccio entrare in macchina e di corsa la trasporto fino all’ospedale. Vita nelle Comunità Fatti che capitano... riflessioni che vengono! 31 México giorno all’ospedale, tanto era pulita e “stirata” oggi che stava bene ed era venuta in chiesa a pregare. Mi sembrava una donna... invece era solo una ragazzina. La mamma mi racconta la sua storia. Non era malaria! Aveva le convulsioni e si dimenava a causa dell’epilessia che si porta dietro ormai da anni. Nessun medico era riuscito a diagnosticarla in tempo e le sue convulsioni ora possono essere pericolose. Ma non se uno riesce a prenderla con garbo! Mentre l’abbraccio nuovamente, per la gioia ora, e me la coccolo un pò, mi sussurra: “Padre, non ti ho morso, vero? Grazie per avermi aiutata”. Il mio cuore piange commosso. Quando l’ho presa in macchina mi aveva riconosciuto e per questo all’ospedale non mi mordeva. “Mi hai slegata, sapevo che volevi aiutarmi”. La povertà non è necessariamente mancanza di cose. Molto più spesso è non sapere, non conoscere modi di fare, spaventarsi davanti all’ignoto, usare la forza... invece della testa! Mi ero arrabbiato quel giorno per come l’avevano legata per trasportarla, ma non potevo certo prendermela con chi, comunque, stava facendo quel che poteva per aiutare Semeni. Quanta povertà, basterebbe solo un po’ di istruzione in più! Solite riflessioni, difficili soluzioni! Comunque, ci proviamo lo stesso. La Consolata en México Vita nelle Comunità Wilmer Hernández LMC 32 Los Misioneros de la Consolata, llegaron a tierras mexicanas el día primero de Diciembre de 2008, con el propósito de dar inicio a la Misión del Instituto en estas tierras. La conformación del grupo de Misioneros, podemos decir que, reúne en sí mismo toda la interculturalidad e internacionalidad que caracteriza a los Misioneros de la Consolata. Pues en él hay hombres, mujeres y niños, laicos y sacerdotes; de seis nacionalidades y tres continentes, todos unidos por la Misión. En México hemos creado dos comunidades, una en el sur del país, en la ciudad de Tuxtla Gutiérrez (capital del Estado de Chiapas, con unos 600 mil habitantes), integrada por los Padres Noé Antonio Romero (salvadoreño) y Ronildo Franca (brasileño) además de la laica María Elsia Chavarría (colombiana). Ellos viven en la comunidad de San Felipe de Jesús, la cual pertenece a la parroquia Divino Niño, ubicada en un vasto territorio de periférico de unos 45 mil habitantes, desde donde han iniciado un camino de acompañamiento y animación misionera de las comunidades, e igualmente han brindado su apoyo a la arquidiócesis de Tuxtla con animaciones misioneras a los seminaristas y a los sacerdotes diocesanos. da Casa Madre - 1/2010 Durante este primer año de misión, la comunidad Consolata de Tuxtla Gutiérrez, ha realizado un intenso trabajo para conocer la realidad del sur de país, de ese México mestizo e indígena, pobre y muchas veces olvidado por los entes gubernamentales. Día de Navidad de 2008, Los Misioneros de la Consolata, que habíamos llegado el 01 de diciembre a México, nos separábamos, para iniciar el camino de la Misión de nuestro Instituto en estas tierras. La Comunidad de Guadalajara conformada por los P. Abishu Morke, P. Alex Conti y la familia limc Wilmer, Ginette y los niños Francisco Javier y Andrés Miguel; dejábamos tierras Chiapanecas y en ellas a nuestros hermanos (P. Noé Romero, P. Ronildo Franca y limc María Elsia Cheverria) y emprendimos un viaje de unas 20 horas por carretera (previa parada en México DF) para llegar a San Antonio de Juanacaxtle (jalisco) el día 27 de diciembre, y comenzar nuestro camino misionero como comunidad. San Antonio, es un pequeño pueblo de unos 1500 habitantes (aprox.), cercano a Juanacatlan (cabecera de municipio) y El Salto (ciudad de 25 mil hab.) de ambiente rural, la economía del pueblo se basa en la ganadería y siembra del maíz En este primer momento hemos dado una prioridad especial a profundizar los lazos de comunidad y fraternidad entre nosotros. Es el tiempo en que debemos dar un espacio prioritario para el Equipo. Estamos desarrollando y construyendo en común lo que será nuestra presencia en México, conociendo la cultura e historia de México, y lo especifico de nuestro carisma con el cual proyectaremos nuestra acción misionera en esta tierra. Teniendo esto en cuenta hemos ido insertándonos poco a poco en la comunidad. Los niños están viviendo esta experiencia desde su sentir de ser niños, en el colegio, con los demás niños. Los P. Alex y Abishu, prestan apoyo a la Parroquia, con celebraciones eucarísticas eventuales, tanto en la sede parroquial así como en otros caseríos cercanos, además de celebrar una misa en San Antonio. Ginette y Wilmer, a propósito del VI Encuentro Mundial de Familias que se efectuó en México, realizaron Cinco talleres sobre las Familias (Los Valores en la Familia; El Valor de la Vida y el Don de la Vida; El Amor Como Valor; El Valor de la Familia fundada en el Matrimonio y El Valor de la Oración en la Familia). También hemos logrado participar en la emisora radial “Radio María” en donde gentilmente nos han cedido un espacio de una hora al mes para hablar de la misión. En febrero, concluimos nuestro primer encuentro intercomunitario (entre la comunidad de Tuxtla Gutiérrez y la de Guadalajara) pasamos una semana juntos, en donde nos encontramos y fraternizamos, a la vez de revisar como vamos como comunidad y fortalecer comunitariamente las deficiencias, además de ir definiendo el especifico de nuestro carisma aquí en México, para lo cual nos propusimos ir profundizando en: la Animación Misionera, Animación vocacional de los jóvenes, Promoción Humana (Familias, Justicia y Paz, Reconciliación). Vita nelle Comunità y varias hortalizas, la gente sencilla pero muy amables y abiertos. A pesar de ser un pueblo rural, cuentan con un hermoso y amplio templo, dedicado a San Antonio de Padua, dos escuelas federales y un colegio católico. A las afueras del pueblo, cercano a nuestra casa, está el antiguo Seminario de los Jesuitas, convertido ahora en Casa de Ejercicios Espirituales, además el pueblo cuenta con la presencia de una comunidad religiosa, las hermanas Franciscanas de Jesús Crucificado. México 33 da Casa Madre - 1/2010 Warszawa Ceia com 12 pratos P. Silvanus Stock O meu último Natal na Polónia foi todo de branco, coberto de neve. Em Cracovia, apos a missa da meia-noite, fui convidado para a ceia numa familia. É um ritual especial. O pai leu o Evangelho de Natal. Em seguida distribuiu a cada membro da família o oplatek, um pão branco semelhante a uma hóstia. Cada um partilha o seu pão com os presentes e, ao mesmo tempo, pede desculpa pelas ofensas cometidas durante o ano. É um momento de grande emoção. Vita nelle Comunità Segue-se a ceia: karp, peixe; kutia, uma espécie de bacalhau com mel; barszcz, uma sopa muito vermelha; kompot, um sumo caseiro de fruta; kapusta z grzybami, verduras e cogumelos; e outros pratos como piernik, makowiec. Ao todo 12. 34 No dia de Natal, bandos de crianças passam de casa em casa, cantando cânticos de Natal, e recolhem ofertas para ajudar pessoas necessitadas. Um Natal diferente, mas muito sentido. Parroquia Ntra Sra. de la Misericordia – Mendoza P. Antonio Gabrieli La Iglesia en América Latina y el Caribe a través de la palabra de sus pastores en Aparecida, invitaba a todos a ponerse en “estado permanente de misión”. Esto conlleva, nos dicen, la decisión de recorrer juntos un itinerario de conversión que nos lleve a ser discípulos y misioneros de Jesucristo. En efecto, discipulado y misión son como dos caras de una misma medalla: cuando el discípulo está enamorado de Cristo, no puede dejar de anunciar al mundo que sólo él nos salva (DA3). Recogiendo esta invitación, después de algunos meses de preparación hemos iniciado en la da Casa Madre - 1/2010 parroquia la “misión permanente”. Con el Consejo Pastoral Parroquial se decidió dedicar un sábado al mes para visitar las familias de la parroquia empezando por las más alejadas del centro parroquial. En el arco de un año todas las familias deberán recibir la visita de los misioneros. Todos están invitados a participar de la misión y de manera especial los integrantes de las distintas instituciones, grupos y movimientos parroquiales. Siendo ésta, una prioridad pastoral a la que todos tienen que participar, durante este “sábado misionero” se suspende toda otra actividad parroquial. es expresar con gestos y palabras la alegría de ser discípulos del Señor y que Él nos ama a todos cualquiera sea nuestra situación. “Conocer a Jesús es el mejor regalo que puede recibir cualquier persona, haberlo encontrado es lo mejor que nos puede haber ocurrido en la vida y darlo a conocer con nuestra palabra y obras es nuestro gozo”. Vita nelle Comunità Empezamos la jornada con un momento fuerte de oración; se organizan equipos de tres o cuatro personas a las que se les confía la visita de dos o tres cuadras. En la visita se entrega el tríptico de la misión continental, acompañado de una sencilla catequesis sobre su simbología de fe, la oración propuesta por el Papa para preparar la Conferencia de Aparecida y un folleto con informaciones parroquiales. Pero lo más importante de la visita Formándonos para ser enviados P.Jairo Calderon Sergio, español, hace suyas las palabras del apóstol Pablo a Timoteo cuando dice: “Doy gracias a nuestro Señor Jesucristo, porque me ha fortalecido y me ha considerado digno de confianza, llamándome a su servicio a pesar de mis blasfemias, persecuciones e insolencias anteriores, fui tratado con misericordia y sobreabundó en mí la gracia de nuestro Señor” (1 Tim 1,2-14). Gilberto, originario del Amazonia Brasilera, expresa que “el noviciado ha sido para mí un momento para resignificar mi relación con Dios y redescubrir los valores de la Vida Religiosa”. Y agrega que “es una experiencia que debe ser base para nuestra vida como Religiosos Misioneros”. Daniel, proveniente de Colombia, considera que “muchas cosas fueron importantes en esta etapa de mi formación en el Noviciado. Resalto el acompañamiento del Padre maestro y el poder dedicarle cada día un momento a la reflexióncontemplación de la Palabra.” Agrega que “una da Casa Madre - 1/2010 Mendoza Les compartimos desde el Noviciado Latinoamericano –este año Iberoamericano- una reflexión de cada uno de los jóvenes que están terminando su período de noviciado. 35 Mendoza Vita nelle Comunità de las cosas que más me llenaron de alegría y celo por la misión fue el compartir con tantos Padres de diferentes nacionalidades, tan enamorados y comprometidos con el mandato misionero, desde nuestro Instituto, desde nuestra manera de hacer misión”. Para Carlos, de Venezuela, el noviciado ha sido un “tiempo de reflexión e interiorización que me ha brindado el Instituto para conocer en mayor profundidad nuestro carisma de Misioneros de la Consolata y de reafirmar mi vocación a la Vida Religiosa-Misionera”. 36 da Casa Madre - 1/2010 Y de mi parte, P. Daniel, agradecido a Dios por la oportunidad que nos da de seguir caminando, les comparto que ha sido un año especial para poner en común las potencialidades de cada uno; para profundizar la vocación a la que hemos sido llamados; y para recordar que no son en primer lugar ni los buenos ejemplos que nos animan, ni los malos que nos desaniman –aunque influyensino que nuestro compromiso misionero es con Dios, y con su Iglesia en el IMC. Siempre con el deseo de fortalecernos para dar lo mejor a Dios, al Instituto, y a nuestros hermanos, los saludamos. Matteo Pettinari Finalmente, dopo un “digiuno” durato vari anni, i missionari della Consolata della regione Spagna e la Parrocchia San Ignacio di Loyola di Madrid han potuto gioire per la professione perpetua di tre nuovi giovani missionari: Denys Revello, George Kibeu e Matteo Pettinari, un keniano e due italiani. L’8 dicembre infatti, in una unica lode gioiosa al Dio della Vita, abbiamo celebrato la “Piena di grazia” – Maria, la Consolata dall’Amore di Dio fin dal suo concepimento... – e la grazia della consacrazione a Dio per la missione. E’ stata una giornata di semplicità e gioia, vissuta in un clima fraterno, di famiglia... “stile Allamano”. Anche dall’Italia alcuni amici e familiari ci hanno accompagnato regalandoci la loro presenza, senza contare tantissimi altri che, un pò da tutte le parti del mondo, ci hanno sostenuto con il loro affetto e la loro amicizia nel Signore. Nell’Eucaristia delle 11h30 erano rappresentati, nei canti, vari paesi d’Europa e d’Africa: hanno risuonato melodie gioiose in lingala e swaili oltre che in portoghese, italiano e, ovviamente, spagnolo. E nel presbiterio non mancavano Portogallo, Italia e America Latina: Argentina, Colombia, Repubblica Domenicana... davvero la Chiesa tutta e “il mondo” erano là a far festa con noi e a celebrare il Signore che, come in Maria, ancora oggi continua a operare “grandi cose”. In quel giorno “pieno di grazia”, infatti, davanti alla Chiesa intera, tre giovani hanno espresso il desiderio di mettere tutta la loro vita al servizio dell’annuncio del Vangelo ai popoli. Questa scelta di Dio che chiama per essere segno, nella Chiesa e nel mondo, del suo desiderio appassionato di raggiungere ogni persona, ogni cultura, “fino agli estremi confini della terra”... è una delle sue opere più belle. Dopo l’Eucaristia, la giornata è continuata con un piccolo rinfresco a cui tutta la comunità è stata invitata per prolungare la fraternità e continuare così nella semplicità a gioire del grande dono ricevuto e celebrato insieme. Con i missionari e le missionarie della Consolata e gli amici e familiari venuti dall’Italia abbiamo poi proseguito la convivialità nella nostra Casa di formazione, condividendo il pranzo accuratamente messo a punto dalla nostra cuoca. Vita nelle Comunità Dopo vari anni, nuovamente tre Professioni Perpetue a Madrid Ora la comunità della Casa di formazione di Madrid vi invita ad unirsi nell’attesa e nella preghiera ad un altro evento che marcherà il suo cammino di quest’anno: l’ordinazione diaconale dei tre neoprofessi che avverrà il 28 febbraio 2010. Accompagnateci affinché il Signore possa fare di noi uomini capaci di dire con Maria: “Ecco i servi, ecco i... diaconi: si compia in noi la tua Parola”. Madrid 37 da Casa Madre - 1/2010 Bravetta Vita nelle Comunità Seminario Internazionale di Bravetta Da Joseph Mwaniki, imc L’anno sacerdotale, il Sinodo d’Africa, il Biennio di Interculturalità, nuovi sacerdoti formati a Bravetta, il Centenario delle Suore missionarie della Consolata, la visita canonica che verrà fra poco, ecc. Ecco, un mucchio di attività da considerare che ha segnato l’inizio dell’anno formativo nel Seminario teologico di Bravetta. Un anno formativo che, come gli altri anni, esce qualche membro per la missione e n’entra un’altro. E’ ancora l’anno, il cui fine vedrà il Mondiale del Calcio in Sud-Africa dove abbiamo appena iniziato un altro Seminario Teologico. Ma credo che questo evento non sarà di più significativo di quello che avremmo allo stesso tempo qua a Roma dove accoglieremo migliaia di sacerdoti da tutto il mondo per concludere l’anno sacerdotale. Anche il seminario di Bravetta forma i suoi studenti per la missione e quasi tutti per la vocazione sacerdotale. Così per conformarci a questi non meno importanti eventi, dopo una settimana pieno di incontri, dibattiti e consultazione, la comunità ha fatto quello che sarà il suo cammino quest’anno ed è ormai iniziato: ‘Siamo una comunità di missionari animati dalla gioia di vivere in famiglia e dalla nostra consacrazione al Signore. Vogliamo vivere in fraternità di comunione dove ogni membro ami e si senta amato, valorizzando 38 da Casa Madre - 1/2010 le risorse individuali e culturali come fonte di crescita e arricchimento. Ci impegniamo ad approfondire il nostro cammino verso il ministero ordinato.’ Per vivere la dimensione di internazionalità, il seminario di Bravetta gode sempre la presenza di membri da tutti i quattro continenti dove abbiamo le nostre missioni. Ma quest’anno si comunica una diversità perché non c’è nessun asiatico. I coreani che abbiamo avuto negli anni passati ora si trovano nelle missioni di tutti i nostri quattro continenti e due di loro, Padre Martin Han e Padre Peter Han, hanno fatto la storia di essere i primi sacerdoti asiatici nell’istituto. Ma non erano gli unici a essere ordinati. Anche Padre William Mkalula di Tanzania e Padre George Omondo hanno ricevuto lo stesso dono, ognuno nel suo paese. Ora il seminario ha 22 studenti e quattro sacerdoti provenienti da nove paesi: Italia, Kenya, Tanzania, Uganda, Colombia, Etiopia, Congo DRC, Argentina and Canada. Gli studenti si impegnano nella loro formazione nelle università Urbaniana, Gregoriana e Lateranense di Roma. Ma oltre lo studio, il seminario prepara anche i suoi membri pastoralmente. Ognuno, sia padre sia studente, si impegna con i lavori pastorali preso diverse parrocchie che abbiamo nella nostra prefettura, le comunità religiose delle suore per la messa più una casa famiglia della Sospe e un volontariato con gli immigranti. Così tutti hanno la possibilità di fare parte delle attività pastorali della diocesi papale di Roma. Ci affidiamo alla madonna Consolata che il progetto della vita che abbiamo stabilito per quest’anno sia realizzato per il nostro bene spirituale e quello della missione, di cui ragione siamo qua. Rui e Diana Fez recentemente um ano que chegámos ao Guiúa. Saímos para Moçambique no dia 16 de Novembro de 2008. Agora olhando para este ano que passou, descobrimos com os nossos olhos, com os nossos sentidos uma nova realidade. Foi um ano diferente, pois o que dantes ouvíamos como testemunhos dos missionários que partilhavam connosco nos nossos encontros de JMCs, tivemos a oportunidade de viver na primeira pessoa. E que diferença sentir esta consolação! Sim, porque somos missionários, consolamos e somos consolados! Esta é a verdadeira realidade da missão: o estar, o ser presença junto das crianças e dos jovens leva-nos a sentir a Maria Consolação presente em nós pelos outros e por nós. Para festejar este ano que passou, que melhor maneira… a Festa de encerramento da escolinha. Iniciou com os alunos a cantarem aos pais, os cânticos que tinham aprendido ao longo do ano. Seguiu-se a entrega dos trabalhos com os respectivos diplomas. Para encerrar a festinha, apresentámos um power-point com fotografias alusivas ao trabalho efectuado ao longo do ano. Foi um momento interessante, principalmente para as crianças que LMC Casal de leigos Rui e Diana ‘celebram’ um ano de missão em Moçambique ao se verem na “televisão” (como diziam) riam e gritavam euforicamente. Como qualquer festa moçambicana, a festa não pode acabar sem comida. Para não fugir à regra, a festinha acabou na sala da escolinha com a habitual papinha! Os Jovens já acabaram as aulas. E como tal… em tempo de férias os livros ficam nas prateleiras! Agora deu-se descanso à cabeça e começam as jogatanas de futebol. O Campo do Guiúa, em areia, serve para ajudar ao esforço que o calor por si só já torna difícil os jogos de futebol. Mas como “quem corre por gosto não cansa” os jovens gostam pelo menos da minha presença (Rui) nos treinos dos Andorinhas F. C. Com o encerramento da catequese e das actividades dos grupos de jovens, o centro começa a ficar um pouco mais vazio. As famílias do curso já estão na fase final e em breve vão voltar às suas comunidades. Nós vamos neste tempo a Portugal para terminar o Projecto SVE e aí partilharemos as maravilhas da Missão, tal como antes de nós houve outros a fazer e que assim nos cativaram um dia para então dizermos “Sim” a Deus e a partir. 39 da Casa Madre - 1/2010 Ritorno a Manaus Sommario Padre Pietro Parcelli Editoriale Dopo tanta attesa mi hanno dato una Ferrari. Bella a vedersi, ma sogno per tanti. Per me non è stato un sogno, ma il regalo di Natale. Cristo, L’Eterno Sommo Sacerdote 4 G. Allamano Modello E là che la Consolata mi ha invitato, dopo tante suppliche al cielo, alla terra, agli uomini di buona volontà. Ho un figlio a Salvador di Bahia, il Kilombo do Kioio, che è nato dieci anni or sono, che non voglio abbandonare. Là tante mamme che vivevano sulle fogne a cielo aperto adesso vivono di fede e di lavoro. Molte di loro con il libretto di lavoro in pieno ordine. “Con a carteira assinada”, come Notizie Per Noi dicono loro. Un lavoro fisso che dà tanta serenità. E’ una gioia per ogni missionario vedere questi figli di Dio “crescer e aparecer”, crescer e apparire, come sempre abbiamo detto agli indios di Roraima, nella lotta per la difesa delle loro terre e della loro dignità. Chiudo con un pensierino di riconoscenza ai superiori per questo bel regalo di Natale. Un pensierino di riconoscenza a tutti, in modo particolare ai benefattori: senza di loro non posso far niente. E un grazie affettuoso a tanti colleghi della Consolata: fare i nomi riempirei una pagina. Ci sono tanti momenti divinamente belli nella vita. Per me è uno di questi momenti. Mensile dell’Istituto Missioni Consolata Redazione: Segretariato Generale per al Missione Supporto tecnico: Giuseppe Ettorri Viale delle Mura Aurelie, 11-13 00165 ROMA - Tel. 06/393821 C/C postale 39573001 - Email: [email protected] da Casa Madre - 1/2010 11 Conferimento della Laura Honoris CausaAl Dott. P. Giuseppe Frizzi 11 da Casa Madre 40 6 L’Istituto si riunisce per discuteredi interculturalità 8 I superiori mi hanno invitato a lavorare nella periferia di Manaus in Amazzonia: questo è un dono infinito, un regalo che non ha prezzo. Troverò gente che è uscita dalle maloche indigene per cercare il paradiso in città, gente detribalizzata che forse non ha la carta di identità (e Gesù a Nazaret ce l’aveva la carta di identità’?). Gente povera, davvero povera in tutti i sensi. Quella gente che Gesù ha chiamata beata. Beati i poveri…che coraggio dire queste cose… Discorsi “alla smerza” , come dicono nella mia terra, in Campania. Discorsi alla rovescio. 2 Diario della Casa Generalizia Dicembre 2009 13 A Palavra do Superior 15 Quénia em Natal permanente 16 El desafío de saber perdonar 17 Cali: Quedó abierta la primerabiblioteca de la Pastoral Afro 18 Formación de Catequistas en Puerto Leguízamo - Putumayo 19 Marialabaja 20 Curiosità in Casa Madre 22 Lisboa: Casa Regional 24 Seminarista da Consolata renova os votos em clima de festa no Zambujal 25 Renovação dos votose instituição aos ministérios 26 Comunidade de Maturuca 27 Santa Luzia 29 Fatti che capitano...riflessioni che vengono! 31 La Consolata en México 32 Ceia com 12 pratos 34 Parroquia Ntra Sra.de la Misericordia – Mendoza 34 Formándonos para ser enviados 35 Dopo vari anni, nuovamente tre Professioni Perpetue a Madrid 37 Seminario Internazionale di Bravetta 38 Casal de leigos Rui e Diana ‘celebram’um ano de missão em Moçambique 39