DCM maggio 2012.indd - Missionari della Consolata
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DCM maggio 2012.indd - Missionari della Consolata
da Casa Madre Anno 92 - N.5 - 2012 Istituto Missioni Consolata Perstiterunt in Amore Fraternitatis Diane Terlin, Pentecoste, ArtWork su Vetro, 1990 Casa Generalizia IMC, Roma Editoriale ASPETTANDO LA PENTECOSTE P. Giuseppe Ronco, IMC Celebrando la Pentecoste, viene spontaneo richiamare alla mente la luminosa intuizione di san Serafino di Sarov: “Il vero fine della vita cristiana consiste nell’acquisire lo Spirito Santo” (Colloquio con Motovilov). Questo Spirito Santo è Dio stesso, presentato dalla teologia come Terza Persona della Trinità, confessato nel Credo come colui che è Signore e dà la vita, annunciato da Gesù nel vangelo come Consolatore, dimorante in noi (cf Gv 14, 16-17) e guida alla “verità tutta intera” (Gv 16,13). Acquisirlo significa dargli la possibilità di divinizzarci. Suo compito è di insegnare ogni cosa e ricordare tutto ciò che Gesù ha detto (cf Gv 14,26), facendo di ognuno di noi un vero discepolo di Gesù, conformato al suo mistero pasquale con una condotta “santa e bella” (cf 1 Pt 1,15 e 2,12). Portatori della croce con Gesù (staurofori), diventeremo anche noi portatori dello Spirito (pneumatofori), capaci di annunciare a tutti il grande mistero della nostra salvezza: l’amore infinito del Padre. Grideremo con S. Serafino di Sarov: «Radost’ moja, Christos voskrese! Mia gioia, Cristo è risorto!» La presenza dello Spirito in noi è il compimento della vera felicità. 2 “Quando lo Spirito di Dio scende sull’uomo e lo copre della sua pienezza, l’anima umana trabocca di gioia indicibile, perché lo Spirito di Dio trasforma in gioia tutto ciò che tocca”. I frutti saranno “ amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5, 22) e dentro di noi sentiremo l’impellente bisogno di cantare il Magnificat, come Maria. da Casa Madre 4/2012 “Il mezzo primo di apostolato” “La vostra santificazione: ecco il mio principale pensiero, la mia costante preoccupazione. Non basta infatti aver ricevuto da Dio una vocazione particolarissima, come non basta goderne i pregi e i benefici. Bisogna valorizzarla camminando nella perfezione che essa richiede. Ecco dunque il nostro ideale: farci santi, grandi santi, presto santi. Come missionari e missionarie vi è proposto l’ideale di essere non solo santi, ma santi in modo superlativo. Siete qui per questo, è il vostro primo dovere, lo scopo primo della vostra vocazione, il mezzo primo di apostolato. La vostra santità deve essere speciale, anche eroica e, all’occasione, straordinaria da fare miracoli. Per voi non bastano le altre doti. Ci vuole santità, grande santità” (CVV 1). La santità è bellezza che contesta la bruttura della chiusura in sé, dell’ egocentrismo, della philautia. È gioia che contesta la tristezza di chi non si apre al dono dell’amore. Gesù, la capacità di testimoniare con la vita, fino al martirio, la verità del vangelo. Con il sigillo crismale, emerge in noi la nostra vera identità di cristiani, di missionari, abilitati a edificare il corpo di Cristo che è la Chiesa, “sacramento, ossia segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano”(LG 1), e a vivere con impegno la vocazione che Dio ci ha dato. Si tratta di viverla nella nostra vita personale e comunitaria, nelle relazioni fra di noi, improntate a collaborazione, gratuità, misericordia e perdono. Solo allora possono nascere spazi di libertà, di fraternità e di umanità, di attenzione e di solidarietà con i più poveri, e il nostro apostolato sarà un mezzo di santità. L’uomo diventa creatura nuova: “Viene lavata la carne, perché l’anima sia liberata da ogni macchia; viene unta la carne perché l’anima sia consacrata; viene segnata la carne, perché anche l’anima sia rinvigorita; la carne è adombrata dall’imposizione delle mani, perché anche l’anima sia illuminata dallo Spirito; la carne si pasce del corpo e del sangue di Cristo, perché anche l’anima si nutra abbondantemente di Dio” (Tertulliano, De resurrectione mortuorum VIII). La nostra vita diventerà un capolavoro di amore. Riscoprire la cresima, sacramento della missione L’acquisizione dello Spirito nella nostra vita personale, in forma sacramentale, avviene mediante il sacramento della cresima, conferito “usando il sacro crisma, ossia olio di oliva mescolato con balsamo e benedetto dal vescovo, mentre il ministro traccia un segno di croce sulla fronte del cresimando, e pronunzia le parole della forma”( Ep. Ex quo primum tempore, 52: Benedicti XIV... Bullarium, t. III). Perché non riscoprire questo sacramento dell’iniziazione cristiana durante l’attesa vigiliare della Pentecoste? Dimenticato e relegato all’infanzia è invece di capitale importanza perché celebra la personalizzazione della Pentecoste nella nostra vita, conferendoci la pienezza dei doni dello Spirito e rendendo così perenne la discesa dello Spirito nella Chiesa (cf CCC 1288). In esso si opera la santificazione dell’uomo nel tempo, chiamandolo alla sua realizzazione di sé. Come tema di formazione continua, potrebbe farci riscoprire l’azione dello Spirito nella missione e nella nostra vita personale di missionari. Come un fiore ha bisogno di acqua per sbocciare, così ognuno di noi ha bisogno dello Spirito per fiorire. Acquisendolo, ci farà scoprire la luce di un sole che non tramonta mai: l’Amore infinito di Dio. Diceva il Patriarca Atenagora I: “Senza lo Spirito santo, Dio è lontano, Cristo resta nel passato, il Vangelo è una lettera morta, la chiesa una semplice organizzazione, l’autorità un potere, la missione una propaganda, il culto un ricordo, e l’agire cristiano una morale di schiavi”. Dio onnipotente, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che hai rigenerato questi tuoi figli dall’acqua e dallo Spirito Santo liberandoli dal peccato, infondi in loro il tuo santo Spirito Paràclito: spirito di sapienza e di intelletto, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di scienza e di pietà, e riempiti dello spirito del tuo santo timore. Per Cristo nostro Signore. In questo sacramento riceviamo anche, come gli apostoli nel giorno di Pentecoste, la partecipazione al ministero messianico di Gesù per l’annunzio del Regno, la forza di annunciare 3 da Casa Madre 5/2012 L’Allamano nell’iconografia LA CONSOLATA E L’ALLAMANO INSIEME IN TRE VETRATE P. Francesco Pavese, IMC Del Fondatore, nell’Istituto ci sono attualmente 10 vetrate: 4 un Italia (due a Castelnuvo, una a Torino e una a Roma); 2 in Mozambico (una a Maputo e una a Massinga); 1 in una parrocchia nell’Ovest del Canada; 2 in Colombia: 1 a Bucaramanga e 1 nella casa regionale a Bogotà; 1 a San Paolo in Brasile. In questo mese di maggio, presento tre di queste vetrate che raffigurano il nostro Fondatore assieme alla Consolata, nelle quali appare evidente l’unione privilegiata tra la SS. Vergine e il suo “Segretario” e “Tesoriere”. A Castelnuovo - nella chiesa parrocchiale. A 5 anni dalla morte dell’Allamano, il 22 ottobre 1931, nella chiesa parrocchiale di S. Andrea a Castelnuovo, è stata inaugurata un’artistica vetrata, con l’effigie dell’Allamano in preghiera. Questa testimonianza di stima è stata voluta dai superiori della Consolata e dei due Istituti missionario, dai parenti, dal parroco e dai compaesani dell’Allamano. 4 La vetrata è stata realizzata su disegno di V. Piano. In essa sono evidenti i due legami dell’Allamano: la Consolata e l’Istituto missionario. A fianco del volto dell’Allamano si vede l’icona della Consolata, mentre in basso è riprodotto il santuario. Si notino le da Casa Madre 4/2012 due scritte in latino riferite la prima allo spirito missionario e la seconda all’amore per il culto sacro, caratteristiche dell’Allamano: quella di Isaia, modificata al singolare : «Annuntiabo gloriam tuam gentibus [annuncerò la tua gloria alle genti]»; e l’altra del Salmo: «Dilexi decorem domus tuae [ha amato il decoro della tua casa]». Questa vetrata, come è stata concepita, fa spontaneamente pensare al Fondatore inginocchiato nel “suo” coretto, dove trascorreva lungo tempi in preghiera di fronte al tabernacolo e all’effigie della Consolata. Il volto riproduce esattamente una della sue ultime fotografie, ormai anziano. Il clima in cui si è decisa questa vetrata e come è stata accolta dalla popolazione, traspare da quanto ha scritto la nipote del Fondatore Pia Clotilde, presente alla cerimonia dell’inaugurazione: «Mi compiaccio che la vetrata ricordo che riproduce così al vero le sue care sembianze nella nostra chiesa parrocchiale, sia posta presso l’altare maggiore nell’atteggiamento da lui preferito in adorazione al SS. Sacramento dove s’ispirò a tante virtù ed opere feconde di bene». Ora, nella chiesa parrocchiale di Castelnuovo, ci sono altri due dipinti dell’Allamano: un quadro, olio su tela di vaste dimensioni, opera di Guido Chiaretto, posto sulla parete di fronte al battistero. In esso si ammira la Consolata in alto, che lega con il cielo, sullo sfondo il paese cappella che custodisce le spoglie mortali del Fondatore, in vista della sua beatificazione. Iniziando da sinistra, la vetrata presenta, nei rispettivi riquadri, il santuario della Consolata, da cui tutto ha avuto inizio; l’icona della Vergine, la vera Fondatrice; al centro, il mondo sormontato dalla croce, campo apostolico dei missionari; la figura dell’Allamano, con il dito che indica il mondo; e nell’ultimo riquadro, la facciata esterna della Casa Madre. Sotto, in basso, la scritta “Prima santi, poi missionari”. Sottolineo il particolare che la Consolata e l’Allamano sono rivolti l’una verso l’altro, con al centro il mondo, disegnato in entrambi i pannelli, metà in uno e metà nell’altro. di Castelnuovo. Accanto all’Allamano, collocato ben visibile al centro della scena, in ascolto alle sue parole, un missionario e una missionaria con alcuni giovani simbolo del futuro. Un’altra vetrata, a forma semicircolare, opera di Silvio Vigliaturo, è stata posta, nel 2001, in occasione del centenario dell’Istituto, sopra il battistero. L’Allamano ha ai suoi lati i due missionari originari di Castelnuovo, mons. Francesco Cagliero e sr. Barberina Mussa, assieme ad un gruppo di persone. In questa chiesa parrocchiale, il nostro Fondatore è stato battezzato, ha fatto la prima Comunione, ha ricevuto la Cresima, ha celebrato la sua prima Messa. Ogni volta che andiamo a Castelnuovo, lo possiamo incontrare anche qui, nella sua chiesa, e ammirarlo in una abbondanza di espressioni, ognuna della quali, se siamo attenti, ci può ricordare e insegnare qualche cosa di speciale. A Torino - nel santuario del B. Giuseppe Allamano. Il sarcofago dell’Allamano, nella nostra chiesa in corso Ferrucci a Torino, è rallegrato da una luminosa vetrata, a quattro pannelli, dell’architetto Massimo Cotti. L’opera risale all’anno 1990, quando è stata rinnovata la L’autore presenta un Allamano piuttosto anziano, ispirandosi ad una fotografia del 50° di sacerdozio. A prima vista, non tutti hanno gradito questa immagine, neppure io, proprio perché il Fondatore appare troppo vecchio. Direi, però, che la fisionomia è esattamente la sua, e l’aspetto è sereno e accogliente, il che dà alla vetrata un significato coerente a ciò che deve significare. Il sarcofago, diventato altare, contiene le spoglie mortali del Padre è ed il centro della cappellina, mentre la vetrata fa da sfondo e ce lo presenta luminoso, assieme ai suoi tesori più cari: la Consolata, l’Istituto e le missioni. Pubblicata sulla rivista “Il Servo di Dio Giuseppe Allamano - Tesoriere della Consolata” (era ancora questo il titolo), ho ritrovato una mia lettera del 1990, scritta al Postulatore p. Gottardo Pasqualetti, per congratularmi della nuova sistemazione della cappella che contiene il sarcofago del Fondatore. Della vetrata scrivevo così: «Dopo il sarcofago-altare, sì, la vetrata: la croce, il globo, la Consolata con il Bambino in braccio, l’Allamano, la basilica e la casa madre. C’è tutto il nostro più sacro e caro patrimonio di famiglia in quei quattro pannelli. Fortunatamente questa vetrata non sovrasta il sarcofago, almeno allo sguardo di chi entra in chiesa, perché situata piuttosto in basso. A me piace così, perché il tesoro che ci attira qui e che deve subito apparire è proprio il sarcofago. Ma tutti quei colori [della vetrata] fanno veramente festa e sono belli! Dolce il volto della Consolata. Il Padre l’avrei preferito cinquantenne (non settantenne), perché in questo posto desidero da Casa Madre 5/2012 5 incontrarlo nella sua maturità, ma sempre con quel grande dito puntato verso la missione e con l’espressione del viso serena, come è ora».1 Dopo diversi anni, non insisterei più sull’età del Fondatore, perché ora egli partecipa dell’età del Cristo risorto, che supera ogni età terrena. E poi, il Fondatore è coetaneo di ognuno di noi ! Concludo questa breve presentazione della vetrata con le parole che scrivevo alla fine della lettera al Postulatore: «In questa cappella si ha proprio l’impressione di essere nella sua casa,di vederlo vivo e presente, a ripetere una parola che ci fa sempre tanto piacere sentire da lui: “Coraggio nel Signore e nella Consolata. Ti benedico”». È impossibile allontanarsi da quella cappellina senza sentire che il Padre ti benedice! In Canada - nella chiesa parrocchiale della “Spirito Santo”. Nell’atrio della chiesa parrocchiale dello 1 In, “Il Servo di Dio Giuseppe Allamano - Tesoriere della Consolata”, N. 2, aprile-giugno 1990, p. 19. 6 da Casa Madre 5/2012 “Spirito Santo” a Vancouver, nell’Ovest del Canadà (British Columbia), su interessamento del sig. Bruno Bersani, ex fratello coadiutore Missionario della Consolata in Kenya, nel 2009, è stata installata una bella vetrata, di cui non si conosce l’autore. L’Allamano è stato scelto come patrono della sezione locale della “Knights of Columbus” [Cavaglieri di Colombo], organizzazione cattolica a scopo benefico con quasi due milioni di membri in diverse nazioni dell’Occidente e dell’Oriente. Presento questa vetrata tra quelle significative per noi, perché è stata realizzata non solo senza la nostra partecipazione, ma addirittura a nostra insaputa. È stato appunto il Sig. Bersani a pensare al Fondatore come protettore. Mandandoci la fotografia della vetrata, tra l’altro ha scritto: «Ogni sezione è intitolata a un santo patrono e il mio primo pensiero è stato di dedicare al Fondatore questa sezione, il cui titolo ufficiale ora è: “Knights of Columbus, Blessed Joseph Allamano council 11359”. Non potevo fare una scelta migliore. Dopo molte trattative, d’accordo con il parroco, abbiamo realizzato una bellissima vetrata, all’ingresso della chiesa, raffigurante il beato Allamano e la Consolata, di cui mando la fotografia. Credo che di vetrate simili non ve ne siano molte in tutto il Nord America, certamente l’unica nel Nord Canada. Ora la Consolata e il beato Giuseppe Allamano sono conosciuti e pregati anche in questa parte del mondo. Credo che la notizia faccia piacere a tutti i Missionari della Consolata, ai quali mi sento sempre molto affezionato». dove noi non siamo presenti. Guardando questa vetrata, che è bella e piena di luce e di colori, ci sentiamo coinvolti nel motto che leggiamo nella parte bassa: “Una vita in comunità e comunione”. Motto che non vale solo per la sessione locale del “Knights of Columbus, Blessed Joseph Allamano”, ma anche per noi. Non è questo, forse, uno degli ideali che stavano più a cuore al nostro Fondatore per la sua famiglia missionaria? Certo che ci fa piacere sapere che la Consolata e il nostro Padre sono conosciuti e pregati anche 7 da Casa Madre 5/2012 “L’utopia di Francesco si è fatta... Chiara“ (Raimon Panikkar) TRATTI DELLA MISSIONE FRANCESCANA P. Giuseppe Ronco, IMC Nella primavera del 1206, alla presenza del vescovo di Assisi, Francesco rinuncia all’eredità paterna e, dopo un periodo di vita eremitica, nel 1208, nella chiesina della Porziuncola, trova il suo programma di vita nel discorso evangelico di missione: : “Andate dovunque e predicate dicendo che il regno di Dio è vicino... Non portate con voi né oro, né argento, né bisaccia, né scarpe, né bastone”(cf Mt 10, 6-10). Capì allora che il Signore non lo voleva eremita, ma missionario del Vangelo. Prende la rozza tonaca dei contadini umbri con una corda ai fianchi e inizia a predicare, come «araldo del gran Re», il Vangelo, la povertà, la pace. Molti sono affascinati dal suo stile di vita e si uniscono a lui. A due a due, vanno di borgata in borgata, in Italia e all’estero, predicando a tutti il Vangelo con la semplicità della parola e con la forza dell’esempio. 8 “Infatti, dal giorno che il Signore gli ebbe rivelato di vivere, lui e i suoi fratelli, in conformità al vangelo, decise e si impegnò a osservarlo alla da Casa Madre 4/2012 lettera, per tutto il tempo della sua vita” (Leg. Perugina 4) Numerosissimi sono gli studi che presentano la missione francescana nella sua totalità, nei suoi dettagli, nel suo metodo e nei suoi contenuti. Sarebbe una pretesa assurda voler riassumerli tutti. Mi propongo in questo articolo di presentare alcuni capisaldi della missione francescana utili al nostro evangelizzare oggi, rimandando ad un altro studio la missione ad gentes propriamente detta. PER FRANCESCO 1 – la missione ha come regola il Vangelo Lo stesso principio che valeva per la comunità, vale anche per il lavoro missionario della comunità: avere come regola unica l’osservanza del Vangelo. Per la missione non occorre portare nulla con sé se non lo Spirito del Signore, ma saper vivere come pecore in mezzo ai lupi per amore del Signore, vivendo sempre nella gioia. I missionari non dovranno portare con sé neppure il diritto di difendere i propri diritti. Dovranno annunciare il Vangelo a quanti incontrano nel tessuto quotidiano della vita, non facendo distinzioni di persone, e occupandosi in modo privilegiato dei malati e dei poveri. Il dialogo e la misericordia saranno gli strumenti più adatti. L’incontro dell’altro nella cortesia è, infatti, un elemento costitutivo della missione perché il regno di Dio non si impone, ma si propone nella fede. Pace, riconciliazione e fraternità ne saranno i frutti più belli. 2 – la minorità come stile La minorità è un atteggiamento relazionale con Dio, i fratelli e gli altri uomini. Non è solo espropriazione delle cose, ma anche dei disvalori che imprigionano il nostro “io”. La minorità implica la povertà, ma non si riduce ad essa. «Minori» vuol dire « più piccoli », e sono espressioni di minorità: il dovere di lavorare per mangiare; l’andare all’elemosina, in caso di necessità, « come gli altri poveri »; il non appropriarsi mai di alcun luogo ed essere pronti a condividerlo con chiunque si presenti, anche se avversario o ladro; saper rinunciare alla propria immagine austera e penitenziale per accogliere gioiosamente e festosamente un fratello. Essere minori vuol dire seguire Cristo umile e povero e, ancor più concretamente, essere lieti di trovarsi a vivere tra gli ultimi e desiderare di essere esattamente ciò che si è, sani o malati, ringraziandone sinceramente il Signore. Di fronte alle situazioni e alle persone difficili, minorità vuol dire non giudicare il prossimo, ma accettarlo e amarlo così com’è, come un dono di Dio, senza desiderare che sia diverso. 3 – la fraternità come progetto La fraternità e la comunione sono il progetto della missione francescana. Nell’esperienza e nell’insegnamento di Francesco vi è uno stretto legame tra l’ azione apostolica e la fraternità. Una fraternità che evangelizza non può essere chiusa in se stessa o affidata alle iniziative individuali dei singoli; essa, al contrario, cercherà di essere presente accanto ai poveri, accanto ai giovani e nei punti di tensione o di frattura sociale o interculturale; essa sarà vicino a chi è in ricerca di Dio o di un senso da dare alla vita; essa sarà accanto agli uomini di altre religioni e culture; essa si farà itinerante per raggiungere e incontrare l’uomo ovunque egli vada e chiunque egli sia. Questa santità di vita non la viviamo da soli, quasi “solitari della santità”, ma insieme, in fraternità, con i fratelli che il Signore ci ha donato. Non basta farsi santi individualmente, è come fraternità che dobbiamo esprimere e testimoniare la nostra santità di vita. E’ la fraternità santa che diventa il segno forte e credibile di come Dio diventa il Signore dei cuori e dell’umanità. La prima forma di missione non è tanto quella di annunciare, quanto quella di “attirare” le persone a Dio attraverso la gioia e il profumo di una vita santa, tutta dedita al Signore e impregnata del suo Spirito. 4 – presenti tra la gente e itineranti La presenza tra la gente è la prima forma di missione francescana (Cf Rnb 16, 3ss.). E perché la fraternità francescana abbia i tratti della missione, deve essere aperta e sempre in cammino verso gli “altri”. Nasce da qui l’itineranza, come cammino solidale con i poveri, come espressione della disponibilità assoluta ad andare per annunciare il Regno tra i poveri e per lasciarci evangelizzare da loro. Si tratta di andare, sempre, verso il più povero dei poveri che la storia del mondo e la società corrotta del nostro tempo produce, per condividere con lui la vita e annunciare la buona da Casa Madre 4/2012 9 migliore testimonianza che non si salvano le creature e gli elementi della terra da un’ingiusta e dannosa manomissione, se non considerandoli nella luce biblica della creazione e della redenzione, come creature, cioè, affidate alla responsabilità, non al capriccio, dell’uomo e che, insieme con lui, attendono di essere, esse pure, “liberate dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio”(Giovanni Paolo II, VIII Centenario della morte di Francesco d’Assisi, 1982). Tutto infatti è dono di Dio e tutto va restituito a Dio. 6 – il Vangelo della croce novella della fratellanza che nasce dall’aver tutti un solo Padre. 5 – il canto della creazione La fraternità di Francesco si allarga a livello cosmico, fino a includere tutte le creature anche inanimate. Il Cantico delle creature esprime in modo semplice e profondo l’ecosistema poetico e spirituale di Francesco, che si vedeva e si sentiva chiaramente di casa nel cosmo intero e che introduceva gioiosamente nella piccola casa del suo cuore gli esseri del cosmo intero, chiamandoli sorelle e fratelli. Nasceva la fraternità cosmica! La creazione suscitava in Francesco la lode, il canto, il ringraziamento e la preghiera. 10 “Francesco estese questo sentimento di fraternità universale a tutte le creature anche inanimate: al sole, alla luna, all’acqua, al vento, al fuoco, alla terra, che chiamò, rispettivamente, fratelli e sorelle e che circondò sempre di delicato rispetto e tenerezza. L’atteggiamento di Francesco costituisce, però, nello stesso tempo, la da Casa Madre 4/2012 “Fare penitenza”, o “vivere in penitenza” è l’espressione che piú frequentemente ricorre negli scritti del santo e che meglio riassume tutta la sua vita e la sua predicazione. In un momento decisivo della sua nuova vita, egli aprí il libro del vangelo ed ebbe da Cristo una parola che segnò tutto il resto dei suoi giorni: “Chi vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso”. Il rinnegamento di sé fu la via attraverso cui Francesco trovò la sua “vita”. “Vivere nella penitenza” significò, per Francesco, riconoscere, in tutta la sua gravità, la realtà del peccato, vivere in un costante pentimento davanti a Dio ed esprimere concretamente questo suo interiore pentimento e dolore attraverso una severa ascesi, fino a sentire il bisogno, prima di morire, di chiedere perdono “a frate corpo” per la durezza con cui l’aveva trattato in vita. Tutta questa via seguita da Francesco si riassume, nel linguaggio cristiano, in una parola: la croce. Francesco d’Assisi fu ed è, per la Chiesa, un richiamo perentorio alla centralità del kerygma della croce. Il Crocifisso accompagnò Francesco dall’inizio alla fine della sua nuova vita, fino a segnarlo anche esteriormente, sulla Verna, con l’impressione delle sacre stimmate e fare cosí di lui “una rappresentazione al vivo del Crocifisso”. Tutto in lui è modellato sul Cristo crocifisso; anche la sua povertà radicale ha come movente ultimo la sequela del Crocifisso. Vicino alla morte, Francesco riassunse la sua straordinaria esperienza spirituale con queste semplici ma profondissime parole: “Conosco Cristo povero e crocifisso!”. In realtà, egli visse, dal momento della sua conversione, in uno stato di permanente stigmatizzazione” (Giovanni Paolo II, VIII Centenario della nascita di Francesco di Assisi, 1982). Se la croce ci ha acquistato salvezza una volta per tutte, noi dobbiamo rinnovare in noi quotidianamente questo mistero; noi dobbiamo “portare ogni giorno la santa croce del Signore nostro Gesù Cristo” (Am 4, 8 :154). Qui la spiritualità del Tau raggiunge la spiritualità della sequela Christi. Gesù aveva detto: “Chi vuole seguirmi deve portare la croce”; san Francesco capisce: “Chi vuole seguirmi deve essere segnato con il Tau, che ha la forma di croce”. Egli avrebbe voluto arrivare fino al martirio pur di essere segnato con un Tau di sangue. Egli lo sarà con le stimmate. Nella vita e nell’annuncio evangelico di Francesco continua a rivivere Cristo: “Non son più io che vivo, ma è Cristo che vive in me” (Gal 2,20) La spiritualità del Tau altro non è che la spiritualità della croce, cioè dell’amore di Cristo, morto per noi sulla croce. PER CHIARA Chiara vuole vivere il santo Vangelo e il Vangelo 11 da Casa Madre 4/2012 è Gesù. Chiara l’ha ben compreso guardando Francesco, come lei stessa ricorda proprio all’inizio del suo Testamento: “Il Figlio di Dio si è fatto nostra via; e questa con la parola e con l’esempio ci indicò e insegnò il beato padre nostro Francesco, vero amante e imitatore di lui”. (Testamento di S. Chiara 5) Se nel Vangelo Chiara trova la sua identità, nella povertà di Gesù riconosce lo specifico della sua Forma di vita. “L’altissimo Padre, per mezzo della parola e dell’esempio del beato padre nostro Francesco, generò nella sua santa Chiesa [questo suo piccolo gregge, cioè le sorelle povere] proprio per imitare la povertà e l’umiltà del suo diletto Figlio e della sua gloriosa Madre vergine” (Testamento 46). Povera come e con Gesù, dunque; e perciò povera come e con i fratelli. Mi sembra significativo un particolare dell’episodio che ben conosciamo del pane moltiplicato. Dell’unico pane che c’è nella comunità formata da cinquanta sorelle, Chiara dice alla sorella dispensiera di mandarne la metà ai frati e di tagliare dalla metà restante una fetta per sorella. E ce n’è per tutti in abbondanza (Leggenda S.Chiara 15) La povertà ci rende solidali coi fratelli, ad esempio di Gesù che si fece povero per noi per farci ricchi per mezzo della sua povertà (2Cor 8,9). Egli non ha condiviso con noi il suo superfluo, ma il dono eccelso della sua vita divina. Il fine della povertà è il bene comune. Chiara esorta a ricercare la convergenza dei cuori, delle menti, delle volontà per passare a ricercare e perseguire ciò che è di comune utilità, a far camminare il corpo comunitario come un tutto. 12 Secondo la testimonianza delle Sorelle al processo di canonizzazione «lo suo parlare sempre era de cose de Dio, e non voleva parlare de cose seculari, né voleva che le sore le recordassero». Era una donna totalmente afferrata dall’amore, stupita della gratuità di un dono che la superava e coinvolta nella stessa compassione di Cristo per l’uomo ferito e debilitato dal peccato. da Casa Madre 4/2012 Qui scopriamo la peculiarità della missione di Chiara nella Chiesa. Una missione che a partire dall’esperienza trasformante della preghiera e della contemplazione, la testimonianza dell’amore ineffabile del Signore Gesù, raggiunge i confini del mondo. Lei stessa esprime il suo “ mandato missionario” in questi termini : «Infatti, proprio il Signore ha collocato noi come modello, ad esempio e specchio non solo per gli altri uomini, ma anche per le nostre sorelle, ( ... ) affinché esse pure risplendano come specchio ed esempio per tutti coloro che vivono nel mondo» (FF 2829). attivitÀ della direzione generale P. Stefano Camerlengo, IMC Cammino dell’Istituto Le Circoscrizioni dell’Istituto stanno vivendo un momento importante di preparazione e realizzazione delle Conferenze per contestualizzare quanto il Capitolo ha intuito e proposto. Mi sembra che sia un tempo di grazia e d’impegno vero, dove diversi di noi recuperano l’entusiasmo di sentirsi missionari della Consolata. Anche nei nostri Seminari si respira quest’aria nuova nel modo di vivere insieme e di cercare strade vere per crescere e maturare. Una particolare attenzione meritano i nostri anziani che con generosità e la saggezza degli anni restano punti fermi, baobab di riferimento, di confronto e esempi di vita donata. Nello spirito di attenzione ai nostri confratelli anziani ed ammalati, in occasione della festa del Fondatore abbiamo aperto la nuova casa di Alpignano. Questa nuova casa oltre ad essere casa di assistenza per i nostri missionari è anche un grosso investimento dell’istituto pensando al futuro. Terminate le Conferenze in ogni Circoscrizione, saranno realizzati i “ Consigli Continentali” che hanno il compito di pensare, orientare e decidere la missione del Continente secondo il Documento Capitolare. I Consigli Continentali hanno anche il compito di preparare “ L’Assemblea Continentale”, dove diversi rappresentanti avvieranno il “ progetto della missione continentale” che, in comunione con gli altri Continenti, indicherà il cammino dell’Istituto per i prossimi anni. Noi della DG, come comunità di riferimento e di comunione, accompagniamo tutti questi momenti con la nostra partecipazione. Verso un progetto Asia per l’IMC Il Capitolo ha chiesto all’Istituto di fare un passo “deciso” verso l’Asia sensibilizzando ed animando tutti i suoi missionari e preparando un progetto verso l’Asia. Per rendere questo concreto abbiamo iniziato a riflettere e a compiere alcuni passi verso il progetto. Ci siamo incontrarti con alcuni missionari che lavorano nel Continente Asia, abbiamo ascoltato i passi fatti da alcuni Istituti missionari per aprirsi all’Asia, abbiamo elaborato una sostenuta documentazione per approfondire le varie tematiche asiatiche. Ora, nel mese di giugno, come Direzione generale al completo, ci recheremo in Corea e per un certo periodo, con i nostri confratelli “ asiatici” studieremo una bozza di progetto che dovrebbe avviare la riflessione, la condivisione e la preghiera nel nostro Istituto per aprirsi insieme all’Asia. Invitiamo tutti i da Casa Madre 4/2012 13 confratelli ad essere aperti e disponibili al “sogno Asiatico”. Preparazione del Biennio di riflessione fino alla Consulta Questo tempo di Consiglio è stato dedicato anche alla preparazione del Biennio di riflessione che ci accompagnerà fino alla Consulta ( 2014). Il tema che abbiamo scelto e che vorremmo sia oggetto di riflessione, preghiera e decisioni è “ la nostra missione” con un’attenzione particolare alla comunità locale e all’economia di comunione. Per incoraggiare la partecipazione abbiamo pensato di far partire un movimento a spirale che spinga tutti noi, come missionari della Consolata, a partecipare con le nostre riflessioni senza affidarci ad un documento previo, anzi cercando di essere noi stessi i realizzatori di un testo dopo un cammino di riflessione e di condivisione fraterna. L’obiettivo di questo “movimento dinamico dell’Istituto sulla missione” è l’elaborazione degli “ orientamenti della missione del missionario della Consolata”, strumento fondamentale per dare continuità e creatività alla missione della Consolata nel tempo e nel mondo. Per il mese di giugno, in occasione della festa della Consolata, vi comunicheremo i tempi e modi concreti per vivere questo Biennio. 14 Nuovo numero ed edizione di “Documentazioni” Presto avrete in mano il “nuovo” numero di Documentazioni imc, dedicato alla riflessione sul tema: riconciliazione e missione. Questa edizioni dà inizio anche ad un nuovo modo di realizzarlo. La nostra rivista interna Documentazioni sarà, d’ora in poi, gestita dai Consiglieri Generali che cercheranno di coinvolgere direttamente i missionari nel Continente a collaborare con scritti e riflessioni; al Segretariato Generale per la Missione rimane l’organizzazione editoriale. Cogliamo l’occasione per invitare tutti i missionari a scrivere e comunicare quanto vivono e riflettono da Casa Madre 5/2012 affinché questa rivista interna sia una vera comunicazione di nostre riflessioni, ponendo le basi per il futuro della nostra famiglia: la gente che pensa e riflette porta sempre del buon frutto perché ha preparato la terra. Pellegrinaggi nei luoghi francescani Nei giorni 19 e 20 marzo ci siamo recati in pellegrinaggio con la Direzione Generale delle Missionarie della Consolata per implorare alla casa dei nostri due protettori annuali le grazie necessarie per i nostri due Istituti ed abbiamo ricordato ogni missionario e missionaria. Inoltre, abbiamo concluso la sessione di consiglio del mese, con una giornata di uscita insieme, come comunità della Casa Generalizia, a Greccio. Greccio è il luogo dove San Francesco ha realizzato il primo Presepe della storia, qui abbiamo celebrato la fraternità tra noi e preparato l’incontro con il mistero Pasquale partendo da quello dell’Incarnazione di Cristo. 15 da Casa Madre 5/2012 GENERAL COUNCILLORS VISIT MERRIVALE Samuel-Francis Onyango First to arrive in Merrivale was the vice general superior Fr Pendawazima who was not just a visitor to the seminary but who has got fond memories of the seminary at Merrivale. Fr Pendawazima had been a frequent visitor to the seminary during the days when he was studying Zulu language. His visit as the vice general superior offered him an opportunity to meet individually every member of the community in a moment of dialogue which was so candid and informative. Fr. Penda was more than lucky that he came just in time when the community was planning for an outing to the beach in Durban. As a result, he joined us for the outing, taking time out of his busy schedule to recreate, have fun and of course to enjoy the braai. He did confess how much he misses the braai. The outing was a moment of fun and recreation and it was mostly interesting to see Fr Penda dribble the ball with us at the beach. Just a day after the outing Fr Marini arrived in the community. The presence of the two general councillors was a blessing to the seminary and of course to the whole delegation of South Africa. They brought us greetings from other general councillors and also from other regions which they had visited prior to their coming to South Africa. During our meeting with them, they shared with us about the activities taking place in other regions, the resolutions of the last general chapter and also took turns to answer the many questions that were posed to them, questions concerning our institute. Before they left Merrivale, Fr Marini had the opportunity to celebrate the Sunday liturgy (Divine Mercy Sunday) at our parish, St Martin de pores (Woodlands) while Fr Penda was at St. Francis (Eastwood) a parish run by the Sacred Heart of Jesus (SCJ) missionaries. The two councillors together with Fr Cogliati, the general administrator are in South Africa for the delegation’s conference which began on 16th and will run till 20th. 16 da Casa Madre 5/2012 TROISIEME CONFERENCE DE LA DELEGATION COTE D’IVOIRE Fr. Ngaba Ndala Rombaut, IMC un nouvel horizon missionnaire ». Ce logos est la contribution du père Ariel Tossoni qui est au Canada pour les études. Ensuite nous avons élaboré l’organisation pratique sur le travaux. Le p. Ramon Lazaro nous a présenter une réflexion sur la rencontre de Philippe et l’eunuque éthiopien (actes 8,26-40) en faisant référence à notre réalité missionnaire dans le contextes ivoirien pour voir comment nous avons fait et faisons marche avec nos peuples dont l’Esprit Saint est le protagoniste de la mission. Cette réflexion nous invite à une conversion pour être des bons missionnaires comme le veut notre fondateur et les propositions du chapitre. Apres cette riche exhortation chacun de nous s’est retiré pour prier seul, et avec l’office du milieu du jour, nous avons fini la matinée avec un bon repas. Depuis le lundi 16 avril 2012 nous nous sommes réunis dans la nouvelle communauté de San Pedro pour commencer notre troisième conférence de la Délégation en Cote d’Ivoire. Le soir après le repas il y a eu l’accueil et la bienvenue au père Général comme la coutume nous demande ici. Nous avons commencé à organiser cet évènement depuis novembre 2011 avec la prière personnelle et communautaire, la préparation d’une réflexion qui a produit l’instrumentum loboris. Dans l’après – midi, le Père Général, Stefano Camerlengo, nous a présenté le document: « passons sur l’autre rive » (Lc 8,22) lignes Guides de la Direction Générale, et informations de l’institut sur la cote d’ivoire : et il a parlé aussi de ce que la Direction Générale souhaite pour la Cote d’Ivoire : Garder la nouveauté : esprit jeune S’impliquer davantage dans le dialogue Tous, nous sommes là même le p. Manolo Grau, qui était parti en Espagne d’urgence à cause de la santé tandis que le p. Ariel Tossoni est absent pour des raisons d’études au Canada (encore en Argentine). Le mardi 17 avril 2012 avec la prière de Laudes le p. General allume la lampe du XII ème Chapitre General, suivi des supérieurs des communautés qui ont allumés les petites bougies en invoquant l’Esprit Saint en vue de la communion avec toute la congrégation. A 8h45, sont préparées les images de la Consolata, du bienheureux Allamano et le logos aux couleurs du pays avec un message : « Vers 17 da Casa Madre 5/2012 interreligieux d’échanges fraternels. Il est temps d’initier la formation pour les futurs missionnaires de la Consolata Ivoiriens Accorde-nous ton Esprit, Et le soir nous avons fini avec la messe au bidonville du Bardot à la chapelle Notre dame d’Afrique où a commencé la première communauté IMC en CI. Dans la foule il y a eu beaucoup des anciens amis et même les enfants qui étaient trop petit quand nous avons commencé et maintenant ils sont grand. L’ambiance était très fraternelle. La Chorale Notre Dame de la Consolata qui a chanté la messe et le père Général a encouragé l’assemblée à faire mémoire de nous parmi les gens et que ceux-ci peuvent aussi nous reprocher s’ils constatent un manque d’amour de notre part. par un discernement sincère, Pour que ce temps soit renouvelé Le partage réciproque et la communion d’esprit. Inspire-nous la mission sous toutes ses formes, Selon ton vouloir et en étant fidèle à notre charisme, Pour que nous traversions en pleine confiance, Le nouvel horizon missionnaire qu’encourage notre avenir. Donne à chacun d’entre nous, de construire Une communauté véritable, unie et fraternelle, Prière pour la 3ème Conférence Vers un nouvel horizon missionnaire Seigneur notre Dieu, nous te rendons grâce, pour la 3ème conférence de notre délégation. Entre tes mains, nous remettons ce moment 18 da Casa Madre 5/2012 Disposée à aller toujours plus loin, Par l’appui du Bienheureux Joseph Allamano, et sous la protection de notre Mère Marie Consolata. Toi qui vis et règne dans les siècles des siècles. Amen. casa generalizia Aprile 2012 P. Vedaustus Kwajaba, IMC 02 aprile: P. Medina Salvador, Consigliere Generale, parte per l’Argentina e poi Venezuela per partecipare alle conferenze regionali. Il gruppo di laici IMC del Portogallo accompagnato da Padre Mauricio Guevana ritornano in Portogallo dopo una bella esperienza spirituale vissuta a Roma durante i loro ritiro. Alcuni di loro sono rimasti per approfondire il loro cammino spirituale e visitare luoghi storici a Roma. 03 aprile: P. Pendawazima Dietrich, Vice Superiore Generale, parte per Sud Africa e poi Kenya per la visita ai seminari e conferenze regionali. 04 aprile: ci troviamo con il personale della casa per scambiarci gli auguri pasquali, condividere alcune colombe e uova di pasqua. La comunità saluta P. Altino Marcos, diocesano di Tete in Mozambico, che risiedeva a Casa Generalizia per qualche mese in attesa di trovare una parrocchia, luogo di permanenza a Roma per motivi di studi. Settimana Santa: con l’inizio della Settimana Santa vari confratelli partono per servizi pastorali in alcune parrocchie d ‘Italia. In comunità, per la Pasqua, rimane un gruppo di missionari per i servizi alle comunità religiose di cui siamo cappellani. 06 aprile - Giovedì Santo: partecipiamo in San Pietro alla Messa del Crisma presieduta dal Santo Padre e con la presenza di un grande numero di sacerdoti, religiosi e laici. A casa poi, all’ora del pranzo, festeggiamo il dono del nostro sacerdozio. A sera, P. Giuseppe Ronco, presiede la celebrazione in Coena Domini per la comunità. Celebriamo i giorni del triduo guidati da P. Ronco Giuseppe che con le sue riflessioni ci ha aiutato a vivere e partecipare ai grandi misteri della salvezza. 08 aprile: partecipiamo in Piazza San Pietro alla Benedizione pasquale Urbi et Orbe con la recita del Regina Coeli. Papa Benedetto XVI nel suo messaggio di pasqua dichiara che il Cristo risorto è la speranza dell’umanità, ricorda le da Casa Madre 4/2012 19 persecuzioni delle comunità cristiane ed evoca i drammi del medio oriente e dell’Africa. Poi ci troviamo tutti in casa per il pranzo pasquale. Italia che partecipano al convegno organizzato al livello regionale. 13 aprile: Ringraziamo il Signore per il dono di vita di Padre Kota Victor nel giorno del suo compleanno e gli auguriamo vita piena di gioia. 17 aprile: incontro comunitario: il Professor Pandolfi dell’università Urbaniana ci fa la presentazione della realtà’ sociale e pastorale di Roma. 09 aprile: P. Stefano Camerlengo, Superiore Generale e P.Ugo Pozzoli, Consigliere Generale partono per la Spagna per partecipare alla conferenza regionale. 10 aprile: P. Marco Marini, Consigliere Generale e P. Cogliati Rinaldo Amministratore Generale partono per il Sud Africa per vari incontri e viste ai confratelli. 11 aprile: I vari confratelli della comunità che erano partiti per servizi religiosi iniziano a ritornare. Accogliamo P. Michelangelo Piovano, il superiore precedente della Casa Generalizia che svolge il suo servizio a Casa Madre come Superiore della casa e Vice superiore regione Italia. E’ venuto a Roma per qualche impegno. 12 aprile: P. Patrick Silva parte per Milano, dove partecipa alla Maratona della città. 20 Al pranzo accogliamo i Confratelli missionari giovani della regione da Casa Madre 5/2012 14 aprile: Padre Generale, ritorna dalla Spagna e parte per Costa d’Avorio per la conferenza di delegazione. 20 aprile: P. Ugo Pozzoli dopo la conferenza regionale in Spagna, parte per la visita in Mongolia. Ci uniamo a P. Ronco Giuseppe per ringraziare il Signore per il dono della vita nel suo giorno di compleanno. 21 aprile: Padre Trevisiol Alberto celebra il dono della vita nel giorno del suo compleanno e lo assicuriamo delle nostre preghiere. 21 da Casa Madre 5/2012 vita nelle circoscrizioni NOTÍCIAS... INFORMAÇÕES... P. Jordao Maria Pessatti, IMC ORDENAÇÕES DIACONAIS À VISTA APÓS SEIS ANOS... Dois dos nossos estudantes missionários receberão o Diaconato nestas datas e lugares: Robério Crisóstomo da Silva no dia 19 de maio, na paróquia “Nossa Senhora da Penha” (Jardim Peri, São Paulo); Gerald Mulili Kimanthi no dia 27 de maio, na paróquia “São Paulo”, em Cascavel (PR). No domingo 22 de janeiro de 2012 o Pe. João Monteiro da Felícia despede-se da comunidade paroquial do Jardim São Bento (S. Paulo), após seis anos de pastoreio, e passa para a vizinha paróquia “Nossa Senhora de Fátima” (no Imirim), como Vigário Paroquial. Os fiéis do Jardim São Bento expressam ao Pe. João Monteiro profundo agradecimento pelos seis anos de assistência e amoroso trabalho pastoral realizado entre eles. Enquanto o novo pároco (Pe. Moisés Roberto Facchini) não chega a São Paulo, em razão de compromissos de trabalho assumidos em Cascavel (PR), a paróquia “Nossa Senhora Consolata” do Jardim São Bento é assistida pastoralmente pelo Pe. Luiz Andriolo. DOM SERVILIO CONTI, IMC No dia 3 de janeiro de 2012 deixou Aparecida de São Manuel, onde vivia e trabalhava ao lado do pároco diocesano local, e veio para a Casa Regional, em São Paulo, onde agora permanecerá. TOMADA DE POSSE DE PARÓQUIAS Brasile Nos primeiros meses do corrente ano efetuouse a troca de párocos em várias paróquias confiadas ao IMC. Seguem algumas linhas de crônica sobre cada uma. CURITIBA (PR) – No dia 29 de janeiro de 2012, Dom Rafael Biernaski, Bispo Auxiliar de Curitiba, presidiu a Eucaristia da tomada de posse do Pe. Lírio Girardi, como novo pároco da paróquia “Santa Margarida”, na Arquidiocese de Curitiba. Com Dom Rafael concelebraram: Pe. Lírio Girardi (novo pároco), Pe. Elio 22 da Casa Madre 4/2012 Eucarística, foi lembrada a data de aniversário da fundação do Instituto Missões Consolata, que recorre neste dia (29 de janeiro de 1901). JARDIM PERI (SÃO PAULO) – No dia 4 de fevereiro de 2012, Pe. Pietro Plona tomou posse como pároco da paróquia “Nossa Senhora da Penha”, no Jardim Peri, periferia de São Paulo. A cerimônia foi presidida pelo Bispo da Região Episcopal Ipiranga – Dom Tomé Ferreira da Silva, uma vez que a sede episcopal da Região Sant’Ana, com a transferência de Dom Joaquim Justino Carreira para Guarulhos, no momento está vacante. Na homilia, Dom Tomé enfocou a importante missão do pároco em ralação à grei que lhe é confiada. O Sr. Nélson Luiz (Missionário Leigo da Consolata), em nome da comunidade paroquial, agradeceu ao Pe. Elio Rama pelo trabalho realizado anteriormente, e apresentou as boas-vindas ao novo Pároco, Pe. Pietro Plona. A celebração eucarística da tomada de posse foi muito participada. JARDIM SÃO BENTO (SÃO PAULO) – Na tarde do dia 18 de fevereiro de 2012 (sábado), durante a Missa das 18 horas, Pe. Moisés Roberto Facchini, Vice-Superior Regional, foi empossado como novo pároco da Paróquia “Nossa Senhora Consolata”. Presidiu a cerimônia o Pe. Zacarias José de Carvalho Paiva, Vigário Episcopal da Região Sant’Ana. Concelebraram com o Vigário Episcopal: Pe. Moisés Roberto Facchini (novo pároco), Pe. Elio Rama (Superior Regional) e Pe. Luiz Andriolo. Segue um trecho da mensagem dirigida à comunidade paroquial pelo novo pároco, Pe. Moisés: Brasile Rama (Superior Regional), Pe. Job Masyula Mbutu (Diretor do Seminário Filosófico Nossa Senhora Consolata), Pe. Natálio Fornasier (pároco da vizinha paróquia do Bom Pastor), Frei Ivo (Capuchinho). A participação de fiéis das cinco comunidades da paróquia foi muito significativa. Presentes também os seminaristas e alguns familiares do Pe. Lírio Girardi. Em vários momentos da Liturgia “Queridos amigos da Paróquia Nossa Senhora Consolata! Celebrei nesta comunidade uma das minhas primeiras missas, em 1976, logo após a ordenação sacerdotal. Muitos Padres missionários da Consolata, com grande zelo, serviram esta comunidade. Espero também eu dar o melhor de mim mesmo, para evangelizar esta porção do povo de Deus que me foi confiada. Estou vindo da Tanzânia, na África. Jamais esquecerei tantos rostos, tantas situações. Foram 11 anos vividos intensamente com aqueles nossos irmãos e irmãs; com eles aprendi muito; com eles, com muita fé, cresci no seguimento de Jesus. Aqui, talvez, um dos desafios seja entrar em contato com pessoas que vivem muito ocupadas e até num certo isolamento. É preciso criar sempre mais comunhão. Com a graça de Deus espero contribuir um pouco para atingir esta meta.” SÃO MANUEL (SP) – No dia 25 de fevereiro de 2012, no Santuário de Santa Teresinha, durante a Missa das 19 horas, Dom Maurício Grotto de Camargo, Arcebispo de Botucatu (SP), empossou como novo pároco da paróquia “São Manuel”, em São Manuel, o Pe. Jaime Antonio Díaz Cadavid. Participaram da celebração representantes das 7 Comunidades da Paróquia, o Superior Regional do IMC – Padre Elio Rama, o Pe. Héctor Elias, Vigário Paroquial, e o Pe. Rogério, Pároco de da Casa Madre 5/2012 23 Pedra Branca (São Paulo). RETIRO MENSAL DE MARÇO As comunidades do IMC da cidade de São Paulo, seguindo o roteiro anteriormente estabelecido, realizam hoje (5 de março) seu retiro mensal, no Centro Missionário “José Allamano (Pedra Branca). O tema para a reflexão foi apresentado pelo Pe. Francisco Asís Jesús López Vásquez (Padre Paco), formador no Seminário Teológico “Pe. João Batista Bísio”. Neste tempo privilegiado da Quaresma foi-nos oferecida excelente ocasião para refletirmos e aprofundarmos a Palavra de Deus (Apocalipse, capítulos 2 e 3) referente à mensagem de Jesus Cristo às Sete Igrejas da Ásia Menor e a nós. Após oportuno espaço de tempo para meditação, o grupo reuniu-se e partilhou algumas reflexões. Brasile Aparecidinha de São Manuel. Na homilia, o Bispo focalizou o sentido da Quaresma e da preparação quaresmal, com grande profundidade e sentido pedagógico. Na saudação aos fiéis, o novo Pároco resumiu seus sentimentos com as palavras de Jesus: Coragem, sou eu, não tenhais medo, e convidou a todos a trabalharem juntos, bem unidos. Padre Jaime assume o cargo que anteriormente era ocupado pelo Pe. Durvalino Condicelli, agora transferido para Cascavel (PR), como responsável da AMV naquela Arquidiocese do Paraná. 24 Obs.: No dia 25 de março de 2012 outros dois membros do IMC assumirão o cargo de pároco e de vigário paroquial nestas Comunidades: Pe. Aquiléo Fiorentini, pároco da Paróquia “São João Batista”, em Jaguarari (BA); e Pe. Mário De Carli, vigário paroquial da Comunidade “São Marcos”, no Bairro da Casa Madre 5/2012 ENCONTRO DE EX-SEMINARISTAS No dia 19 de maio de 2012, por ocasião do centenário da colonização de Rio do Oeste (SC), realizar-se-á naquele pequeno município de Santa Catarina o encontro dos ex-seminaristas da Consolata, sobretudo dos que passaram pelo Seminário “São Francisco Xavier”, em Rio do Oeste. Aguarda-se a programação do encontro. P. Diamantino Guapo Antunes, IMC Eram os últimos meses da guerra civil em Moçambique. Confiante de que as conversações em curso para alcançar a paz iriam pôr fim à guerra, a diocese de Inhambane decidira reabrir o Centro Catequético do Guiúa para a formação de famílias de catequistas. Duas dezenas de famílias escolhidas em diferentes missões acabavam de chegar, quando nessa mesma noite do dia 22 de Março de 1992 um grupo de militares da RENAMO atacou o Centro Catequético e raptou as famílias. Em marcha, carregando os bens saqueados pelos militares, foram conduzidas à força em direcção à base dos guerrilheiros. Porém nem sequer lá chegaram. Pelo caminho, um grupo de 23 catequistas e familiares foram brutalmente chacinados à baioneta. Alheios ao conflito que opunha FRELIMO e RENAMO, foram apanhados na sua lógica infernal, quando, o seu único desejo era fazer o bem e anunciar a todos o Evangelho de Jesus, que é a boa nova da paz, alegria e fraternidade. À sede de maldade dos seus assassinos responderam com palavras de paz, rezando e afirmando a sua fé, e finalmente aceitando a morte que já não podiam evitar. A sua morte despropositada, para quem escolhera o anúncio da palavra de Deus, fez brilhar a luz do bem na escuridão do mal. Com o sangue, acabaram por dar um forte testemunho da sua fé. Os corpos mutilados destas famílias foram transportados e sepultados no Centro Catequético. A diocese de Inhambane tem grande veneração por estes seus filhos e considera-os “mártires”. O cemitério onde estão sepultados é lugar de romagem de centenas de cristãos ao longo do ano. Todos os anos, no dia 22 de Março, realizase uma celebração litúrgica, evocando o trágico acontecimento. Mozambico XXº ANIVERSÁRIO DOS MÁRTIRES DO GUIÚA: A LUZ DO TESTEMUNHO CRISTÃO NA ESCURIDÃO DO ÓDIO Assim sucedeu também este ano. No passado dia 22 de Março, bem cedo, celebrámos a Eucaristia no cemitério do Guiúa onde estão sepultados os catequistas mártires. depois da Missa celebrada no cemitério dos Mártires. No final da Eucaristia fiz a leitura do decreto episcopal que cria o Santuário Diocesano de Nossa Senhora Rainha dos Mártires, com sede no Guiúa. Seguiu-se uma peregrinação com Via Sacra até ao local do martírio, situado a cerca de 3 kms da missão do Guiúa, após o que, se escutou o testemunho de sobreviventes do massacre. Uma cerimónia emotiva e plena de significado para o Centro do Guiúa, para os catequistas em formação e para todos os presentes. Um forte testemunho de que a missão daqueles catequistas, abruptamente interrompida há da Casa Madre 5/2012 25 20 anos, continua viva. A sua memória e o seu exemplo frutificam e renovam nas novas gerações o desejo de espalhar a palavra. Anunciar a Boa-Nova. Na memória e na profecia. Para a igreja de Moçambique, em geral e para a Igreja de Inhambane em particular, estes nossos irmãos catequistas defuntos são considerados “mártires”. O que sabemos hoje com toda a certeza, é que estes homens e mulheres foram mortos, maliciosamente, enquanto iniciavam um caminho de fé comprometido, assim a testemunhando de forma inequívoca. Neste sentido, podem ser considerados mártires. Os Mártires do Guiúa anunciaram o Evangelho com a sua vida, com o derramamento do próprio sangue. Testemunharam o seu amor a Jesus e à sua Igreja. Mozambico Esta é também a mensagem dos Mártires do Guiúa à nação moçambicana, que festeja este ano os 20º aniversário do Acordo Geral de Paz: a sociedade não precisa mais de ódio, de 26 da Casa Madre 5/2012 violência e de divisão. Que os mártires do Guiúa nos inspirem a procurar e anunciar o perdão e fraternidade. 14 Febbraio La Polonia è una giovane democrazia che vuole crescere velocemente dopo essere stata ferma a causa del governo comunista. Questa crescita sta avvenendo. La vediamo con i nostri occhi. Dopo quasi 4 anni di vita qui molte cose cambiano e si modernizzano. Tuttavia come ogni crescita troppo veloce ci sono degli inconvenienti che mostrano come il cammino sia ancora lungo. Lo scorso week end con una grande pubblicità era stato annunciato il prima partita tra due squadre polacche famose nel nuovissimo stadio nazionale di Varsavia. A poche ore dall’inizio la polizia non ha dato il permesso di giocare a causa della mancanza di alcuni sistemi di sicurezza della stadio non ancora terminati. Polonia Diario della comunità 16 Febbraio Decidiamo quest’anno per la prima volta di celebrare la festa del Fondatore invitando gli amici più vicini. Gli scorsi anni la festa annuale era quella della Consolata. Quest’anno abbiamo deciso che è orma il tempo di valorizzare anche questa importante data. Così questa sera ci siamo ritrovati con circa 50 amici, le persone più vicine alla nostra comunità nella cappella dedicata a S. Francesco, sotto il Santuario di S. Kostki. Ha presieduto la celebrazione il parroco, ks. Tadeusz. Qualche giorno fa Silvanus ha celebrato il suo compleanno così uniamo alla festa del Fondatore la sua festa di compleanno che continua dopo la celebrazione in un sala vicino al Santuario. 17 Febbraio Silvanus parte con un gruppo di giovani del gruppo per il Portogallo. Insieme parteciperanno e rappresenteranno la nostra comunità durante il convegno che annualmente si celebra per l’occasione della festa del Fondatore. Dopo il convegno incontreranno i missionari della regione con lo scopo di far conoscere le attività che svolgiamo in Polonia affinché tutta l’animazione diventi sempre più continentale. Per questo stesso motivo durante l’anno prevediamo anche di visitare la Spagna e l’Italia. 26 Febbraio Dopo aver celebrato al mattino di questa prima domenica di quaresima, nel pomeriggio partecipiamo ad una liturgia quaresimale nella quale si cantano i lamenti gorzkie zale. Sono strofe che raccontano la passione del Signore, i dolori della Madre e le preghiere che il popolo eleva al Signore. Nella seconda parte un sacerdote fa un’omelia a tema. 2 - 4 Marzo Partiamo questo week end per guidare un ritiro per catechisti della diocesi di Zielona Gora ad ovest del paese, vicino alla Germania. per da Casa Madre 5/2012 27 Polonia quest’anno pastorale 2011.12 siamo invitati dal direttore diocesano ks. Woiczech a guidare le 4 sessioni di ritiri per tutta la diocesi. Due turni già lo scorso anno, ed ora partiamo per il terzo turno. Il quarto sarà quest’estate. Il ritiro avviene a Glogow nel centro dove già lo scorso anno eravamo stati. a questo turno Partecipano ben 110 catechisti. la figura del catechista in Polonia è professionale, nel senso che sono veri e propri professori che insegnano nelle scuole dopo aver studiato teologia per 5 anni. per loro obbligatorio e la partecipazione al ritiro che viene considerato come corso professionale di aggiornamento. Il ritiro che proponiamo è chiaramente missionario e ha diversi contenuti. Presentiamo in generale la missione parlando dell’Istituto dove è nato chi l’ha fondato il carisma e le missioni diverse che facciamo nel mondo. Per questo presentiamo sempre concrete realtà. Poi ci sono momenti dedicai alla Parola di Dio, come la meditazione del mattino e la Messa. Una sera guidiamo la Via Crucis, mentre nella seconda confessiamo lasciando esposto Gesù nel Santissimo Sacramento. Molto apprezzato è lo stile gioioso che cerchiamo di trasmettere e appassionare. Il culmine di questo momento gioioso avviene durante una pausa serale in cui invitiamo tutti a cantare e ballare. Concludiamo in un clima di soddisfazione e di ringraziamento generale. Diversi catechisti chiedono il nostro contatto che comunque diamo a tutti per organizzare in futuro nelle parrocchie da cui provengono e nelle scuole futuri incontri di animazione missionaria. Tra i catechisti presenti c’è una signora Magdalena che abita proprio qui a Glogow. Ci invita alla sera di domenica dopo aver concluso a casa sua per farci conoscere il marito e i suoi due figli. 28 12 Marzo Ci incontriamo questa mattina per preparare il nostro contributo che porteremo alle prossime conferenze regionali del continente Europa. Siamo stati invitati a partecipare alla rispettive tre conferenze delle regioni, Spagna, Italia, Portogallo con lo scopo ci camminare insieme a loro nell’unico continente in cui lavoriamo. Così ci troviamo per decidere cosa da Casa Madre 5/2012 comunemente presentare poiché ognuno di noi parteciperà a una delle conferenze. 16 - 18 Marzo Partiamo questo week end per il sud ovest del paese chiamata bassa Slesia. Noi siamo mai stati e siamo invitati insieme a ks. Bogdan uno dei segretari delle Pom a guidare la scuola diocesana per animatori missionari. Raggiungere questa regione è difficile perché non ci sono buone comunicazioni dirette. Il nostro treno impiega ben 8 ore per arrivare a Wroclaw e da lì abbiamo ancora un’ora e mezza di auto. Bogdan che proviene da questa regione ci racconta che tutta la parte ovest della Polonia ha una storia molto giovane. Qui abitarono per molto tempo i tedeschi e soltanto alla fine della seconda guerra mondiale questi terreni furono dati alla Polonia come ricompensa dei terreni perduti a est. Per L’arcidiocesi di Wroclaw è stata divisa pochi anni fa in tre parti. Una di questa quella di Świnica è la diocesi In qui ci troviamo. Il paesino si chiama Bardo ed è situato in mezzo alle colline. Qui il turismo è poco sviluppato. Ci sono molti campi estesi coltivati e soprattutto ancora tante miniere di carbone e non solo attive. La scuola per animatori si tiene in una grande convento di origine tedesca abitato oggi da suore. Le suore Klaweriane in questa diocesi guidano l’ufficio dell’animazione missionaria. Alla scuola vi partecipano circa 40 persone. Sono catechisti, seminaristi, suore, giovani. Cerchiamo come riusciamo di animarli perché ci raccontano che la diocesi molto giovane, ha solo 9 anni, è ancora povera di iniziative missionarie. Silvanus è invitato a Poznan per un altro turno di rekolkcje organizzate da ks. Szymon, un sacerdote che guida un gruppo missionario universitario. Oltre alle celebrazioni in chiesa Szymon organizza anche un incontro in seminario con i seminaristi della diocesi. Pasqua. Gli incontri mensili che proponiamo sono al sabato e prevedono la Messa, un incontro formativo e un’agape. Due volte all’anno in occasione del Natale e della Pasqua invitiamo il gruppo per un week end di ritiro. Questo fine settimana andiamo nella casa per ritiri a Bielany in Varsavia non lontano da casa nostra. Siamo in 18 persone. Invitiamo per tenere una conferenza un’insegnate che già conosciamo. Si chiama Wanda ed è professoressa di psicologia e spiritualità. Il tema che guida è l’Eucarestia e la missione. Il resto del programma lo guidiamo noi. Polonia cui le famiglie che qui vi abitano, provenienti da diversi luoghi, non hanno radici lontane, al massimo due tre generazioni. 28 Marzo Ashenafi è invitato all’università al dipartimento di psicologia per parlare del tema della famiglia in Etiopia. Per questo tema si prepara con foto ed esperienze personali. Ritornando racconta che gli studenti erano molto interessati e hanno fatto molte domande sul tema. Le celebrazioni sono alla sera. Durante il giorno Szymon organizza una serie di incontri. Tra questi c’è l’incontro con i seminaristi diocesani in seminario con i quali si celebra la Messa. Poi l’incontro con il Vescovo di Poznan in Episcopio. Appare molto interessato del nostro lavoro di animazione missionaria e ci invita a lavorare nella sua diocesi. 22 Marzo E’ questo uno dei periodi più intensi dell’anno dal punto di vista degli inviti e delle animazioni. Silvanus parte per una serie di incontri in una parrocchia vicina a Łódż, mentre Luca e Ashenafi rimango a Varsavia per preparare il ritiro giovanile che si terrà sabato e domenica. 24-25 Marzo Guidiamo il ritiro per i giovani in preprazione alla 29 da Casa Madre 5/2012 Pasqua di Risurrezione 2012 dal Tanzania P. Francesco Bernardi, IMC Di regola non faccio domande quando confesso. Ritengo che l’unico autorizzato ad indagare su il “perché” e il “come” delle vicende errate degli uomini e delle donne sia solo Gesù Cristo, il salvatore… Ieri, prima della Messa, una fila di bambini attendeva per la confessione. La fila era nutrita e il tempo stringeva. “Un motivo in più per non dilungarmi in troppe domande” mi dissi, mentre il sudore aveva già inzuppato camicia e camicie. “Perdonami, padre, perché… ho rubato”. “Io ti assolvo…”. E uno. “Perdonami, padre, perché… ho rubato”. “Io ti assolvo…”. E due. La scena si replica per la terza volta e poi la quarta, la quinta, sempre con lo stesso “ho rubato”. Al sesto round, rompo gli indugi e ad una ragazzetta di V Elementare dai piedi scalzi chiedo: - Che cosa hai rubato? Tanzania - Una penna biro. Senza attendere altre domande, la ragazzetta dai piedi scalzi continuò: “Io non soldi per comprare una biro. Però una mia compagna ha sei biro. Allora ho pensato che potevo prenderne una, visto che lei ne ha tante. Padre, ho proprio fatto una cosa brutta brutta?”. Da sessantottino mai pentito (secondo il quale rubare ai ricchi non è un’infamia), stavo per rispondere: “No, figlia mia, non hai fatto una cosa brutta brutta!”. Poi spuntò un ragazzo che confessò: “Ho rubato un po’ di polenta alla nonna, perché avevo fame”. Osservai quella creatura, magra 30 da Casa Madre 5/2012 come uno stuzzicadente, che non sapeva di pulito. Non riuscii a dire “ti assolvo dai tuoi peccati”, perché la commozione mi soffocò le parole. Lo congedai con un tocco sulla spalla… Ecco il Tanzania con i “ladri di polli”, severamente puniti, mentre chi ruba miliardi fa bisboccia. Come in ogni angolo del pianeta. Mi si dice che l’Italia è guerra contro i ladri che non pagano le tasse. Bene. Nel nostro paese si lotta pure contro il “buco” dell’indebitamento pubblico, di cui l’evasione fiscale è una componente significativa. Auguri! Oggi da Google News apprendo che ogni italiano ha, in media, un debito verso lo stato pari a 32.000 euro. È una voragine, altro che buco! E tutti vi possono affogare. Pertanto bene ha fatto il governo di Mario Monti a non firmare la richiesta di ospitare le costose Olimpiadi a Roma. Un tempo gli imperatori romani tenevano a bada le folle inquiete offrendo loro panem et circenses, ossia pagnotte e spettacoli nelle arene. Però, con le Olimpiadi (e i pesanti aggravi economici), avremmo tantissimi “fratelli d’Italia” a pancia vuota. Cari amici, la domanda con cui mi voi inseguite da tempo e con affetto è: “Come stai in Tanzania?”. Sto bene. Non posso stare male in un paese dove lei ruba una penna per scrivere, ed io ho il computer. Non posso lamentarmi in una nazione dove lui, affamato, ruba una fetta di polenta, mentre a me non manca il companatico. Inoltre essere missionario-giornalista in Tanzania non mi dispiace. È servizio urgente. E sono grato alla Provvidenza che mi sostiene in questo impegno. Quindi tutto bene? Dire “tutto bene” non significa “tutto facile”. Nulla è facile, specialmente in Africa. C’è la croce da portare, sotto ogni latitudine, anche se non sei cristiano. E, se non sei credente, la croce pesa ancora di più. Inoltre non basta… credere in Dio. Bisogna credere soprattutto nel prossimo. fame) credono in Dio: vanno in chiesa, pregano e, addirittura, si confessano. Ma domani possono farsi la forca nella vita. Credere in Dio non basta. Il primo comandamento è, certamente, amare Dio. Però non dimentichiamo il prossimo, che rende credibile l’amore verso Dio (Vangelo di Matteo 22, 38). La vita in Tanzania è complessa non per mancanza di fede in Dio, bensì per carenza di fiducia verso il prossimo. Dietro l’angolo, si accovaccia sempre la tentazione dello scoraggiamento di fronte all’altro da rispettare. Tanzania Stanotte la ragazzetta dai piedi scalzi e il compagno magro come uno stuzzicadente si sdraieranno su una stuoia, in preda alla malaria. Pure a me le zanzare succhiano il sangue mattino e sera, eppure non ho ancora preso la malaria. Amici, vi pare poco? “Ho sempre lottato per cambiare il mondo. Oggi lotto perché il mondo non cambi me” diceva e dice Marco, ieri animatore in parrocchia e oggi sposo felice, nonché papà estasiato di fronte agli strilli della dolcissima Chiara. Bravo Marco! Lei che intasca una penna biro (perché è povera) e lui che ingoia una fetta di polenta (perché ha 31 da Casa Madre 5/2012 DESPEDIDA AO PADRE TOBIAS DE OLIVEIRA, IMC Kenya P. Jean-Marie Bilwala-Kabesa, IMC 32 Penso que os Confrades não vão ficar com os olhos esbugalhados do espanto para saber que O Padre Tobias de Oliveira não está ainda conosco no Quénia. No dia 6 do Março, todos os Confrades da Casa regional Imc do Quénia juntos com todos os Confrades da região que estavam na Casa regional, agradeceram O Padre Tobias pelo serviço que deu a Região como Secretário Regional e também como Superior da Casa Regional. Afinal! Quém é O Padre Tobias de Oliveira? Este Padre é o Missionário da Consolata. Ele Nasceu no dia 13/3/1943 á Vila de Rei Beira Baixa-Portugal. O Padre Tobias fez o primeiro voto no dia 2/10/1962 e foi ordenado Padre no dia 8/6/1968. O Padre Tobias fez a sua primeira Missão no Quénia durante este período (1978-1990). Dalí, O Padre regressou em Portugal onde ele deu também o serviço como Superior Regional. Depois daquele período de Missão, O Padre regressou ainda para o Segundo período de Missão no Quénia onde ele deu o serviço do 2001 até no início do Março 2012. Segundo O Padre Tobias da Casa Madre 5/2012 de Oliveira, Imc, ele foi pedido disponibilidade para um novo serviço missionário, devendo ele por isso deixar o Quénia nos primeiros dias de Março. O Superior Geral so tornará pública a sua nova destinacão em fins de Março. Para já O Padre Tobias está seguindo um curso (Biblica Espiritualidade) em Jerusalem desde meados de Março a meados de Junho. Depois, O Padre Tobias passará em Portugal algumas semanas em Junho e Julho. No dia da sua despedida, O Padre Tobias exprimou a sua gratidão o melhor por lhe terdes ajudado e acompanhado durante os seus quase 44 anos de sacerdócio missionário. O Padre Tobias de Oliveira, aproveitou também para pedir as nossas orações para que ele aproveite bem o tempo de renovação pessoal na Terra de Jesus. Com muita estima e gratidão ao Senhor pela presença missionária do Padre Tobias de Oliveira no meio de nós, pedimos a Nossa Mãe da Consolala e também ao Nosso Pãe, José Allamano, para ajudar O Padre Tobias na sua nova caminhada missionária. P. António Fernandes, IMC Tempo pascal, nas trevas brilhou uma grande luz e a aurora traz-nos a grande notícia da ressurreição. Caminhamos com Jesus, que passou fazendo o bem e entregou a sua vida para fazer-nos participantes da sua glória divina. A vida consagrada é a memória vivente do modo de existir e viver de Jesus (VC 22). Viver, caminhar, para o amanhecer. Caminhar para o amanhecer é construir uma vida nova, plena, perfeita que Cristo nos oferece continuamente e de modo muito concreto neste tempo Pascal. Queremos, identificar-nos com o salmista “ Despertai, saltério e harpa; eu mesmo despertarei a aurora. Louvar-te-ei entre os povos, Senhor, cantar-te-ei louvores entre as nações”(Salmo 108,2-3). Estamos vivendo tempos de crise, são oportunidades para quem abre o seu coração ao Espírito que passa pelos sinais dos tempos e dos lugares. Para quem adota atitudes de sincera humildade, de escuta, docilidade, pobreza para reacender o seu coração e contagiar com a caridade de Cristo pessoas e comunidades. momento importante na vida da nossa região, só terá verdadeiramente sentido se nos situamos na lógica do essencial, do originário; da gratuidade, da vida carismática e profética, acertaremos no discernimento sobre as mudanças bruscas e rápidas que experimentamos e seremos obrigados a revisar a nossa forma de ver, de relacionar-nos, de organizar-nos e de atuar. Só metendo-nos no escuta do espirito, manteremos a confiança de que se sai do inverno e a poda nos levará a um novo vigor e uma maior orientação das nossas energias. Portogallo despertarei a aurora ( Salmo 108, 2) Convidemo-nos mutuamente a caminhar para a aurora, prepararemos a nossa conferência com a clara consciência de que caminhar nesta direção é uma proposta que nasce de uma vida enraizada na fé e confiantes na esperança que é alimentada pela Ressureição. A luz que nos chega da ressurreição ilumina e estimula o nosso caminhar, seguindo Jesus, encontraremos a aurora de um novo dia. Um abraço fraterno e missionário. Unidos na oração e na missão. São muitos os muros que tempos que derrubar muros que tempos que derrubar e muitas as pontes que devemos construir. O sopro do Espírito nos impele a uma renovação. Quer que levantemos as cabeças e sejamos livres para chegar a novas fronteiras. A conferência regional que estamos preparando, 33 da Casa Madre 5/2012 RADUNO DEI GIOVANI MISSIONARI a bravetta Italia STD Thomas Mushi, IMC 34 Dall’11 al 13 di Aprile il seminario teologico internazionale di Bravetta, Roma, ha ospitato un gruppo significativo di giovani missionari della Consolata: Simão Pedro, Peter Njoroge, Ermanno Savarino, William Mkalula, Cirille Kayembe e Nicholas Muthoka. Provenienti da varie parti d’Italia: da Milano, Torino, Bevera, Vittorio Veneto, Galatina, Martina Franca si sono un incontrati per condividere esperienze e aspettative come missionari in Italia infatti tutti essi formano la squadra del settore dell’animazione missionaria e vocazionale della regione Italia. Nel loro incontro sono stati accompagnati da quasi tutta la direzione regionale: i Padri Michelangelo Piovano, Godifrey Msumange , Carlo Alessio Biella e Gianni Treglia. Da Torino, casa madre, P. Godfrey Msumange da Casa Madre 5/2012 coordina le attività di animazione missionarie e vocazionali della regione mentre P. Nicholas Muthoka è impegnato nella pastorale giovanile del CAM. P. Gianni Treglia da Bevera segue il settore dei laici missionari della Consolata e con P. Peter Njoroge la formazione e l’animazione missionaria P. Ermanno Savarino accompagna i centri di animazione Missionaria di Vittorio Veneto e di Nervesa nel trevigiano. P. William Mkalula è impegnato nella pastorale giovanile e nell’animazione missionaria a Galatina come pure P. Cirille Kayembe, a Martina Franca mentre P. Costa Simão Pedro fa lanimazione missionaria a Milano. Posteriormente all’incontro il P. Godfrey Msumange ha condiviso con gli studenti teologi ciò che riguarda il suo lavoro nell’ufficio di La presenza dei menzionati confratelli nel seminario in questi giorni è stata molto significativa per i seminaristi perché tramite il dialogo hanno avuto la possibilità di rianimare la propria vocazione sentendo ciò che li aspetta: le difficoltà, le sfide e le gioie della missione in Italia che come il P. Godfrey Msumange nella condivisione della sua esperienza di 6 anni a Vittorio Veneto ha sottolineato che “L’Italia e L’Europa sono anch’esse anche terra di missioni”. Ció che abbiamo vissuto come seminaristi é un aspetto dell’ecclesiogenesi di cui siamo noi tutti il frutto e in cui i “missionati” e gli “animati” dell’ieri dovremo essere i missionari e gli animatori nel prossimo futuro. Oltre ad essere un’esperienza e un cammino per la regione Italia, per noi, ancora studenti, questo avvicinarci alla realtà ci servirà senz’altro per un futuro con la finalità di essere sempre più efficienti missionari “ad gentes” in Africa, Asia, America Latina e nel mondo intero, e soprattutto prendere parte nella re evangelizzazione dell’Europa. La sfida di essere animatori delle Chiese africane, asiatiche e latine americane perché siano missionarie e la chiesa Europea perché sia rianimata missionariamente. Infine una bella sfida per tutto l’istituto. Italia animazione e formazione missionaria e il settore della giustizia e pace e conservazione del creato con una panoramica di tutti gli aspetti in cui la regione Italia è impegnata insieme alle Chiesa locali. 35 da Casa Madre 5/2012 vita nelle comunitÀ LA PAROISSE SAINT CAMILLE DE LELLIS DE BAYENGA FETE SES 50 ANS Alain Linaka Bayenga Petite histoire de cette paroisse : 36 La chapelle de Bayenga naît comme fruit du travail pastoral des Prêtres du Sacré-Coeur oeuvrant à Wamba depuis 1936. Dans leurs visites, les Pères Nol de List et Jos Nertens commencèrent déjà à inviter les gens de Bayenga au catéchuménat qui avait lieu à Wamba. Ainsi, en 1937, il y eut le premier groupe de baptisés de Bayenga, parmi lesquels on compte Pierre Mokwaa et Albet Ontapo. Le P. Bernard Hemmerick envoya le premier catéchiste à Bayenga; il s’agissait d’Albert Azizo. En 1942, Albert Azanga fut nommé catéchiste enseignant par le P. Bernard Hemmerick, pour préparer les catéchumènes et les accompagner à Wamba pour être baptisés. En 1947, Bonaventure Buzungumadja arriva à Bayenga, envoyé comme enseignant et catéchiste après papa Albert et il resta à Bayenga jusqu’à la rébellion de 1964. Pendant cette époque, les pères arrivaient à Bayenga de temps en temps pour célébrer la Messe, administrer les autres sacrements et vérifier le cheminement de l’école et du catéchuménat. La chapelle de Bayenga resta sous la cure pastorale de la paroisse de Wamba jusqu’en 1950.Les Pères François-Xavier Rrijkers et Joseph venaient da Casa Madre 4/2012 La célébration du cinquantenaire : Le 15 mars 2012, à 8h30 tout à commencé par la bénédiction de la nouvelle cure et la fondation de la nouvelle salle paroissiale par Son Excellence Monseigneur Janvier KATAKA évêque du Diocèse de Wamba suivi de la messe. Au cours de son adresse Mgr Janvier KATAKA a rendu de vivants hommages aux bravent de bayenga(les Missionnaires du Sacré-Cœur, les Sœurs Dominicaines, les catéchistes, tous les laïcs et les Missionnaires de la Consolata qui œuvrent en ce moment dans cette paroisse grâce à l’esprit du sacrifice qui les animent jusqu’aujourd’hui. Et Monseigneur à invité les chrétiens de Bayenga à demander pardon pour les manquements à leurs responsabilités durant ces 50ans. Il faut noter dans cette célébration la présence de beaucoup de prêtres Missionnaires de la Consolata, religieux, religieuses et amis du Diocèse de Wamba venue prendre part à cette fête du cinquantenaire de la paroisse saint Camille de Lellis. Bayenga périodiquement à Bayenga célébrer la Messe pour le personnel administratif des mines et la population autochtone. Le 15 mars 1962 Bayenga devient paroisse sous la protection de Saint Camille de Lellis. Le P. Flick Willybrod fut son premier curé et resta sur place jusqu’à la rébellion de 1964, aidé pastoralement par les Sœurs Dominicaines espagnoles déjà présentes dans d’autres paroisses du diocèse. En Novembre 1999, les Missionnaires de la Consolata prirent la relève. 37 da Casa Madre 5/2012 Missionários da Consolata de Inhambane preparam Conferência Regional P. Diamantino Guapo Antunes, IMC Os Missionários da Consolata em Moçambique estão em fase de programação do próximo sexénio (2012-2018). Para uma boa programação é necessário o envolvimento de todos. Por esta razão, os Missionários que trabalham na Diocese de Inhambane reuniram-se no Centro do Guiúa para um encontro de reflexão em vista da VIIIª Conferência Regional que terá lugar em Julho deste ano. Se não se consegue programar, programa-se o fracasso. Se esta asserção é a regra fundamental no mundo da política e da economia, também o deve ser, com outros fins, para os Missionários da Consolata em Moçambique e para as suas actividades. Inhambane Por esta razão, a preparação da Conferência Regional, reunião programática que se realiza de seis em seis anos, está a ser preparada com antecedência. No início do ano, uma comissão preparou um documento preparatório no qual fez uma interpretação da realidade moçambicana e contextualizou os cinco temas fundamentais que fazem parte da vivência 38 da Casa Madre 5/2012 missionária: Identidade e Carisma, a Missão, a Formação, a Economia de Comunhão e a Organização. Os Missionários da Consolata que trabalham em seis Missões da Diocese de Inhambane estudaram este documento preparatório, fizeram uma avaliação geral; apresentaram propostas novas de conteúdo e apresentaram textos alternativos ou possíveis correcções ao documento. A Conferência Regional, que reunirá os cinquenta missionários da Consolata que trabalham em Moçambique, terá lugar de 2 a 12 de Julho no Centro do Guiúa. O trabalho de programação não é apenas fruto da ciência e esforço, é necessário também a ajuda divina. Por esta razão, acompanham o trabalho de preparação da Conferência Regional com a oração. P. Antonello Rossi, IMC Se vi capita di venire a Kinshasa, al quartiere Sans-Fil, potrete vedere : muratori, carpentieri, fabbri, portatori d’acqua, camion di sabbia e ghiaia. già tante, troppe chiese sparse per il mondo e quella di Sans-Fil non gli interessa, oppure ha intenzione di offrirla a qualcun altro Kinshasa DA NATALE A PASQUA... I DUE GIUSEPPE È il cantiere della missione. Stiamo costruendo un dispensario-maternità, una casa per infermieri, una scuola di tre aule. Davanti a tutto questo movimento e agli edifici ormai quasi al tetto, si erge una piccola stele solitaria con sopra una pietra. È una pietra che ha avuto tutti gli onori il 23 luglio 2011, quando il Vescovo, in visita pastorale, con l’aiuto del capo cantiere, tra la folla esultante, posava fiducioso. Si trattava infatti della posa della prima pietra della erigenda chiesa del quartiere Sans-Fil, chiesa dedicata a San Giuseppe di Nazareth, lo sposo di Maria, la Madre di Dio. Giuseppe, l’uomo che ha tirato grande Gesù, il lavoratore giusto, umile e silenzioso, ben meritava una chiesa tutta per lui. Passano i mesi e San Giuseppe non dà alcun segnale. Si trovano benefattori per la scuola, per il dispensario, per la casa infermieri, ma per la chiesa : niente! Le tre comunità di base del quartiere Sans-Fil si radunano, parlano, discutono, pregano e chiedono al parroco quando inizieranno i lavori per la chiesa. Il parroco li invita a fare delle iniziative per raccogliere mattoni, qualche sacco di cemento. I risultati sono scarsi, la gente è povera e tirare avanti è fatica. L’obolo della vedova è gradito a Dio, ma insufficiente ad iniziare i lavori con una qualche prospettiva di successo. Il parroco aspetta da San Giuseppe un segno decisivo, ma, visto che non viene, comincia a chiedersi se non occorra cambiare santo e dedicare la chiesa a qualcun altro; forse Giuseppe di Nazareth ha 39 da Casa Madre 5/2012 IL PROBLEMA dre putativo Giuseppe. Viviamo qui a Kinshasa la triste realtà con cui viene celebrata la veglia funebre. A causa della miseria e povertà, attorno al cadavere si intrecciano interessi, dispute, canti, preghiere, danze, ubriacature, violenze. La soluzione era trovata : la nuova chiesa sarà dedicata sì a San Giuseppe, ma a quello d’Arimatea. È sintomatico che all’inizio e alla fine della vita terrena di Gesù ci siano stati due Giuseppe : entrambi pieni di rispetto, d’amore e soprattutto di fede in Colui che il Dio Onnipotente aveva affidato alla cura degli uomini. Con questi due Giuseppe l’umanità, cosi crudele e inumana da arrivare al Calvario, si è un poco riscattata. Soprattutto sono i giovani dei quartieri ad impadronirsi della situazione: arrivando persino a nascondere il coperchio della bara per farlo poi riavere dietro pagamento. Durante la notte della veglia, l’alcool e la droga circolano sovrani, la musica è assordante e io violenza e le risse esplodono. I parenti del defunto, stanno a guardare impotenti. Aspettano il mattino quando tutto si calmerà, quando finalmente la bara discenderà nella fossa e sarà ricoperta di terra, solo allora avranno un sospiro di sollievo: il peggio è passato. Kinshasa Cosa fare per educare al rispetto dei morti, al rispetto del dolore della famiglia. Cosa fare per educare ad avere davanti alla morte un contegno umano e cristiano? 40 Un forte luogo di educazione resta pur sempre la chiesa, con quelle immagini dove si vede “la Pietà”; e la deposizione dalla croce; immagini davanti alle quali ci si commuove assumendo un atteggiamento di compassione e di dolore. Sinceramente cambiare santo mi dispiaceva, ma l’esigenza di una pastorale sul “seppellire i morti” s’imponeva. Pensandoci bene mi sono accorto che chi aveva sepolto Gesù con tutti gli onori portava lo stesso nome del suo pa- da Casa Madre 5/2012 Nonostante i molti santi che portano il nome di Giuseppe penso proprio di fermarmi, per SansFil, a quello d’Arimatea. P. Ramón Lázaro Esnaola, IMC El miércoles pasado, 29 de febrero, abandoné Kinshasa y una nueva etapa se inicia en mi vida. Es difícil hacer balance de estos tres años y medio largos que he pasado en Kinshasa en la formación. Desde luego, he aprendido mucho y, quizá no soy el mismo que llegué. Creo que he crecido un poquico más como discípulo de Jesús y el sendero que me ha conducido ahí ha tendi que ver más bien con la “subida a Jerusalén” que con la “primavera galilaica”. Reconozco que estoy contento de volver a la pastoral directa. Al fin y al cabo, fue por eso que decidí ser misionero de la Consolata. Desde luego, el hecho de volver al mismo país donde estuve ayuda porque hay un cierto camino recorrido. De todas formas, vengo muy abierto a lo que el Buen Dios pueda ofrecerme en este nuevo momento de mi vida. Ya iré contando (espero que con más asiduidad). Ahora os escribo desde Yamoussoukro, donde llegué ayer con Pietro Villa. Mañana tendrán Consejo de la Delegación y yo aprovecharé paa ir leyendo el documento preparatorio que han hecho para la Conferencia de la delegación que tendremos en abril. hacía cuatro años que no veía. Los niños han crecido mucho y algunos los reconozco y otros son ellos los que me dicen quiénes son. Dianra VUELTA A COSTA DE MARFIL El sábado me fui con Pietro a Dianra Village (a unos 22 km de la sede de la parroquia) para dormir allá y celebrar la eucaristía del domingo. Fue también muy intenso. En Dianra Village han construido un centro de salud gracias a Huauquipura y ya está funcionando. La gente del pueblo está muy contenta porque no había nada de salud en este pueblo que hace dos años elevaron al rango de “sous-prefecture”, como cabeza de municipio. Así que las prospectivas son muy favorables para el aumento de la población y el servicio que puede dar este centro de salud. Hay tres Senufós que terminaron el año pasado la formación de “Aide-infirmier” y con dos de ellos el centro ha comenzado a trabajar. Este año, Etienne, otro Senufó, terminará sus estudios de enfermería y será el responsable legal del centro. Si Dios quiere, el miércoles o el jueves llegaré a Dianra. Mi nueva misión, al menos hasta el verano. Allí estaba Manolo Grau, que ha tenido que volver a España precipitadamente para hacerse algunos análisis. Por lo que había un hueco que cubrir. De vuelta a casa Ya hace cinco días que llegué a Dianra. El viaje fue muy bien, sin problemas con los diferentes controles. Me detuve en los centros de la parroquia que estaban de camino: Sononzo y Dianra Village. ¡Fue emotivo el reencuentro! En Dianra s/p también fue bonito. Me encantó ver de nuevo a ciertas personas que 41 da Casa Madre 5/2012 Reencuentros Ayer por la noche llegaron Matteo y los 12 jóvenes que están llevando a cabo la “Misión Joven”, la idea original fue de Ariel y se trata de visitar las aldeas donde hay cristianos o gente conocida y de saludar al jefe del pueblo. Van con tres motos y un coche. El lunes, martes y miércoles la experiencia y la acogida fue muy buena. Aunque llegaron agotados, aún tuvieron ganas de ir a las seis comunidades de base de Dianra. Yo también fui y allí me enteré que una abuelica de la comunidad había sufrido la muerte de una hija que acababa de dar a luz. Así que hoy fui a visitarla. Estaba desolada pero como hacía cuatro años que no me veía, tristeza y alegría se fundieron en un rostro muy maltratado por los años, por el trabajp y por el clima. Me dijo que su hija lo había pasado muy mal. También vi a otra hija suya todavía muy joven que se está quedando ciega. No creo que sean cataratas porque no vi ningún punto blanco en el cristalino. No sé lo que será. Dianra Comentando este fallecimiento con otras personas de la comunidad, me dijeron que el otro día, una mujer que tenía que dar a luz por cesárea en Sononzo no encontró ningún coche ni furgoneta que la llevara a Korhogo (a unos 180 km), así que no tuvo otra opción 42 da Casa Madre 5/2012 que ir en moto por las pistas de por aquí. Consiguió llegar sana y salva a Korhogo y dar a luz sin problemas. Tengo la impresión de ver un milagro cada día. Hoy, dos chicos vinieron a estudiar matemáticas y les eché una mano con el tema de “menos por menos, más; más por menos, menos...” Luego, por la noche, después de cenar, otros dos niños vinieron para que les ayudara con algunos ejercicios de francés y, de nuevo, de matemáticas. Tienen unos doce años y me dio mucha pena comprobar que tan a penas saben leer. (¿Cómo van a hacer los ejercicios si no alcanzan a leer?) Son los efectos colaterales de la guerra: la escuela se paralizó, los profesores huyeron porque no podían vivir sin su salario; la escuela recomenzó, pero los profesores llegaron más tarde, así que cogieron a “profesores voluntarios” de Diqnrq. Consecuencia: el nivel de estudios es muy bajo a pesar que los niños siguen avanzando y pasando cursos. Mañana me iré a Bielou y Sononzo Carrefour, a unos 50 km de aquí para hablar con los que serán bautizados durante la vigilia pascual. Aprovecharé el viaje para ver la instalación con energía solar del centro de salud de Dianra Village. Kinshasa Righini P. Rinaldo Do, IMC Una delle tante ricchezze del Congo è l’infanzia e la gioventù ! A Kinshasa più del 70% della popolazione è composta da bambini e giovani! Credere e lavorare con e per loro significa investire per un futuro nuovo, più dignitoso e più umano: facciamo crescere la speranza nei loro cuori! In questi giorni, fino a giugno, risiedo presso una residenza di giovani universitari chiamata “Foyer Saint Paul”. Il progetto è solo agli inizi ed è nato grazie alla collaborazione tra un sacerdote di Milano, Monsignor Antonio Barone e il COE, organismo di volontari già molto impegnato in Congo da anni. Anni fa monsignor Antonio Barone, sacerdote di Milano in collaborazione con il COE di Barzio hanno ideato questa struttura. Dal settembre 2010 l’opera e’ iniziata . I nostri missionari, P. Fernando , soprattutto P. Paul e a volte anch’io, venivamo a dare una mano dal punto di vista di accompagnamento spirituale e il Don chiedeva una presenza fissa. Cosi a fine febbraio la nostra direzione regionale ha deciso di inviarmi fino a giugno in attesa di un sacerdote Fidei donum che dovrebbe arrivare. Il Foyer , situato nel quartiere di Righini, a Kinshasa non vuole essere un semplice pensionato destinato a fornire vitto e alloggio agli studenti che non possano permetterselo, ma vuole essere un centro per la loro crescita e formazione integrale nelle dimensioni professionale, sociale e spirituale. I giovani provenienti da diverse regioni del Congo, già impegnati nelle loro parrocchie, sono scelti tra i più meritevoli in settori ritenuti importanti per favorire la possibilità di avere risorse umane utili allo sviluppo del Congo: medicina,agronomia,finanza,giurisprudenza, informatica... Il Foyer è anche presente nel territorio con una biblioteca aperta al pubblico e con proposte formative , incontri, conferenze, dibattiti su tematiche sociali e giovanili. Qualche giovane nel tempo libero è già impegnato con i ragazzi di strada, altri in prigione, attività che prenderanno più forza durante le grandi vacanze e con la casa per i ragazzi di strada in costruzione. Responsabile del Foyer e’ Paolo Giacobazzi, un volontario del Coe che è giunto anche lui in questo mese e si sta inserendo in questa nuova realtà; c’è Firmin Mambimbi,un educatore congolese e io con loro collaboro. A settembre i giovani dovrebbero essere una cinquantina. La mia presenza aiuta ad accompagnare 28 giovani (a settembre saranno una cinquantina!) provenienti da diverse province del Congo che non avrebbero potuto accedere agli studi universitari a causa della loro situazione familiare e sociale. Qualcuno viene anche dall’esperienza dei “ragazzi di strada”. Si tratta di accompagnare questi giovani nella loro vita quotidiana, in particolare, preghiera da Casa Madre 5/2012 43 comunitaria, vita sacramentale, incontri di riflessione, accompagnamento personale. Come dice il Don, vogliamo che il Foyer sia un” seminario” per laici impegnati, ricchi di fede nel Cristo e di amore per il suo Regno, capaci con la loro professione e coscienza cristiana, a mettersi al servizio del paese. Per tutti loro avere acqua, luce, un letto comodo, un’alimentazione sana, l’accesso ad una biblioteca, il trasporto e lo studio garantito è un miracolo quotidiano! Inoltre, abbiamo cominciato anche a ristrutturare una casa per accogliere un gruppo di bambini di strada. A Kinshasa sembra che più di 20.000 ragazzi non abbiamo dimora, dovendo affrontare l’estrema povertà, la malnutrizione, la malaria, l’AIDS, i maltrattamenti e le peggiori forme di lavoro per poter sopravvivere. Saint Hilaire Con questo nuovo progetto oltre a dare un futuro ai ragazzi, desideriamo che gli studenti del Foyer possano un giorno diventare persone responsabili che si facciano carico degli “ultimi”, evitando d’essere come quei nuovi ”borghesi” che in Congo chiudono gli occhi di fronte alle sofferenze dei loro fratelli. 44 da Casa Madre 5/2012 É per questo che i giovani del Foyer dedicheranno parte del loro tempo e cuore ai bambini di strada imparando a servire i più poveri e abbandonati: noi seminiamo, altri raccoglieranno! Il servizio che svolgo insieme con altri educatori, vuole essere un investimento per formare giovani laici impegnati e responsabili nella società congolese affinché siano lievito per questo Paese che ne ha veramente bisogno! Siamo all’inizio di una avventura che porterà buoni frutti per l’oggi e soprattutto per il futuro del Congo. P. Stephen Ngari, IMC A Juventude é uma parteda sociedade que desafia muita gente(até os profissionais da área). E sempre há discussões, receios e ansiedade quando é para se trabalhar com os jovens na igreja. Pois, muitas pessoas acham que eles são irreparáveis. Pe. Cesar, missionário da Consolata e responsável da animação missionária na região da Amazônia, parece ter encontrado uma linguagem de como se comunicar com os jovens. Mas, apesar de estar na área juvenil por mais de nove anos, ainda admite que é um desafio entender a juventude. Uma das maneiras encontradas e que deu certo nestes últimos anos foi a preparação de algumas celebrações pensando nos jovens e animadas por eles. A páscoa jovem é uma dessas conquistas. Como resultado muitos jovens assumem a Manaus AMAZÔNIA: PÁSCOA JOVEM NA ÁREA MISSIONÁRIA SANTA MARIA GORETTI mística de doar-se para o bem deles mesmos e dos outros. Realizada uma ou duas semanas antes da semana santa, a páscoa jovem é um momento de preparação para Páscoa. Assim, durante três dias, contemplam-se os três momentos do tríduo pascal: eucaristia, paixão e morte e ressurreição de Jesus através do símbolo da cruz. No primeiro dia, a cruz é ornamentada com as uvas. Ela traz à memória dos jovens a eucaristia como o sacrifício da cruz. No segundo dia, a cruz é coberta com panos vermelhos. A paixão de Jesus! Nela contemplam os sofrimentos de Jesus presente nas pessoas da nossa sociedade, principalmente na juventude de hoje vivendo sob o peso de sofrimento e da Casa Madre 5/2012 45 rejeição. O terceiro dia é o dia da ressurreição, a cruz continua, mas agora toda iluminada com flores, toalhas e luzes brancas reluzindo. Ao lado dela, aparece o Círio pascal. Baseando-se na história dos dois discípulos de Emaús, a reflexão é sobre a vida nova em Jesus através da vivência da cruz. O Pe. Cesar, durante a homilia, convidou os jovens a não ter medo de assumir a cruz. Vivemos numa sociedade onde os jovens preocupam-se totalmente com a busca da felicidade e assim acabam banalizando todo tipo de sofrimento. Mas quando é para uma boa causa os jovens têm que acolher a cruz, a exemplo de Jesus. No mundo onde a sensualidade e o prazer são adorados, os jovens precisam ser testemunhas de discernimento e sabedoria especialmente entre si. O sofrimento faz parte da vida humana e devemos permanecer fieis como João, discípulo de Jesus e Maria, mãe de Jesus no pé da cruz. O padre pediu aos jovens para segurarem a cruz sem medo porque não é mais a cruz da morte, mas da vida. Manaus Na fidelidade à cruz, “os jovens se tornarão luz e sal do mundo”, como o Papa João Paulo II uma vez pediu deles. Esse pedido precisa ser 46 da Casa Madre 5/2012 vivido mais autenticamente, sobretudo agora que eles estão se preparando para O Jornada Mundial da Juventude, no Rio de Janeiro, Brasil, no próximo ano. Os discípulos de Emaús se decepcionaram porque não contavam com a morte de Jesus, principalmente no auge da vida Dele. Entretanto, Jesus apareceu e fortaleceu-os e logo saíram para partilhar a Boa Notícia da ressurreição do Mestre com os outros. Os jovens que caminham na mesma direção de decepção dos sonhos frustrados e felicidade cada vez mais fora do alcance, devem usar este momento de Páscoa para se encontrar mais uma vez com O ressuscitado. Assim como os discípulos de Emaús, eles vão ser renovados e fortalecidos para anunciar Jesus ao resto dos jovens e ao mundo inteiro. Nos depoimentos que seguiram, deu pra perceber o quanto a realização da Páscoa jovem contribuiu na vida dos participantes. “Foi momento de renovação!” um declarou. “Os jovens são convidados a pensar nos valores da vida!” outro afirmou. O evento destacou também o protagonismo da juventude. Em todo evento os jovens tomaram conta de tudo, o Pe deu a idéia e eles mesmo organizaram e preparam o resto. P. Jean Paré, IMC Jean-Marc Crête, un ami et bienfaiteur insigne des Missionnaires de la Consolata, nous a laissé samedi le 24 mars dernier, après une longue et douloureuse maladie (Corps de Lewy). Il était entouré de sa femme Ghislaine et de ses deux enfants Sébastien et Guillaume. Le père Giovanni Torrès et moi-même l’avons visité régulièrement et le mardi 20 nous avions tous reçu ensemble le sacrement des malades. Au cours de ces 53 ans d’amitié, nous avons constamment été des compagnons sur la route. C’est en 1964 que nous arrivions ensemble à Bedizzole pour faire notre année de noviciat, sous la guide du père Giovanni Morando, avec les Ramon Cazallas, Ariel Granada, Ottone Cantore et autres. Avec le Mozambicain Amadio Dide, Jean-Marc sera l’organiste et jouera souvent à la paroisse du village. Toute sa vie il correspondra avec le pèremaître et ira le visiter à Alpignano il y a 5 ans lors de son dernier voyage en Europe. En août 1965, Jean-Marc quittera le novitiat et enseignera pendant quelque temps à Oka, notre premier collège au Canada. C’est alors qu’il décidera de poursuivre une carrière en musicologie, faisant sa thèse sur les compositeurs italiens contemporains. La plus grande partie de sa vie professionnelle, il enseignera la musique et dirigera une école de musique, étonnant par une exceptionnelle érudition qui soulignait le rôle de la beauté et de l’art dans la culture. Pendant des décennies il fera partie des Amis de la Consolata et depuis dix ans il sera un Laïque missionnaire de la Consolata. C’est lui qui composera un hymne à Joseph Allamano en français (sur le site www.consolata.qc.ca) et adaptera en français le chant classique à Notre-Dame de la Consolata. Pendant une dizaine d’années, il sera le directeur de la chorale de sa paroisse Saint-Luc; au cours de ses funérailles, la chorale exécutera un magnifique Amen composé par lui. Quand en 1994 sa femme Ghislaine sera engagée par le Hall Notre Dame, Jean-Marc s’engagera de multiples manières comme bénévole. Il sera responsable des éditions des IMC (Montréal) et participera Montréal Décès de Jean-Marc Crête (1944-2012) aux Salons du livre ; il y sera notre ‘meilleur vendeur’ : quand je parle des missions, les gens sentent que c’est mon travail, mais quand les gens entendent Jean-Marc, ils comprennent qu’il parle avec son cœur! En 2003, avec sa femme et le père Gilles Allard, il visitera les missions de Tanzanie sous la direction du père Inverardi et du père del Molino, pour préparer nos campagnes de 2004. Dans la revue Réveil Missionnaire on trouve effectivement plusieurs articles signés de sa main où il souligne son admiration pour les œuvres IMC. Malgré ses responsabilités comme rédactrice-en-chef de Réveil Missionnaire, coordinatrice des trois revues IMC d’Amérique du Nord et responsable des communications au Hall Notre Dame, sa femme Ghislaine a fait preuve d’un courage et d’une détermination admirables en prenant soin de son mari jusqu’à la fin, aidée en particulier par son fils Guillaume. Le 31 mars, les funérailles de JeanMarc Crête ont été présidé par le père Silvio Jean, notre professeur au Collège-St-Laurent dans les années 1960, assisté des pères Claude Grou, ancien camarade de St-Laurent et exsupérieur général des Ste-Croix, Carlo Bonelli, supérieur des IMC d’Amérique du Nord, Giovanni Torrès, supérieur IMC à Montréal, du curé Gilles Surprenant de la paroisse et de moimême. Dans l’assemblée, de nombreux amis et amies des Missionnaires de la Consolata. Maintenant au ciel, les IMC ont un autre ami et bienfaiteur. da Casa Madre 5/2012 47 Boa Vista (Roraima), S. Pasqua 2012 Fratel Francesco Bruno- Cico, IMC Boa Vista Spero che questo messaggio vi incontri con molta salute e gioia nel cuore! Nonostante che qui la Quaresima sia molto difficile, Pasqua si avvicina a grandi passi per cui è urgente inviare auguri e notizie in modo che arrivino in tempo. Non ci sono grandi novità, e se in Italia la pensione e la disoccupazione sono motivi di tante preoccupazioni e sofferenze, qui non mancano il lavoro e le occupazioni. Almeno per me. 48 Tre motivi mi hanno tenuto occupato e senza possibilità di mandare notizie e messaggi più sovente. Il primo è che in pratica sono andato sempre in giro per i villaggi, aiutato da persone meravigliose (autisti e missionari) per feste patronali, battesimi, matrimoni e cose del genere, corsi di Bibbia e assemblee, sempre accompagnati dalla stagione secca, che ci ha permesso di transitare senza troppi ostacoli. Soltanto una volta in febbraio, quando in una notte, dall´una alle sei del mattino, sono caduti 22 cm di pioggia, abbiamo dovuto aspettare un pomeriggio e una notte intera per poter guadare un torrente e giungere in un altro villaggio dove da Casa Madre 5/2012 gli indigeni ci aspettavano. E poi anche per due volte ho partecipato alcuni giorni dei lavori per il recinto del bestiame. Il secondo motivo è stato il mio computer: non si è più acceso, e pensare che aveva solo sette anni! Risultato: perdita di dati e cose varie. Quello che ho è provvisorio e non sono ancora riuscito a configurarlo bene. Terzo motivo: nei pochi giorni che sono in città, Internet non funziona quasi mai. Non ho avuto momenti liberi, perché questi ultimi li uso per accudire alle api e raccogliere il miele. Qualche lavoretto di manutenzione al camioncino, poi anche mangiare, bere, dormire, pregare e altre cosette, ordinarie e straordinarie ed urgenti di tutti i giorni. Anche la moto ha contribuito a darmi lavoro: è quasi nuova eppure si è rotta la valvola di aspirazione, con relativa rottura dello stantuffo e candela. Ora funziona di nuovo bene. La mia salute funziona come quella di un vecchietto di 65 anni e di uno che ha subito un’operazione alla testa circa un anno addietro. La pioggia come ho detto prima, solo una volta ha ostacolato il nostro programma, anche se tutti i giorni Un giorno che andavo verso il luogo dove si trova il recinto del bestiame, ho visto che nella strada su una bicicletta a dire poco sgangherata, c´era una catechista col marito, i quali si recavano allo stesso posto per partecipare dei lavori del recinto. Sul camioncino avevo la bicicletta sorteggiata che aveva vinto in un incontro precedente di catechisti, e allora l´ho consegnata: il sorriso radioso ricevuto, mi ha fatto dimenticare di scattare almeno una foto ricordo, sia della bicicletta vecchia, sia della nuova con loro sopra. Adesso scrivo alcune brevi considerazioni sulla “Quaresima” degli indigeni della regione Baixo Cotingo. Abbondanza di termiti e termitai, sabbia e pietre. Terra fertile: inesistente. C´è un solo fiume grande con acqua chiara e con pochi pesci, alla periferia della regione. Poca boscaglia e niente foresta. La maggior parte è prateria pianeggiante, il resto montagne. Una trentina di laghi poco profondi dove si potrebbero allevare pesci col mangime. In tutta la regione del Baixo Cotingo, sono numerosi i torrenti in piena, durante la stagione delle piogge, e gli stessi sono asciutti durante la stagione della siccità. Fino a quaranta anni addietro c´era grande abbondanza di caccia nella prateria e pesci nei fiumi e torrenti, e soltanto tre villaggi nella regione, ma da alcuni anni in qua, in pratica caccia e pesca sono diventati inesistenti, e adesso i villaggi sono quaranta. Gli anziani indigeni Macuxi ringraziavano Dio per la caccia e tutto il resto, adesso pensano che Dio non voglia più loro bene come prima perché non manda più caccia e pesca. Mentre la causa vera è la caccia e pesca indiscriminata da parte degli immigrati degli ultimi settant’anni, e anche l´uso indiscriminato di agrotossici e diserbanti da parte dei grandi latifondisti invasori negli ultimi quarant’anni ha rotto l´equilibrio biologico e praticamente distrutto ogni forma di vita. Adesso, gli invasori sono usciti dall´area indigena, ma ci vorranno anni prima che la natura riprenda le sue abitudini e diverse forme di vita. Per completare il quadro delle cose difficili, siamo in piena campagna elettorale per le elezioni municipali e quest’attività frenetica in tutti i sensi, ostacola enormemente le altre iniziative. Si può affermare che siamo e saremo in piena Quaresima e digiuno, per molti anni ancora in questa regione. I vari progetti sono un po’ come la “manna” nel deserto, segni di vita e di resurrezione, e anche segni di speranza per l´avvenire degli indigeni. Per terminare prendo in prestito il brano di Filippesi 1,38: “Ringrazio il mio Dio ogni volta che io mi ricordo di voi, pregando sempre con gioia per voi in ogni mia preghiera, a motivo della vostra cooperazione alla diffusione del vangelo dal primo giorno fino al presente, e sono persuaso che colui che ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. E’ giusto, del resto, che io pensi questo di tutti voi, perché vi porto nel cuore, voi che siete tutti partecipi della grazia che mi è stata concessa sia nelle catene, sia nella difesa e nel consolidamento del vangelo. Infatti Dio mi è testimonio del profondo affetto che ho per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù”. Questo testo rispecchia i miei sentimenti per gli amici e benefattori. Con l´augurio che il tempo pasquale sia molto più lungo che la Quaresima, un grande e fraterno abbraccio Boa Vista circolano nuvoloni minacciosi e piove tutti i giorni. Sono solo poche gocce che non tolgono nemmeno la polvere, ma possono rovinare libri e materiale delicato sul camioncino, per cui devo fare attenzione a non lasciarlo mai senza telone di protezione. L´unica nota interessante è stata il trovare al mattino presto, in cucina, un serpente che strisciava avanti e indietro sul pavimento e l´ho cacciato fuori. 49 da Casa Madre 5/2012 SEMINÁRIO DEDICADO À PASTORAL DOS IMIGRANTES P. Alvaro Pacheco, IMC A Conferência Episcopal Coreana organizou, nos passados dias 19 a 21 de Março, o primeiro de dois seminários dedicados à pastoral dos imigrantes ilegais. O número destes imigrantes tem aumentado de ano para ano, razão pela qual a Igreja tem investido neste tipo de encontros formativos. Tongduchon O seminário decorreu no Jonhathan Centre da diocese de Taejon e os Missionários da Consolata estiveram representados pelo padre Tamrat Defar (etíope) e pelo nosso seminarista coreano José Kim Myeong-ho. Eles trabalham na nossa comunidade de Tongduchon, a qual está vocacionada para o trabalho com os imigrantes ilegais. 50 O seminário, intitulado “Êxodo”, contou com a presença de 180 delegados de todo o país, desde sacerdotes a religiosos/as e leigos. Os centros de apoio aos imigrantes de cada diocese estavam também representados pelos respectivos directores. De facto, o número de participantes tem aumentado de ano para ano, sinal de que a Igreja Católica está atenta às necessidades de quem mais sofre. Após as introduções iniciais, o padre Lee Gwan-hong apresentou uma panorâmica geral do tema da imigração, tendo como caso de estudo a imigração da comunidade filipina. O destaque desta apresentação foi dado às mulheres filipinas que trabalham como empregadas domésticas em Hong Kong. O da Casa Madre 5/2012 padre Lee é especialista no campo da imigração, tendo estado nas Filipinas para estudar as causas que estão por detrás da imigração maciça dos filipinos. À noite, os participantes assistiram ao filme “Anak”, que significa “Crianças” em tagalo (língua oficial das Filipinas). O tema central do filme está relacionado com o sofrimento de tantas crianças cujas mães são forçadas a imigrar. O segundo dia foi dedicado a discussões em grupo, centradas nos problemas associados à imigração, sobretudo ilegal. As conclusões apresentadas no último dia estiveram a cargo do bispo de Kwangju, Mons. Simão Hôk Yong-jin, o qual respondeu também a várias perguntas dos participantes. Uma das propostas mais significativas tem a ver com o programa que cada diocese deveria preparar para ajudar os imigrantes ilegais no regresso aos países de origem. O segundo encontro anual está programado para Outubro. Scritto da Fabio D. Febbraio è da molti anni il mese del fondatore perché il giorno 16 si celebra la sua nascita al cielo. E’ diventata ormai tradizione che nella casa dei missionari della Consolata di Vittorio Veneto questa data sia celebrata in modo solenne e gioioso. Anche quest’anno, precisamente sabato 18 Febbraio, è stato organizzato dal gruppo MIP l’ormai famoso Mission Day. Nel pomeriggio c’è stata la messa celebrata dal nostro Padre Ermanno e concelebrata dagli altri padri presenti nella casa. L’animazione è stata affidata come di consueto al coro Tatanzambe con una formazione un po’ insolita. Infatti l’influenza aveva costretto la direttrice Roberta e i musicisti Marco e Omar a letto con la febbre. Ma non ci siamo certo persi d’animo, essendo una grande famiglia ci siamo rimboccati le maniche e all’ultimo Sabrina si è resa disponibile per dirigere, mentre io e Riccardo ci siamo occupati della parte strumentale. Per fortuna Roberto allo jambè ci dava sicurezza! Con il contributo di tutti abbiamo ben animato le varie parti della celebrazione e così siamo riusciti a rendere lode al Beato Allamano. E’ stata una bella celebrazione, partecipata (anche dai bambini del coro!) nella quale sono risuonate belle chiare le parole pronunciate da Padre Ermanno durante l’omelia, richiamando più volte la figura del fondatore e i suoi preziosi insegnamenti. Successivamente ci siamo trasferiti nel salone per la testimonianza sul Brasile. In un primo momento il nostro Marco Purin ha riassunto, grazie ad una serie di immagini, la sua esperienza fatta tra la popolazione Yanomami presente Vittorio Veneto IMPRESSIONI DA Mission Day ‘12 nella foresta amazzonica: il suo vissuto a diretto contatto con gente che vive in modo molto diverso dal nostro. Poi Padre Ermanno ha raccontato con belle fotografie il servizio pastorale che ha svolto diversi anni fa’ alla periferia di una grande città come SALVADOR BAIA!!!! Un momento forte di vita cristiana fatto di incontri, di volti nuovi da conoscere, di povertà, di disagio, dove il fuoco della Parola di Dio, acceso anni prima, aveva bisogno di essere ravvivato e alimentato. Nonostante le difficoltà è emerso dalle parole di Padre Ermanno che, quando si è chiamati da Dio ad essere strumento delle sue mani, non si è mai soli, Lui ci è sempre accanto e ci sostiene anche se alle volte è difficile riconoscere nella realtà in cui si opera, la Sua paterna presenza. Entrambe le testimonianze sono state vissute 51 da Casa Madre 5/2012 in modo intenso da tutte le persone presenti, anche se non ce n’erano molte. Così si è fatta sera e come poteva mancare il momento conviviale! Così, grazie all’impegno del gruppo MIP e la collaborazione di alcune signore, si è passati al buffet che per restare in tema, non poteva non prevedere qualche specialità brasiliana preparata appositamente. Anche la coinvolgente musica dell’America Latina ha riscaldato gli animi dei presenti tanto che qualcuno ha azzardato anche qualche passo di danza. In allegria e spensieratezza si è concluso il Mission Day 2012, credo che un doveroso e sentito grazie vada a tutti coloro che in modi diversi, si sono adoperati perché questa festa riuscisse nel migliore dei modi: e così è stato! Vittorio Veneto Sicuramente anche l’Allamano ci avrà guardati soddisfatto e nonostante i tempi in cui viviamo avrà pensato: si, la missione non si ferma, grazie a voi va avanti 52 da Casa Madre 5/2012 P Mario Carparelli, IMC È giunto tra noi Padre Mario, missionario della Consolata A collaborare con Mons. Gerardo Antonazzo al servizio liturgico e pastorale della nostra Basilica è giunto da qualche giorno P. Mario Carparelli, missionario della Consolata. Questo suo intervento ci aiuta a conoscerlo meglio. «Ringrazio il Signore e la Vergine Santa per avermi concesso di adempiere ad un mio pio desiderio. Non potevamo lasciare completamente il Salento dopo tanti anni di lavoro svolto, (dal 1930 .circa) sia a Parabita (19281952) che a Pescoluse di Salve (19691984); senza contare i tanti Padri e Suore del Salento! Ringrazio ancora il Vescovo di Ugento, S.E. Mons. Vito per avermi accolto nella sua Diocesi; ringrazio il Rettore del santuario, Mons. Gerardo per l’accoglienza fraterna e Don Rocco Maglie (amico dei Missionari imc) per la sua buona parola nei miei riguardi. Sono P. Mario Carparelli, missionario della Consolata; non sono un salentino doc, ma un pugliese delle Murgie, di Fasano (Br). Ordinato Sacerdote nel 1965, ho lavorato per 30 anni nelle missioni del Kenya. Non ho fatto cose straordinarie, costruzioni di chiese o opere sociali, ma ho cercato di coltivare la fede tra i Kikuyu del Kenya e a costruire la Chiesa dello Spirito. 1- Nelle 15 missioni ove ho lavorato, ho curato la formazione dei catechisti, il catecumenato per tappe, per adulti e ragazzi, per condurli ai Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana. 2- Ho curato il servizio della Parola di Dio condotto dai laici, per le comunità che non avevano la Messa festiva, se non una volta al mese, per mancanza di sacerdoti. 3- Ho cercato di organizzare le “Piccole Comunità Cristiane di Base” (SCC), per incontri settimanali sulla parola di Dio, ecc. nell’interno di gruppi di famiglie della stessa zona. 4- Ho curato gruppi di ragazzi ministranti (chierichetti) in ogni villaggio delle missioni, ove S. Maria di Leuca “Verso L’Avvenire” (bollettino diocesano) ho visto sorgere con molto piacere, vocazioni sacerdotali e missionarie. 5- Ho ceduto, infine, 5 missioni - parrocchie su 15, al clero diocesano africano. Ora sono in Italia da 10 anni, per motivi di salute, e in Italia ho lavorato per l’animazione missionaria nel bresciano (4 anni); nelle Marche, (3 anni) nelle Diocesi di Fermo, Macerata e S. Benedetto del Tronto; e a Martina Franca, (circa 3 anni) con puntate nella Diocesi di Conversano-Monopoli. Ora mi trovo qui, non come un “navigatore solitario”, ma mandato dal mio Superiore, a servizio del Santuario, per le confessioni e ministero, sempre come missionario della Consolata, teso all’animazione missionaria e vocazionale a favore della Diocesi e del mio Istituto. Praticamente continuo il buon servizio prestato per 4 anni, dal mio confratello P. Antonio Lasaponara, che tanti ricordano con riconoscenza. Cercherò di fare del mio meglio, secondo il ritmo della mia salute, e mi perdone rete se non riuscirò a fare sempre tutto. Il nostro Fondatore, B. Giuseppe Allamano diceva: “Fate bene il bene, perché il bene non fa rumore e il rumore non fa bene!”. Il mio programma è: Fede e Amore: far conoscere a far amare sempre di più Gesù e Maria. da Casa Madre 5/2012 53 Casa Regional P. Jaime Marques, IMC Lisboa A tónica mais saliente do mês de Março foi a movimentação de pessoas. Por aqui passaram de facto muitos Missionários, hóspedes e amigos. Aqui se realizaram diversos encontros. Tudo isto veio dar vida à reduzida comunidade da Casa Regional. Digo reduzida, pois nas ausências, muito frequentes, do Superior Provincial e do Administrador ficamos reduzidos a dois ou três. Em contrapartida quando eles estão presentes nota-se imediatamente um crescendo de visitas, encontros, etc. Neste sentido ao longo do mês tivemos ocasião de conhecer diversos hóspedes ilustres, que vieram a convite do Superior para encontros de trabalho. Dado que tais encontros normalmente incluem também o almoço, toda a comunidade acaba por aproveitar para ouvir falar de diversas realidades sociais, económicas, etc. Por sua vez também eles terão a possibilidade de conhecer o nosso Instituto, os nossos projectos, etc. Enfim podemos interpretar também estes encontros não só como alargamento das nossas relações, o que sem dúvida já é importante, 54 da Casa Madre 5/2012 mas talvez até como outra forma de animação missionária. Todavia as presenças mais importantes foram a dos nossos muitos confrades, que por diversos motivos por aqui passaram. Logo no início do mês daqui partiu o P. Albino Brás para o México. Despedimo-nos dele desejando-lhe uma boa experiência missionária naquele País. Com a vinda do P. Darci, embora por tempo indeterminado, sentimos a alegria da sua presença e a comunidade fica mais rica. Esperamos que os ares da capital, mais amenos do que os do Norte, e o ambiente sereno desta casa o ajudem a descansar e a restabelecer a saúde. Também por motivos de saúde tivemos connosco a mãe do P. António. Uma simpatia de pessoa, cuja presença faz sempre bem a ela e a nós. A sua presença faz-nos recordar o carinho que devemos ter e manifestar aos nossos familiares, segundo o pensamento e o sentir do Allamano. Já no findar do mês recebemos mais uma visita do Secretário da Nunciatura Apostólica de Moçambique, Mons. Códamo. Depois de cerca de 5 anos de trabalho naquela Lisboa Nunciatura, foi transferido para a Nunciatura da Suiça. Como é sabido, enquanto ele esteve no Maputo contou com a colaboração, part time, do P. Manuel Tavares. Ora uma vez que o P. Tavares já tinha programado vir de férias nesta altura, decidiram viajar até Lisboa. Mons. Códamo quando vinha à Europa, fazia questão de passar habitualmente por nossa casa. Desta vez, segundo ele afirmou, também desejava ir a Fátima, provavelmente para “se entender” com Nossa Senhora, antes de ir iniciar as novas funções, sempre ao serviço da Igreja. O P. Superior Provincial ainda conseguiu inserir na sua sempre tão recheada agenda a orientação de um retiro às Irmãs da Sagrada Família; Irmãs que muitos de nós bem conhecemos, pois há muitos anos que somos capelães nas suas comunidades principalmente no Externato S. Miguel Arcanjo. Com pena despedimo-nos do P. Fernando Carneiro. Ele decidiu ir fazer um período de repensamento. Acompanhamo-lo com a nossa amizade e a nossa oração. Contudo antes de partir, ele ainda fez um fim de semana missionário, com a colaboração do P. João Batista, na paróquia de Manique do Intendente, lá para os lados de Alcoentre, onde é Pároco o P. Tiago, nosso antigo aluno. Como o mês de Março coincidiu com a Quaresma, era de prever que iriamos ser solicitados para ajudar os Párocos na preparação para a Páscoa. Assim aconteceu; procurámos chegar até onde nos foi possível. A grande festa da Páscoa bem merece toda a colaboração, e os Párocos precisam de ajuda. E assim chegámos ao fim de Março. Já se respira por todos os lados a azáfama da preparação para as “Páscoas” que muitos irão fazer. É hábito na Quinta Feira Santa juntar as duas comunidades num almoço festivo em honra do sacerdócio. Este ano não foi possível precisamente por causa da dispersão. Mas, como diz o provérbio “quod difertur non aufertur”. Reunir-nos-emos depois da Páscoa logo que seja possível. 55 da Casa Madre 5/2012 MISSIONE ARVAIHEER Dal 2006 abbiamo aperto una missione ad Arvaiheer. Qui abbiamo dato inizio ad una piccola comunità cristiana che oggi conta dodici battezzati. Oltre alle attività proprie dell’evangelizzazione siamo coinvolti in progetti sociali per sostenere e sviluppare le famiglie della regione, progetti che includono l’educazione, la salute e lo sviluppo. Nella capitale Ulaanbaatar la nostra comunità, mentre è in attesa di iniziare una missione nella periferia della città, collabora con le parrocchie e altri progetti della Chiesa locale come la formazione di catechisti e i battezzati. Arvaiheer Cercando di vivere in fedeltà gli insegnamenti del nostro Fondatore, il beato Giuseppe Allamano, facciamo della preghiera il centro della nostra vita personale e comunitaria. Qui in Asia sperimentiamo quanto la dimensione contemplativa e la promozione umana siano importanti. Così la preghiera diventa per noi uno strumento di evangelizzazione. La realtà di questa missione ci sfida a vivere in un atteggiamento di conversione permanente che ci apre a Dio e agli altri. Un aspetto originale della missione mongola è la riscoperta centralità della dimensione contemplativa, orante della missione. Non che altrove non sia altrettanto vera ed importante, ma queste latitudini assume un peso specifico più grande. Per noi, la preghiera non solo accompagna la missione, ma ne è parte costitutiva; se manca, manca anche la missione. 56 da Casa Madre 5/2012 Abbiamo scelta di avere l’Adorazione Eucaristica ogni mattina nella nostra ger-cappella di Arvaiheer. In più, celebriamo la Liturgia delle Ore e l’Eucaristia quotidianamente. Il doposcuola. Ogni pomeriggio nella nostra missione di Arvaiheer, offriamo ai bambini/e e ragazzi/e del nostro quartiere un tempo e uno spazio dedicato allo studio, al disegno, ai compiti, lezione d’inglese e alla ricreazione. Abbiamo un campo di calcio, di pallacanestro e pallavolo. In più, abbiamo una ger riservato per i nostri bambini per varie attività. La ger è molto frequentata durante l’inverno quando fa molto freddo. Ogni pomeriggio noi offriamo loro una merenda o un pasto caldo prima di ritornare alle loro case. In aiuto alle donne. Il progetto coinvolge circa 30 donne. Li’dea e nata dall’osservazione della realta delle famiglie: le donne, che sono in generale più affidabili degli uomini sul lavoro, sono spesso costrette a rimanere a casa per guardare i figli e svolgere lavori domestici nella ger. Non possono così racimolare quel poco che verrebbe loro da uno stipendio fisso. Molti pero sono anche gli uomini disoccupati, per cui ci sono molti casi in cui entrambi i coniugi non lavorano, con ovvie negative conseguenze per tutta la famiglia. Si è pensato allora di insegnare alle donne l’arte del cucito e del ricamo, e di portare il lavoro direttamente nelle loro ger, consegnando a loro il materiale; a lavoro ultimato, esse vengono al nostro centro, Arvaiheer dove noi compriamo cio che hanno realizzato (astucci, borse di varia misura, oggetti in stoffa per la casa), contando sulla possibilità di rivendere, soprattutto all’estero, e cosi ricavare i fondi necessari per gestire il progetto e sostenere queste famiglie povere. Salute e dignità delle persone. I lavori per la costruzione di un locale bagni e docce presso la missione della Consolata di Arvaiheer sono cominciati a maggio 2010, con l’intervento sul luogo di una impresa edile che ha realizzato la struttura muraria e le fosse biologiche per lo smaltimento delle acque di scarico. Quindi la stessa ditta, composta di lavoratori locali e provenienti dalla capitale, ha installato i sanitari e concluso le rifiniture interne. A questo punto si è proceduto ai collegamenti al pozzo già esistente ed all’installazione delle apparecchiature per il riscaldamento. Grazie a questo progetto, la missione dispone ora di uno spazio pubblico accogliente per lavarsi, preservando la salute e la dignità delle persone. Le condizioni igienicosanitarie della popolazione sono infatti molto precarie e l’accesso all’acqua è reso molto difficile dalla scarsità di strutture adeguate. Il locale ha ricevuto tutti i dovuti permessi di agibilità alla fine di aprile 2011 ed ora è aperto al pubblico. 57 da Casa Madre 5/2012 Águas Santas Àguas Santas Pe. Luís Brito, IMC 58 1 e 2 – O P. Gaspar da comunidade de Fátima faz-nos uma visita por 2 dias. 4 – O P. Jorge Amaro regressa da Semana Missionária ANIMAG em Aveiro, entusiasmado com a experiência desta semana Missionária. 5 – Viajámos para Fátima a fim de participarmos no Retiro da Quaresma com toda a Região. Com o Superior Regional e o Prof. Carlos Liz tivemos uma análise sobre a situação da Região, em vista da Conferência Regional que teremos no mês de Maio. O P. Herculano não teve possibilidade de participar devido a alguns problemas nas vias respiratórias, impedindo-o de colaborar em várias celebrações assumidas pela comunidade, durante estas últimas semanas. 10 – O P. Jorge iniciou a semana missionária em São Pedro Fins com a colaboração de alguns elementos dos grupos missionários da Consolata. Neste dia tivemos entre nós, no Centro Missionário, 110 crianças de da Paróquia de Águas Santas em retiro espiritual. O P. Ramón e P. Norberto colaboram no serviço de Confissões na Capela de Susão (Valongo). 11 – Na já tradicional Escola de Formação Missionária tivemos entre nós o P. António Fernandes para tratar o tema das «Religiões Monoteístas», falando do Hebraísmo, Cristianismo e Islamismo. 12 – Na nossa reunião comunitária semanal tratamos diferentes assuntos, como o serviço pastoral da semana e respondemos juntos a temas que iremos discutir na Conferência Regional de Maio. 14 e 15 – O P. Ramón viajou para Fátima para Reunião do Conselho Regional. 15 – O P. Jorge e Brito colaboram nas Confissões na Paróquia de S. Pedro Fins. 17 – O P. Norberto vai a Fátima para orientar um Retiro Espiritual de uma semana à comunidade das Irmãs do Bom Pastor. O P. Brito organiza e orienta o Encontro das zeladoras que trouxe da Casa Madre 5/2012 à nossa casa cerca de 200 Benfeitores em 4 autocarros da Pacense. Colaborou connosco o P. Fernando Rocha que falou da sua experiência missionária na Amazónia. 18 – Termina a semana Missionária em S. Pedro Fins. O P. Jorge com alguns jovens IMC anima a Paróquia na sua vocação missionária de povo de Deus no serviço da «CONSOLAÇÃO». Nestas semanas dedicamo-nos ao ministério da Reconciliação em paróquias e colégios: são muitos os pedidos e solicitação, também aqui na nossa casa, para tão poucos que somos. 20 – O P. Ramón parte para Lisboa a fim de participar na reunião do Conselho Regional, regressando dia 22. 24 - O P. Brito vai até Fátima onde se realizou uma Reunião do movimento A.P.A.R.F. festejando as Bodas de Prata desse movimento tendo sido convidado pelos responsáveis para uma palestra sobre « A solidariedade pelos últimos da sociedade»; estavam presentes o D. Augusto César, ex-bispo diocesano de Castelo Branco e Portalegre, além do Provincial dos Combonianos. O P. Jorge vai a Vila Real para preparar a Páscoa da Juventude. 26 – Celebramos a Festa da Anunciação do Senhor e a nossa reunião comunitária programando o serviço pastoral da Semana Santa especialmente a «Páscoa dos semabrigo » aqui na nossa comunidade. 28 – O P. Norberto regressa do retiro que pregou às Irmãs do Bom Pastor, passando pela sua terra de onde trouxe deliciosas laranjas. 29 – O P. António visita a nossa comunidade: dialoga com todos os missionários e entrega o documento de preparação da Conferência Regional de Maio. Somos convidados a estudar individualmente todos os assuntos para a elaboração do «Instrumentum laboris» que servirá para a Conferência. Samuel-Francis Onyango At the age of 28, Fr Jack Viscardi IMC was ordained a priest at the shrine of Our Lady Consolata. 52 years later, he still remembers every single detail of his ordination. On Monday the 3rd day of April 2012, Merrivale community joined Fr Jack in celebrating his 52nd anniversary of priestly ordination. Fr Jack is now 80 years old yet his vigour, sense of humour and love for manual labour surpasses his age. At 80, many would naturally expect him to slow down on a number of things, but Fr Jack would not allow age to bring him down. He does not only amaze us, he challenges us too. He keeps the community alive so much so that when he is not around we would easily notice his absence. On the day of his anniversary Fr Jack reminded us that a priest is not a priest for himself, he is a priest for others; a priest has been ordained for the service of others. He never regrets ever joining religious missionary life, and says that missionary vocation is one of the best things that ever happened to him. He calls upon all the young missionaries to remain enthusiastic about their vocation and to never lose sight of their missionary calling. At the same time he is aware of his limitations and the fact that he cannot do everything that he would love to do. His anniversary came on the day the community discussed a letter from the general government on the institute’s desire to open up to Asia. Fr Jack says that old missionaries are now looking upon the young missionaries to succeed them. Even if he wanted to go to new missions like Asia, his age cannot allow him. His love for the mission and the desire to offer his services no matter his advanced age continues to amaze and inspire in equal measure. Merrivale 52 YEARS OF PRIESLTY MINISTRY 59 da Casa Madre 5/2012 Necrologio 60 da Casa Madre 4/2012 PADRE BINDO MELDOLESI, IMC Nato il 20 dicembre 1918 a Ravenna, entrò da giovane nel seminario diocesano, dove frequentò regolarmente tutto il ciclo di studi, dalle medie fino alla teologia. Il 13 luglio 1941 fu ordinato sacerdote a Ravenna, da Mons. Antonio Lega, Arcivescovo di Ravenna. Da sacerdote diocesano svolse il servizio di coadiutore parrocchiale ed economo nella sua diocesi, fino al 1947. In questo anno entrò come novizio alla Certosa di Pesio, emettendo la professione religiosa il 2 ottobre 1948. Rimase in Certosa ancora per due anni come insegnante e nel 1950 fu destinato alla regione dell’Amazzonia (Roraima). Fino al 1961 ebbe residenza e lavoro a Surumu. Partecipò poi all’iniziale missione verso gli Indios del Catrimani e vi rimase fino al 1966. Ritornò a Surumu e a Amajari. Nel 1968 fu destinato a Boa Vista per la pastorale fino al 1974, quando fu nominato parroco a Mucajai. Dal 1976 al 1989 svolse attività pastorale a Amajari S. Marcos. Divenne superiore della Casa regionale a Calungà nel 1990 e vi rimase per sette anni. Ritornato in Italia per motivi di salute, passò gli ultimi anni nella comunità di Alpignano. E’ deceduto il 3 aprile 2012 all’ospedale di Rivoli per complicazioni polmonari. Il funerale fu celebrato il giovedì santo 5 aprile e le sue spoglie riposano nel cimitero di Alpignano. Aveva 93 anni di età, di cui 63 di Professione Religiosa e 70 di Sacerdozio. da Casa Madre 4/2012 61 Sommario Margherita Pavesi Mazzoni Pellegrina dell’onda d’oro ASPETTANDO LA PENTECOSTE.................2 LA CONSOLATA E L’ALLAMANO INSIEME IN TRE VETRATE......................................4 TRATTI DELLA MISSIONE FRANCESCANA.....8 GENERAL COUNCILLORS VISIT MERRIVALE.....................................16 TROISIEME CONFERENCE DE LA DELEGATION COTE D’IVOIRE............17 casa generalizia..................................19 NOTÍCIAS... INFORMAÇÕES.......................22 XXº ANIVERSÁRIO DOS MÁRTIRES DO GUIÚA: A LUZ DO TESTEMUNHO CRISTÃO NA ESCURIDÃO DO ÓDIO .........................25 Diario della comunità........................27 Pasqua di Risurrezione 2012 dal Tanzania.........................................30 DESPEDIDA AO PADRE TOBIAS DE OLIVEIRA, IMC .......................................................32 despertarei a aurora ( Salmo 108, 2)......................................33 raduno dei giovani missionari a bravetta............................................34 LA PAROISSE SAINT CAMILLE DE LELLIS DE BAYENGA FETE SES 50 ANS .................36 Missionários da Consolata de Inhambane preparam Conferência Regional..........................38 DA NATALE A PASQUA... I DUE GIUSEPPE....39 VUELTA A COSTA DE MARFIL ....................41 Righini..................................................43 AMAZÔNIA: PÁSCOA JOVEM NA ÁREA MISSIONÁRIA SANTA MARIA GORETTI........45 Décès de Jean-Marc Crête (1944-2012)............................................47 Boa Vista (Roraima), S. Pasqua 2012...48 SEMINÁRIO DEDICADO À PASTORAL DOS IMIGRANTES....................................50 Sommario IMPRESSIONI DA Mission Day ‘12 ...........52 62 “Verso L’Avvenire” (bollettino diocesano) ......................53 Casa Regional (lisboa)........................54 MISSIONE ARVAIHEER..............................56 Águas Santas.......................................58 52 YEARS OF PRIESLTY MINISTRY..............59 da Casa Madre Mensile dell’Istituto Missioni Consolata Redazione: Segretariato Generale per al Missione Supporto tecnico: Adriano Podestà Viale delle Mura Aurelie, 11-13 00165 ROMA - Tel. 06/393821 C/C postale 39573001 - Email: [email protected] da Casa Madre 5/2012 necrologio...........................................60