FdS 105 pp 3-50.qxd
Transcrição
FdS 105 pp 3-50.qxd
La Rivelazione THE GAS “TOWER” LOUDSPEAKER di Massimo Di Biagio Correva l’età di mezzo dell’era elettroacustica. La seconda rivoluzione hi-e end dell’età esoterica era alle porte. La fine de gli anni Sessanta vide l’avvento del tweeter AMT inventato e brevettato dal fisico d’origine tedesca Oskar Heil, scomparso da qualche anno. AMT è un acronimo che sta per “Air Motion Transformer” ovvero trasformatore di movimento d’aria. P porto dimensionale, riesce ad armonizzarsi con l’ambiente in maniera soddisfacente. Il mobile vero e proprio, composto da tre sezioni distinte ospitanti i trasduttori, poggia su un plinto spesso tre cm a pianta quadrata. Lo “stile”, caratterizzato da Note estetiche e caratteristiche progettuali Imponenti torri di 140 cm d’altezza, 38 di profondità, con fronte ampio 28, il tutto per 50 kg buoni di materia lignea cadauna, ecco come si presentano le GAS (1). Tali monoliti tedeschi (nella pubblicità degli ESS con AMT, guarda caso, si faceva riferimento al monolite per eccellenza, quello di “2001 Odissea nello spazio”) troneggiano snelle e imponenti al tempo stesso nella mia ampia sala d’ascolto. Costituiscono, a detta della mia consorte-architetto, un elemento stilistico che, grazie al corretto rap- ampie fresature a varie inclinazioni che snelliscono il mobile conferendogli un’impronta estetica, è di un rigore tutto teutonico. Unitamente all’AMT, posto al vertice di una piramide tronca la cui configurazione consente un adeguato fluire posteriore dell’aria perturbata, sul frontale troviamo alloggiati tre particolari midwoofer a cono con ogiva metallica centrale fissa. La particolarità costruttiva di questi trasduttori consiste principalmente nello smorzamento della membrana che viene così a mantenere un’assoluta insensibilità alle vibrazioni spurie. Il cono termina con un anello di materiale plastico concentrico all’ogiva centrale che scorre a pochi micron da essa. Sulla parete posteriore del mobile trovano alloggiamento tre radiatori passivi a cono da 21 cm, della norvegese Seas (come i woofer, da 17 cm, versione “customizzata”, ossia modificati e posti in piccola produzione specificamente per il modello in prova), preposti a rinforzare l’emissione rologo Le brochure pubblicitarie dell’epoca ne sottolineavano la straordinaria efficienza, la tenuta in potenza ai limiti dell’immaginabile, nonché la strabiliante capacità di spostare l’aria cinque volte più velocemente dello spostamento della sua membrana. Nei diffusori oggetto della recensione troviamo l’ultima versione di questo “prezioso” dispositivo davvero eccezionale, collocato per di più in modo tale da coniugare le esigenze estetiche con la necessità progettuale di consentire il trasferimento dell’aria attraverso il tweeter vero e proprio, condizione prioritaria quest’ultima all’idoneo funzionamento dell’AMT stesso. Se non la prima, certamente la più memorabile utilizzazione di questo particolarissimo apparato risale al 1976, con la presentazione del sistema ESS TransarAMT ove unitamente al tweeter venne adottato anche per le frequenze basse un sistema di trasduzione inventato del geniale fisico. Del tweeter AMT è già stato scritto molto, mi basterà ricordare come il cuore del marchingegno sia una membrana plastica piegata a fisarmonica molto leggera posta nel campo fornito da magneti molto potenti. Sulla membrana è stampato un conduttore d’alluminio che quando è percorso da corrente tende ad imprimerle un movimento cui corrisponde un’espulsione d’aria dalle pieghe anteriori ed un’aspirazione da quelle posteriori e viceversa. La forma della membrana è tale da consentire al tweeter un’ampia dispersione orizzontale fino alle frequenze più alte, limitando al tempo stesso però la finestra di radiazione di quelle stesse frequenze sul piano verticale. Tutto ciò, come vedremo nelle note d’ascolto, unitamente al disegno dipolare del tweeter, ne caratterizza fortemente il comportamento sonico. T 42 delle basse frequenze. Da sottolineare il cuneo in legno, detto sopra, posto con il vertice al centro della zona posteriore del tweeter, il quale partecipa all’effetto d’ambienza che costituisce la caratteristica d’ascolto forse più saliente di questo sistema, dovuto prevalentemente - appunto - alla particolare disposizione del costosissimo AMT1). In realtà dietro a tutto questo c’è molto di più. Per dirla seguendo i dettami semiologici, la forma significante esprime la ragion d’essere, il significato di un misto di sapienza artigianale, tradizione e competenza tecnica, protratti ascolti e ripetuti interventi atti a migliorare i parametri prestazionali, nel paziente tentativo di mettere a punto il diffusore quasi come fosse un delicato strumento musicale. So che il prodotto nasce da studi di progetto originali, messi a punto con un nuovo sistema di misura nato e sviluppatosi addirittura proprio per le esigenze incontrate nella volontà di realizzare le GAS con il miglior “allineamento” temporale possibile delle emissioni dei vari trasduttori. C’è una grande densità di materia di studio a monte che, oggettivamente, deve aver dato frutti evidenti. Tant’è che fin dal primo approccio d’ascolto si rimane colpiti. A trovarsele davanti inaspettatamente, mentre suonano, queste GAS Tower possono indurre un certo disorientamento. Come ad un “incontro ravvicinato di qualche tipo” ci si sente costretti a modificare le proprie convinzioni, i propri rassicuranti parametri d’ascolto, nel tentativo di comprendere quello che una nuova affascinante realtà ci propone. Posizionamento ed ascolto Queste torri hanno trovato quasi immediatamente la loro collocazione definitiva poste a poco più di tre metri dal punto d’ascolto, a poco più di un metro e mezzo dalla parete posteriore, a poco più di un metro da quelle laterali, distanti l’una dall’altra due metri circa. Richiedono ambienti medio-ampi e, per potersi esprimere al meNota (1) - GAS ci ricorda e forse vi ricorda qualcosa. Ma accidenti, si tratta del famoso marchio americano GAS, ovvero Great American Sound, quello di amplificatori “very hi-end” degli anni Ottanta? Correva l’anno 1974... Vi ricorderete di James Bongiorno (prima direttore tecnico della Dynaco e poi della SAE, poi progettista dei Sumo) e dei suoi formidabili Ampzilla. Sì, il marchio GAS è proprio quello; ora trasmigrato in Europa ad opera della Audio Int’l di Francoforte. Chi volesse fare un bel tuffo nel passato è fortemente esortato ad entrare nel curioso sito internet “www.ampzilla2000.com”. FEDELTÀ DEL SUONO n° 105 set-ott 2003 Vista posteriore. Si osservano i 3 “passivi” da 21 cm e la base del cuneo che diffonde il suono posteriore emesso dal tweeter Heil. I morsetti sono modesti ma si tratta di una pre-serie. glio, di poter lavorare in “campo aperto”. La mia sala risponde a questi requisiti, frutto anch’essa di pazienti e ripetuti interventi atti a migliorarne le già più che discrete doti acustiche naturali. Particolare attenzione ha richiesto l’angolazione di questi monolitici speaker nel tentativo di ottenere quell’immagine d’incredibile realismo che sono in grado di restituire. A rotazioni anche minime della faccia del diffusore, infatti, corrisponde una variazione nell’interazione tra l’ampia dispersione orizzontale delle frequenze emesse dal tweeter e l’emissione verso la parete posteriore dei woofer collocati posteriormente. La corretta angolazione consente di centrare fondamentali obiettivi: 1) ottenere una risposta in frequenza estremamente lineare fino alle ottave inferiori più profonde; 2) conseguire un’immagine naturale relativamente ad un’ampia area di ascolto; 3) pervenire ad una stupefacente delocalizzazione totale in cui il suono non sembra proprio più provenire dalla coppia di diffusori. Insomma, per quanto grandi, tendono a... scomparire. La peculiarità di questi GAS di integrarsi con l’ambiente interagendo con esso è qualcosa che, a questi livelli di sinergia, non mi era assolutamente mai capitato di riscontrare fino ad ora. Fanno eccezione pochi sistemi elettrostatici o “magnetoplanari” e, forse un po’, le mie amatissime B&W Silver Signature (sono mio riferimento, per chi non lo abbia letto in altri miei “pezzi” precedenti) dopo anni di impegno a sistemarle nel modo migliore. In tutti i detti casi sussistono, però, pesanti limitazioni riguardanti l’efficienza ridotta e l’impossibilità di restituire integro il contenuto dinamico ed energetico del segnale musicale. I diffusori in prova, invece, mi riportano ad un’esperienza “forte” che ebbi con i mitici JBL 4350 WXA, con in più, però, una strepitosa capacità olografica che gli storici monitor made in Usa non si sono mai sognati di avere. Le GAS Tower sanno suonare forte, molto forte, finendo per prenderti per... lo stomaco oltre che per la testa e per il cuore. Quanto mai indicativo a questo proposito l’ascolto di un must analogico quale l’RCA Living Stereo LSC 2225. Colpisce la grande ariosità che pervade la massa orchestrale riproposta. Alla capacità delle elettroniche valvolari utilizzate di cogliere la volumetria dei singoli esecutori e di collocarli fisicamente all’interno dello stage fa da contraltare la proprietà dei diffusori di restituire una finestra prospettica ampia (a dir poco) e trasparentissima. L’orchestra risulta posizionata e distesa ben al di là della parete di fondo, con i piani prospettici, almeno quattro, ben differenziati e dislocati lungo una configurazione tridimensionale figurasfondo. L’effetto ha dell’incredibile! Inutile ora elencare i considerevoli altri pregi. In sintesi, il suono, globalmente, è di primo livello assoluto in tanti parametri significativi. Alla ricerca dei difetti, o meglio, dei limiti, mi sento di riferire quanto segue. Nella prestazione dinamica si evidenzia una particolarità funzionale: le GAS sembrano essere piuttosto timide ai bassi volumi d’ascolto, fornendo sonorità soffuse, attenuate e rallentate in velocità; mentre risultano gradire pilotaggi ai limiti dei loro 90 e più dB di efficienza per esprimere il travolgen- ALCUNE CARATTERISTICHE DICHIARATE Sistema: Woofer: Mid-woofer: Radiatori passivi: Tweeter: Imped.a nominale: Pot. consigliata ampli: Dimensioni (lxhxp): Peso netto: a due vie, 4 altop., reflex con passivi uno da 17,5 cm due da 17,5 cm tre da 21,5 cm un Heil AMT-1 4 ohm 30-100 watt 28x140x38 cm 55 kg cad. Distributore: Leonardo Mani Audio C.P. 4358 - 50135 Firenze - Tel e Fax 055 57.04.82 Cell. 333 22.33.000 Web: www.audiomani.it FEDELTÀ DEL SUONO n° 105 set-ott 2003 te contenuto energetico di cui sono capaci. Se si va ancora e troppo oltre, però, il tweeter mi sembra che un po’ “indurisca”, cominciando a rendere appena vetrose le frequenze oltre i 3.000 Hz e perdendo l’insieme un po’ di coerenza. Non pensate, quindi, che si tratti di diffusori atti anche ad uso del genere P.A., per ascolti professionali, magari all’aperto... tutt’altro. Siamo in piena “hi-end” da soggiorno per medi ambienti (diciamo 25-40 mq). Riportando il volume a produrre le intensità dei “normali” (per noi) ascolti domestici, le prestazioni delle GAS tornano ad essere di eccezionale qualità. Mentre, dopo molte prove, abbiamo verificato una discreta adattabilità generale a svariate condizioni di acustica ambientale (e questo è uno dei punti di forza), in particolare messe lì in sale senza alcun genere di correzioni acustiche, le Tower mostrano grande sensibilità al pilotaggio. Attenzione che, cambiando amplificatore, molto cambia. Ci sono amplificatori che proprio... non ce la fanno. Il basso, innanzitutto, può e deve essere molto controllato dall’elettronica. Piccoli (ed anche medi), ottimi amplificatori “audiophile”, mentre a basso volume sonoro possono far gridare al miracolo per la ricostruzione dell’immagine e anche dell’atmosfera sonora, appena si richiamano al normale livello d’ascolto, ci offrono cose strane; per esempio una risposta quasi priva delle alte frequenze. Attenzione: le GAS Tower non hanno preclusioni per le tecnologie: valvole, transistor, mos-fet possono andare bene ma devono essere veramente di pregio e di... sostanza in termini di correnti erogabili. Io ho provato con Audio Research, VTL, Manley e Spectral e questi ultimi, mi è sembrato se la cavassero meglio di tutti. Sarei curioso di provare con pre e finale Nelson Pass... Passando a riferire di altri generi, stavolta su supporto digitale, inizio l’ascolto di Brian Auger, dei Naked Sun, di Ayreon. Si tratta di una musica dalla spettacolare resa dinamica del materiale registrato. Vengono di conseguenza restituite le emozioni di un ascolto dal vivo, finanche quelle percepite a livello epidermico, capaci di coinvolgere e sconvolgere l’ascoltatore più compassato o distratto. Sono le frequenze basse a farla da padrone. In particolare quelle che rientrano tra i 40 e gli 80 Hz. I bassi profondi (al di sotto dei 40 Hz) ben definiti Pick-up Servi • VENDITA • RIPARAZIONE • PULIZIA • RISTILATURA • RIGENERAZIONE dei FONORIVELATORI Roberto Torlai - Via Liguria 41- 41043 Formigine (Modena) Tel. 059/57.35.82 - Fax 55.85.39 e-mail: [email protected] Web: www.torlai.it T 43 quella nuova - da quanto mi ha riferito il direttore -, dopo opportuno rodaggio, verrà trasportata nella saletta di Fedeltà del Suono al Top Audio ove saranno effettuate dimostrazioni sul tema cd “speciali”, nuovi SACD e primi DVD-Audio “ibridi”. Prima e dopo, ovviamente, mi rimetterò ad ascoltarla. Le mie Silver Signature, pazienti, dovranno aspettare ancora un po’, prima che le riposizioni in... prima linea. Due particolari che mostrano la configurazione woofer-tweeter e passivi simmetrica. A parte l’AMT1 tuttora prodotto da ESS tutti gli altri componenti sono della norvegese Seas. con questi monitor spinti al massimo o quasi, perdono di impatto e peso non appena si scenda sotto un discreto livello sonoro. Viceversa, spingendo vigorosamente, occorre stare attenti: ad un certo punto si possono fare evidenti dei sintomi di fatica di ascolto. La trama sonora viene via via a scomporsi, la riproduzione perde in coerenza e linearità. Credo che molto dipenda dall’amplificazione in accoppiamento, visto che tali problemi escono fuori platealmente fin da livelli minori con elettroniche di scarsa lega... Mi è sembrato che gli altoparlanti frontali svolgano compiutamente il loro compito anche nel range di frequenza media e medio-alta assegnatogli. Interpretandolo un I 3 mid-woofer sono dei W17 della costosa serie Excel opportunamente “customizzati”; ora, nei modelli in regolare produzione, sono adottati i nuovi W18. T 44 po’ diversamente, secondo il livello sonoro scelto. Questi driver necessitano di essere sollecitati un po’ per dimostrare la gamma dei colori che sanno esprimere. In termini di difetti d’ascolto, durante i quattro mesi di prove, i GAS hanno posto in evidenza una persistente se pur leggera risonanza del mio ambiente, un certo picco attorno ai 100 Hz nel quale - con uno dei due in particolar modo - si sente un rimbombo. Per esempio i timpani di Scheherazade (Chesky RC4) assumono una preponderanza innaturale. Tale risonanza, non essendo proprio violenta, non è di per sé rilevante, ma sono i suoi effetti ad essere fastidiosi per l’ascolto, venendo a influenzare fino la gamma medio-bassa (effetto di “copertura” che attenua la trasparenza naturale delle Tower). Non sono riuscito a correggere alla perfezione il fenomeno spostandole un poco, perciò sospetto che tale risonanza derivi da un accoppiamento stanza-diffusore che con le Silver Signature non si verificava. Mi risulta che in un altro ambiente, più grande, Bruno Fazzini non abbia assolutamente riscontrato niente di simile con gli stessi esemplari di GAS Tower da me provati. A questi livelli, d’altra parte, se si vuole il massimo, occorre “lavorare” su ogni anello della catena hi-fi (ambiente compreso) per ottenere l’eccellenza assoluta. Sebbene mi sia impegnato per un bel po’ di tempo, evidentemente, ho ancora materia da studiare e approfondire. Potenza della nostra passione preferita! A proposito, sappiate che, alla fine della prova, ormai in agosto inoltrato, ho di nuovo incontrato i responsabili tedeschi e il distributore italiano dei GAS che hanno portato in redazione un coppia “aggiornata” di Tower. Migliorata proprio nei woofer-midrange Seas Excel, ulteriormente “customizzati” dal progettista, che ora sono da 18 cm ed hanno un’apertura posteriore nel magnete. Abbiamo effettuato lo scambio. La coppia vecchia è tornata in Germania, Conclusioni Il prezzo, lo dico subito, è francamente molto alto ma, se spaziamo nel mondo della vera “hi-end” audio, risulta allineato alla qualità delle prestazioni. Un po’ meno, facevo notare ai responsabili, alla finitura. La risposta è stata che va tenuto conto del fatto che la coppia ricevuta in anteprima, appunto, è di pre-serie e che i diffusori in produzione saranno migliorati (avranno probabilmente anche il bi-wiring con doppi, migliori morsetti). In ogni caso, comunque, per filosofia scelta, non ci saranno rifiniture particolari che possano negativamente influire sui costi ai danni della tecnologia che è davvero costosa (i componenti, confermo, sono di qualità e valore elevato, compresi quelli adottati e montati nel crossover, la costruzione e la verifica del risultato sono effettuate con la massima scrupolosità). Nel conto dei costi di produzione che ci è stato rivelato, effettivamente, i margini del fabbricante sono piuttosto contenuti. Insomma, si tratta di un prodotto “tutta sostanza”. Il motto del costruttore è We go for performance without “bells and whistles”! Il marchio GAS è ormai poco noto ai più, è da rilanciare nell’hi-end, ma, parliamoci chiari, se questo diffusore avesse una “griffe” fra quelle degli specialisti di alto lignaggio americani, inglesi o italiani (sicuramente vi vengono in mente quei tre o quattro nomi che ho pensato subito io, vero? Non voglio scriverli per non peccare di indelicatezza.) il costo al pubblico sarebbe sensibilmente più elevato; invero, probabilmente, sarebbero più belli... Insomma, il mio è un articolo... d’assalto. Ben vengano prodotti nuovi se sono tali. L’affidabilità commerciale c’è, perché la Audio Int’l è un’azienda di tutto rispetto e lunga tradizione, sia in Germania sia a livello europeo. La Tower ha due “sorelle” minori (con woofer da 15 cm), anch’esse ormai in produzione; chi vuole spendere di meno è avvertito. Forse le avremo in prova? Non so. Per ora spero che il direttore mi permetta di tornare con un testo di aggiornamento su questi diffusori “top”, vista la versione leggermente “up-gradata” che abbiamo ora a disposizione per un certo tempo. Chi vuole sentirli “dal vivo”, con tutti i limiti acustici del luogo, tragicamente noti..., venga al “Top Audio & Video 2003”, la nostra saletta è la n. 244 (secondo piano - Quark Hotel - 18-22 settembre): sono in programma dimostrazioni speciali di sw e i diffusori adoperati saranno proprio le due GAS Tower (in gentile prestito d’uso). FEDELTÀ DEL SUONO n° 105 set-ott 2003 La Rivelazione GAS TOWER LA FILOSOFIA DEL PROGETTO a cura di Massimo Costa Un recensore tecnico, di regola, non dovrebbe mai metterci del suo. Dovrebbe semplicemente, cosa già difficile di per sé, cercare di percorrere a ritroso, cioè dall’oggetto in esame all’idea iniziale da cui esso scaturisce, il percorso che ha portato il progettista a fare certe scelte piuttosto che altre. N on sempre ci si riesce, specialmente quando le suddette scelte appaiono oscure o contraddittorie. Il che non è detto che sia necessariamente un limite del progetto, potrebbe esserlo benissimo del recensore che non ne capisce il significato. Problema più sottile è quando al recensore sembra di capire perfettamente le scelte ma non riesce di condividerle e, magari, attribuisce a questo pregiudizio le, magari, non esaltanti prestazioni dell’oggetto in prova. Ma perché vi dico queste cose? Perché mai è stato per me più facile scrivere le note tecniche di un diffusore come nel caso di queste “rivelazioni” GAS Tower. E ciò per alcuni buoni motivi. Sono chiarissime le intenzioni del progettista, è chiarissima la strada che percorre per raggiungerle e... sono sostanzialmente veramente d’accordo con lui! Quest’ultimo, in effetti, è un aspetto che potrebbe inficiare la validità dell’analisi stessa, ma mi consolo pensando che, causa la diaspora agostana della redazione, le conclusioni della parte tecnica e di quella di ascolto sono state, non solo molto positive, ma anche straordinariamente convergenti come qualità di giudizio. Ma andiamo con ordine. Tempo al tempo In effetti basterebbe una sola parola per condensare la filosofia di progetto di questo diffusore: il tempo. Ed è altrettanto strano come, in questi climi di raffinatezze digitali ed analisi ipertecnologiche, la maggior parte degli attuali costruttori di diffusori non prenda in alcuna considerazione il “fattore tempo” nella progettazione degli stessi. Il diffusore è, infatti, a tutti gli effetti l’unico anello della catena hi-fi che ancora stravolge pesantissimamente la coerenza temporale del segnale che gli arriva. Chiamiamola risposta nel tempo, fase acustica, ritardo di gruppo o come più vi piace, ma resta un fatto che il segnale di tipo impulsivo viene restituito stravolto dalla stragrande maggioranza dei diffusori in commercio. Anzi, tanto è dato per scontato tale comportamento che, quando non capita, ciò viene presentato come un surplus di raffinatezza tecnica non si sa bene se fine a se stessa o, magari, anche importante al fine dell’ascolto. Michael Weidlich, il progettista delle GAS Tower non ha dubbi. La coerenza temporale è il primo parametro da tenere sotto controllo. Chissà, magari Richard Heyser, dall’alto dei decenni dedicati a que- sto approccio, sarebbe fiero di lui. Fatto sta che, per raggiungere tale obiettivo, il nostro ha messo in atto tutti i procedimenti a disposizione del moderno tecnico audio, sia nel campo degli strumentazione di controllo, sia nella scelta degli altoparlanti migliori per lo scopo prefisso. Il resto, come si dice, viene quasi da sé. Partendo dal presupposto di sfruttare il più possibile la linearità intrinseca degli altoparlanti per raggiungere quella complessiva del diffusore, sono state scelte delle unità di particolare pregio, anche se utilizzate in maniera un po’ atipica. I tre woofer, identici tra loro, sono dei ragguardevoli 17 cm della Seas, serie Excel; la loro caratteristica principale, a parte quella estetica e funzionale del grosso rifasatore ogivale in rame, è di avere una membrana in lega di magnesio che unisce una grande rigidità ad un comportamento sufficientemente smorzato. In effetti questo non avviene completamente e, come in altri modelli della serie, la grande estensione in frequenza viene disturbata da qualche picco di troppo nella zona del roll-off naturale. Di questi tre altoparlanti, due sono usati simmetricamente per incrociarsi al tweeter, il terzo, quello più in basso, è tagliato a mo’ di “due vie e mezzo” molto più prematuramente in frequenza. Fatto sta, in ogni caso, che tutti e tre i woofer hanno un loro carico separato e funzionano praticamente in parallelo, contribuendo in maniera eguale alla restituzione della gamma bassa. Il carico scelto per essi è quello del reflex passivo. Infatti ad ogni unità corrisponde, sul posteriore del cabinet, un woofer passivo di diametro sensibilmente maggiore. Tale scelta, per altro non sempre seguita, è quasi obbligata da considerazioni tecniche; l’escursione del passivo, infatti, cresce molto più di quella del driver attivo, a parità di superficie, e l’unica via è quella di utilizzare per il primo una superficie radiante maggiore. Ciò che è stato puntualmente fatto. Del tweeter, di cui abbiamo praticamente taciuto fino ad ora, varrebbe la pena di parlare assai a lungo, non solo per l’utilizzo in questo progetto, ma per le sue assolute peculiarità. L’Air Motion Transformer di Oskar Heil rimane una delle pochissime e reali innovazioni nel campo della trasduzione elettroacustica degli ultimi decenni; a trent’anni dal suo esordio, circa il suo comportamento strumentale e sonico nessuno ha mai obiettato veramente. La penalizzazione è sempre scaturita, quasi incredibilmente, dal fatto di essere “troppo buono”, caratteristi- Fig. 2 - Risposta globale in fase. Fig. 3 - Risposta all’impulso, decadimento ETC. Fig. 4 - Fase e modulo dell’impedenza. 45 T FEDELTÀ DEL SUONO n° 105 set-ott 2003 Fig. 1 - Risposta in frequenza sull’asse. Grafici forniti dal costruttore: rispettivamente risposta all’impulso, risposta in frequenza e modulo dell’impedenza. Sono rilevati col sistema di misura Kirchner Electronic ATB messo a punto dagli stessi progettisti delle GAS. ca che diventa, alla fine, un problema più che un vantaggio. Questa unità è così veloce e priva di distorsione che, alla fine, riesce estremamente difficile trovare, come altoparlante da affiancargli, qualcosa che non sembri troppo lenta per tenergli dietro o che non appaia di grana troppo grezza. L’unico suo vero limite è e rimane il prezzo, alto anche per un utilizzo in diffusori di fascia elevata. C’è da dire, per altro, che nel frattempo alcuni tweeter a cupola particolarmente esoterici hanno una quotazione che gli si avvicina di molto, senza però avvicinarne le prestazioni... Dal punto di vista dell’utilizzo, inoltre, l’AMT induce spesso nel progettista uno strano impulso di taccagneria. Visto il co- sto, e vista anche la sua enorme estensione in frequenza, il tecnico medio viene indotto a fargli riprodurre la porzione più ampia possibile dello spettro, magari incrociandolo col midrange appena sopra il kHz. Questo ha come risultato più udibile l’incremento della sensazione di stacco col trasduttore dei medi ed il conseguente dubbio finale se lo sforzo valga veramente allo scopo. In questo caso, al contrario, l’AMT viene utilizzato dai 3 kHz in su e l’amalgama col medio non tradisce quasi la transizione tra due tecnologie così diverse. Il fine accennato all’inizio, ovvero di realizzare un sistema perfettamente allineato temporalmente sfruttando al massimo le qualità intrinseche dei componenti è per- IL TWEETER DI HEIL Pur senza entrare in una disamina tecnica approfondita, vale la pena di accennare all’originale principio di funzionamento dell’ “Air Motion Transformer”. Osservando la Fig. A, possiamo immaginare una membrana a forma di “U”, le cui pareti possano avvicinarsi o allontanarsi tra loro al variare del segnale applicato. È quasi intuitivo comprendere come, ad un relativamente modesto avvicinamento reciproco dei lati della membrana, corrisponda un grande spostamento dell’aria contenuta all’interno. È un po’ come strizzare un nocciolo di ciliegia tra le dita, basta un poco di forza ed esso schizzerà via lontano. La reale membrana di un AMT, essendo costruita a mo’ di fisarmonica, contiene un gran numero di “U” alternate le une alle altre in senso opposto. Alla espansione di una cella corrisponderà la contrazione di quella attigua (Fig. B). La caratteristica che consegue a questa particolare conformazione della membrana radiante è quella di essere perfettamente dipolare, ovvero di emettere con fase opposta sia in avanti che indietro. A seconda delle scelte del progettista, la radiazione posteriore può essere sfruttata completamente, attenuata o totalmente cancellata tramite l’adozione di inserti di materiale assorbente. Malgrado la forma ripiegata non lo faccia supporre, la superficie di diaframma interessata allo spostamento è molto elevata e l’efficienza di queste unità si aggira sui 100 dB, sovrabbondante per qualsiasi utilizzo tradizionale. Considerando che l’effi- T 46 Fig. A Fig. B cienza media reale di un diffusore con altoparlanti a radiazione diretta raramente supera i 90 dB, in genere le unità AMT vengono pesantemente attenuate da resistenze in serie. fettamente assecondato dalla scelta della rete di crossover. Da osservare che, al fine di ottimizzare la curva di risposta, in effetti particolarmente lineare sia in asse che fuori asse, la filtratura (scelta a bassa pendenza) è piuttosto “aperta”. La grande quantità dei componenti non deve trarre in inganno, si tratta per lo più di reti di compensazione e di equalizzazione, alcune piuttosto raffinate come topologia. L’unico vero taglio lo esegue la grossa bobina in serie al woofer inferiore ed il condensatore in serie al tweeter di Heil. A proposito di quest’ultimo, è interessante notare il sistema di “sintonizzazione fine” del suo livello di attenuazione per mezzo del parallelo di resistenze in serie ad esso. A seconda dei valori scelti, si può spaziare tra un ±1,3 dB. Insomma, si tratta di una rete di crossover che cerca di assecondare e perfezionare quello che è il naturale comportamento del componente, più che piegarlo forzosamente ad un andamento troppo differente. Roba da palati fini. E passiamo ai grafici. La risposta in frequenza (Fig. 1) mostra una notevole linearità nella misura anecoica con la grande estensione a bassa frequenza e l’altrettanto ripido decadimento dovuto allo “zero” della risonanza del passivo a circa 23 Hz. Sostenuta l’efficienza che, in ambiente, data la topologia di emissione, sarà intesa ben superiore alla media. La curva di Fig. 2 - rilevata eccezionalmente - è di quelle che, se fossero attinenti ad un diffusore tradizionale, sarebbero non pubblicabili. Si tratta della fase acustica che, come si vede, giace assai vicino alla linea dello zero gradi per gran parte della risposta. La caduta nella zona estrema del tweeter è in gran parte solo apparente e dipende da quanto ritardo viene incluso nel computo nella misura. Un punto di vista diverso ma che conferma l’ottima risposta nel tempo del sistema è il decadimento ETC di Fig. 3. Il picco di energia è, come vedete, unico con solo poche emissioni secondarie tutte molto al di sotto di quella principale; anche qui, un confronto con un diffusore tradizionale, mostrerebbe tutta la differenza. L’impedenza (Fig. 4) va letta con un occhio alla scala che è stata volutamente espansa. Per quanto molto regolare, è piuttosto bassa; scende in più punti sotto i 3 ohm per raggiungere il minimo a 2,7 ohm. C’è da aspettarsi che, alle prese con questo diffusore, amplificatori di varia tipologia mostrino comportamenti piuttosto differenti. FEDELTÀ DEL SUONO n° 105 set-ott 2003 Dietro la Rivelazione KIRCHNER ELECTRONIC ATB IL SISTEMA DI MISURA a cura di Massimo Costa Il mondo dei sistemi di misura audio è stato uno dei campi in cui l’avvento del digitale ha portato le novità più interessanti e sostanziali, determinando una netta cesura rispetto ai metodi tradizionali, sostanzialmente basati su una lettura analogica del livello di tensione generata dal microfono. L’ inizio della rivoluzione, tralasciando i primi apparecchi “stand alone” come il Techron TEF e guardando a quelli basati su PC, fu dato dalla famosa scheda MLSSA, a cui seguì rapidamente l’italiana Clio. La novità di questi sistemi era data dalla possibilità di sfruttare contemporaneamente due importanti caratteristiche date dal digitale, il controllo temporale del segnale di stimolo e la tecnica MLS, ovvero la correlazione matematica tra un rumore pseudo casuale e la risposta all’impulso. Una volta controllato il processo temporale della misura, ecco che furono disponibili al progettista tutta una serie di misure legate, appunto, al tempo e praticamente impossibili da eseguire in maniera analogica. Oggi, le informazioni date dai grafici di Waterfall, ETC e fase acustica sembrano materia acquisita, ma vi assicuro che all’inizio sembravano un vero e proprio miracolo. Uno dei più recenti sistemi di misura digitali di questo tipo è il tedesco ATB della Kirchner Electronic, basato su una scheda da PC o, a scelta, su uno “scatolotto” da connettere via USB al computer e curato dai tecnici della Audio Int’l (la stessa delle GAS). Esso presenta tutte le ormai consuete funzioni indirizzate alla moderna analisi elettroacustica, come oscilloscopio, misura analogica, FFT, decadimento, distorsione, curve polari, analisi MLS e parametri di Thiele Small. Ma la caratteristica che lo distingue dagli altri è sicuramente quella chiamata “3D Step Response”, per mezzo della quale il sistema genera uno sweep discreto di semicicli sinusoidali che vengono Il sistema in funzione a casa del distributore italiano delle GAS, Leonardo Mani. poi mostrati normalizzati nel senso della durata temporale, ovvero visualizzati tutti allo stesso modo. L’analisi in ampiezza (positiva o negativa) e del comportamento nel tempo della risposta a questo tipo di segnale dà delle informazioni tanto importanti quanto visualmente immediate su quello che sta succedendo. Le eventuali distorsioni della forma d’onda, i ritardi o le inversioni di fase sono mostrati in maniera originale ma molto efficace e, una volta capito “come funziona”, assai intuitive ed istruttive. Si tratta infatti di un inconsueto grafico a decadimento, cioè a tre dimensioni, che può essere esaminato di fronte, di spalle o anche da sotto, per apprezzarne tutte le caratteristiche. Guardando alla differenza tra il segnale di prova e quello riprodotto da un diffusore di impostazione tradizionale si ha una idea piuttosto chiara su quanto ancora ci sia ancora da lavorare nel campo della progettazione dei diffusori quando si voglia tenere conto del loro comportamento anche temporale. E non è un Un grafico a tre dimensioni della risposta delle GAS Tower. caso che il progettista delle GAS Tower confessi candidamente che, senza il sistema ATB, non avrebbe proprio saputo come fare a raggiungere gli scopi che si era prefissato. A proposito: il sistema è in vendita in Italia sempre attraverso lo stesso distributore toscano (vedi articolo sulle GAS per indirizzo e telefoni). Lo stesso grafico visto dal lato opposto. 47 T FEDELTÀ DEL SUONO n° 105 set-ott 2003 Il programma di gestione della scheda di misura in “ambiente” Windows.